10. Punizione, di nuovo

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Il giorno dopo, ci ritrovammo tutti in biblioteca per la punizione. Mi sedetti insieme a Rose e Carly nel tavolo accanto a quello dei ragazzi, e sta volta non riuscii a leggere perché tutti si misero a parlare tra di loro. La bibliotecaria intanto sembrava essere scomparsa. Rose e Carly si erano messe a fare domande ad un libro, per poi aprire una pagina a caso, indicare un punto e leggere la risposta.
-Domanda. Avrò mai amiche normali?- chiesi.
Rose aprì il libro, e lesse.
-È impossibile-
Io risi.
Nella biblioteca intanto entrarono Faith, Alex e Diana.
-Che ci fate qua?- chiese Carly.
-Vi abbiamo portato i telefoni e del cibo- disse Alex, agitando un pacchetto di carta con lo stemma del bar della scuola.
-Siete pazze- dissi, ma presi un cornetto dalla busta, e Rose e Carly fecero lo stesso.
-Ecco i telefoni- aggiunse Faith porgendomi il mio, e in quel momento Evans entrò in biblioteca.
-Cosa sta succedendo qua?- chiese, vedendo le tre ragazze. Faith, che aveva appena poggiato il telefono sul tavolo, si bloccò con il braccio allungato verso esso, per poi riprenderlo come se non avesse fatto niente. Non sapevo se scoppiare a ridere o a piangere, perché avevo fatto la stessa cosa con il mio cornetto.
-Siete tutte e tre in punizione a partire da questo momento, e rimarrete qui anche il prossimo sabato- disse Evans.
-Se quando rientro trovo altre anomalie, consideratevi in punizione per tutto ottobre- disse, dopo di che uscì sbattendo la porta. Scoppiai a ridere per il modo in cui aveva definito Faith, Alex e Diana.
-Siamo anomalie e non lo sapevamo, perfetto- disse Alex, facendomi ridere ancora di più.
-Non so voi, ma io ho una serie tv da finire- disse Carly.
-Ci sono attori fighi?- chiese Diana. Carly annuì.
-La guardo con te- affermò lei. Rose intanto si era unita al tavolo dei ragazzi, quindi noi altre facemmo lo stesso.
-Che state facendo?- chiesi sedendomi tra Faith e Alex.
-Mettiamo la musica- rispose Andrew. Notai che aveva messo una piccola cassa bluetooth sul tavolo.
-Ma siete pazzi? Evans potrebbe sentirci- dissi.
-Evans è dall'altra parte della scuola, non ci sentirà mai- disse Paul, e fece partire la musica a tutto volume. Poi aprì lo zaino e ne uscì una palla di plastica gialla, che lanciò in testa a Dylan. Lui gli rifilò un'occhiataccia, e poi la lanciò indietro.
-Sembrano bambini di cinque anni- commentò Alex, che intanto venne colpita. Si accorse che era stato Andrew a lanciarle la palla, perché si stava coprendo con le braccia come se temesse che Alex potesse ucciderlo. Lei andò verso di lui e gliela tirò addosso, e quando lui ricambiò si mise a correre, inseguito da Alex.
-Ma cosa sto guardando?- mi chiesi scuotendo la testa. Intanto Rose si era messa a cantare sopra il banco, insieme a Shawn, che aveva un braccio intorno alle sue spalle. Austin si era messo ad importunare Carly e Diana, Andrew aveva rubato il telefono ad Alex, che lo stava inseguendo ancora dandogli schiaffi appena lo raggiungeva. Io e Faith ci sedemmo su un tavolo.
-Faith, mi lanci la palla?- chiese Paul dall'altro tavolo. La palla era sotto di noi, quindi Faith scese e si abbassò per prenderla, facendo abbassare troppo la sua scollatura. Paul ovviamente la stava fissando.
-Faith, copriti- le dissi sottovoce. Lei si accorse della maglietta, e la sistemò per poi lanciare la palla a Paul. Continuammo per un po' così: musica al massimo, balletti stupidi, palle di plastica gialle che volavano e Alex che inseguiva Andrew.
-Andiamo Cross, divertiti- disse Austin a Dylan.
-È una settimana che fai il depresso, amico- continuò Paul.
-Non faccio il depresso- rispose lui secco.
-Si invece. Prima in una situazione come questa saresti stato il primo a fare casino. Che ti prende?- disse Rose. Lui sbuffò.
-Lasciatemi in pace e basta-
Tutti persero le speranze, e continuarono a divertirsi. Non so perché ma vederlo così mi dava rabbia. Non riuscivo a capire la logica del suo comportamento, un giorno è allegro e si fa punire per me, la sera stessa mi caccia via. Per non parlare della discussione dopo la lezione di tedesco. Chi crede che io sia lunatica, evidentemente non conosce lui. Mi doveva delle risposte. Perché sapeva del mio incidente, perché aveva cambiato così in fretta umore, e perché all'improvviso non voleva più avermi intorno quando quella settimana era stato lui ad avvicinarsi a me senza motivo. Per divertirsi, Miley. È un ragazzo di sedici anni appartenente alla generazione peggiore di sempre, cosa ti aspettavi? Che sarebbe stato gentile e perfetto?
Finita la punizione, tornammo nelle nostre stanze.
-Paul ti fissava le tette, comunque- disse Alex a Faith.
-E Andrew provava in tutti i modi ad attirare la tua attenzione- dissi io ad Alex. Lei ribatté dicendo:
-Invece Dylan da quando avete litigato fa il depresso. Devi piacergli moto- rispose. Io sbuffai.
-Se abbiamo litigato è colpa sua, lui mi ha trattata malissimo. Quindi no, non gli piaccio, smettetela- risposi buttandomi sul letto e appoggiando la testa al cuscino.
-Ti stai coricando? Non vieni a cena?- chiese Faith, preoccupata.
-Non ho fame, e preferisco rimanere qua- risposi semplicemente.
-Beh, va bene allora. Avvertici se vuoi che ti portiamo qualcosa- disse, e poi le due uscirono, lasciandomi in stanza da sola con la mia rabbia.

Lost in my memory [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora