41. Confusione

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Canzone per il capitolo:
8 Letters - Why don't we

-OH MIO DIO- esclamò Faith non appena finii di raccontare.
-Cosa ti dico da mesi? È pazzo di te- commentò Rose.
Io mi morsi il labbro trattenendomi dal sorridere come un idiota. Mi aveva baciata, e sta volta non poteva dire che non significava nulla, perché entrambi eravamo consapevoli di ciò che stava accadendo.
-Ma cosa intendeva con "ho paura di ciò che potrebbe succedere dopo"?- chiesi tra me e me.
-Ragazze, mi piace troppo. Mi sento una cretina, non so che fare- mi lamentai, camminando avanti e indietro.
-Secondo me dovresti semplicemente andare a parlare con lui- disse Millie.
L'avevo baciato, potevo fare anche questo.
-Sapete qual è la sua stanza?- chiesi, con il cuore a mille.
-120- rispose Rose.
Mi alzai dal letto, e andai verso la porta.
-Non posso credere che tu lo stia facendo sul serio- commentò Alex.
-Già, neanch'io. Auguratemi buona fortuna- dissi, e uscii dalla stanza.
Arrivai praticamente correndo al dormitorio maschile, e chiesi al primo ragazzo che vidi dove fosse la stanza.
-Al terzo piano, ma la mia stanza è meglio di quella- disse.
Lo spinsi da parte e lo superai, ignorando la sua affermazione. Salii infretta le scale fino al terzo piano, e corsi per i corridoi in cerca della 120.
-117... 118... 120!- mormorai.
Bussai alla porta, con il fiatone.
Ad aprirmi la porta fu Austin.
-Amore, che fai?- chiese con un sorrisetto.
-Dylan è qui?- chiesi.
Austin scosse la testa.
-Dovrebbe essere al campo di football con Paul- disse.
-Okay, grazie- risposi, e andai via.
Avevo fatto rampe e rampe di scale per nulla.
Uscii dal dormitorio, e arrivai al campo da football.
Intravidi Paul e Dylan, che stavano facendo dei passaggi.
-Dylan!- lo chiamai, e rischiai di inciampare. Maledetti tacchi.
-Mil?- disse, vedendomi arrivare.
-Possiamo parlare?- gli chiesi.
Lui annuì, e disse a Paul:
-Torno subito-
Poi si allontanò con me sugli spalti.
-Senti, a proposito del bacio...- dissi, con il cuore a mille.
-Dimenticalo. Fa come se non fosse mai successo- disse lui, lasciandomi spiazzata.
-Cosa?- chiesi con un filo di voce.
-Non sarebbe dovuto succedere, mi dispiace- continuò lui, senza guardarmi.
-Sei stato tu a baciarmi- ribattei.
-Ed è stato un errore-
-Allora perché lo hai fatto?- chiesi alzando la voce e cercando contatto visivo.
-Ho agito senza pensare- rispose.
-No, hai avuto tutto il tempo per pensarci, Dylan. Quindi dimmi qual è il problema e falla finita- dissi, con il cuore a mille e gli occhi che bruciavano.
Non rispose di nuovo.
-Bene. Evidentemente mi sbagliavo su di te. Volevi divertirti e ti sei divertito, e io sono la stupida che ci ha creduto- dissi, e la mia voce si incrinò. Mi girai per andare via, ma lui mi prese per un polso.
-Non è vero- disse facendomi girare, e sta volta guardandomi dritto negli occhi.
-E allora perché ti comporti così?- gli chiesi.
-Perché ci sono delle cose che tu non ricordi, Miley, e non posso farti questo- rispose, con uno sguardo triste.
-Allora dimmi ciò che devo sapere se il problema è questo!-
-Non posso farlo!- esclamò.
-Come puoi dirmi di non vivere nel passato e poi lasciarti condizionare da esso? Sai perfettamente quanto sia difficile per me, e non fai altro che girare il coltello nella piaga- sbottai.
Lo vidi respirare a fondo.
-Hai ragione, per te è difficile, Miley. Ma hai mai pensato a me?- chiese lui quasi gridando.
-Cosa c'entri tu?- chiesi confusa.
-Hai mai pensato al fatto che magari sia stato difficile anche per me? Credere di essermi dimenticato di te, rivederti e capire che non è cambiato nulla, ma dover fingere di non provare niente quando invece io ti...-
A quel punto stava gridando sul serio, ma si bloccò.
I ragazzi al campo guardavano verso di noi.
-Tu cosa?- chiesi con un filo di voce.
Lui respirò a fondo.
-Niente, lascia perdere-
-No che non lascio perdere. Cosa intendi? Provavi qualcosa per me quando abitavamo a New York?-
-Come ti ho detto, ci sono cose che non ricordi. Ora torna dalle tue amiche- disse voltandosi e andando via, lasciandomi lì da sola a metabolizzare ciò che era appena successo. Mi accorsi solo dopo di essere rimasta a fissare il vuoto come un'idiota, quindi mi riscossi e tornai al dormitorio. Cosa poteva aver fatto di così grave da non potermelo dire e da non poter stare con me? La sua voce continuò a rimbombarmi nella mente per tutto il tragitto fino al dormitorio.
"Credere di essermi dimenticato di te, rivederti e capire che non è cambiato nulla, ma dover fingere di non provare niente quando invece io ti..."
Cosa stava per dire? mi continuai a chiedere. Un'idea mi balzò in mente, ma la scacciai subito. Era impossibile che stesse per dire quello.
Riaprii la porta della stanza con l'umore a terra. Non appena le ragazze mi videro, scattarono in piedi.
-Già di ritorno?- chiese Faith.
Io non risposi.
-Che è successo?- chiese poi Rose.
-Avete parlato?- la seguì Carly.
-Sì- dissi sedendomi sul mio letto.
-Allora? Racconta- disse Diana.
Spiegai tutto alle ragazze.
-Sbaglio o stava per dirti che ti ama?- esclamò Faith non appena finii.
-Sbagli, e anche stesso non voglio illudermi-
-Ma che strano. Ricordi se a New York ha fatto qualcosa di particolare?- chiese Alex.
-Ricordo solo una cosa successa pochi giorni prima della sua partenza, ma non è nulla che c'entri con quello che è successo dopo- risposi.
Rose face un'espressione strana, ed evitò il mio sguardo.
Tuttavia, non ci feci caso.
Poi mi venne in mente una cosa.
-Aspettate. A Natale torno a New York! Posso indagare e capire meglio cosa sia successo senza dover chiedere direttamente a Dylan- dissi.
-Così una volta scoperta la verità potrete mettervi insieme- disse Diana.
-Aspetta un attimo, Miley. Ciò che scoprirai potrebbe anche non piacerti- intervenne Rose all'improvviso, come allarmata.
-È comunque suo diritto sapere cosa le sta nascondendo. Se Dylan arriva al punto di dire che "non può farle questo" è sicuramente una cosa spiacevole, ma almeno così potrà saperlo per certo- le disse Faith.
Rose non sembrava convinta. Il suo comportamento era abbastanza strano, e non riuscivo a capirne il motivo.
-Va tutto bene, Rose?- le chiese infatti Millie.
-Sì, è solo che... ho dimenticato che oggi Michael viene a trovarmi e devo muovermi. Scusate- disse alzandosi e andando verso la porta.
-Così finalmente ci presenterai questo famoso Michael- disse Alex.
Rose fece un sorriso forzato, e uscì dalla stanza.
-L'ho notato solo io o c'è qualcosa che non va?- chiesi.
-È vero, è diventata strana all'improvviso- rispose Carly.
Lasciammo cadere l'argomento.
-Ora cosa hai intenzione di fare?- mi chiese Alex.
-Suppongo che dovrò aspettare le vacanze di Natale- risposi.
Sentii il suono di una sveglia. Alex scattò in piedi con un sorriso emorme sul viso.
-Sono le cinque, devo andare- disse mettendo una giacca e aprendo la porta.
-Spero che almeno a te vada bene- le dissi.
-Lo spero anch'io- rispose.
Il resto del pomeriggio lo passai a studiare per il lunedì, cercando di pensare meno possibile a Dylan.
Faith, avendo ripetizioni di matematica, mi lasciò sola in stanza, quindi decisi di andare a studiare da Carly, che era rimasta a sua volta sola per lo stesso motivo.
-Rispiegami il modello planetario, non riesco a capirlo- mi chiese.
-Allora...- dissi, e poi mi guardai intorno in cerca di un qualcosa con cui farle un esempio. Alla fine le chiesi:
-Hai frutta?-
Lei mi guardò un attimo confusa, poi annuì e indicò il mini-frigo accanto alla cassettiera. Lo aprii, e presi due arance.
-Allora, questo è il nucleo, in cui si trovano i neutroni e i protoni, che sono i semini dell'arancia- dissi mostrandogliene una.
-E questo è l'elettrone, che gira intorno al nucleo in un'orbita- dissi poi, facendo girare la seconda arancia intorno alla prima.
Carly scoppiò a ridere.
-Okay, ho capito. Nell'ora di scienze lo spiegherò così- disse, e io risi immaginando l'espressione della professoressa se avesse visto il mio esempio.
Una volta finito di studiare, tornai in camera mia. Mi riposai, e poi decisi di ripassare un altro po'. Cercai tra i libri i miei appunti, e mi accorsi solo in quel momento di averli lasciati da Carly. Sbuffai, e uscii dalla stanza.
Aprii la porta, e sentii la voce di Rose.
-Sono seria, devi ascoltarmi: così non concluderai nulla- disse arrabbiata al telefono. Poi si accorse della mia presenza, e sussultò come se l'avessi beccata a fare chissà cosa.
-Ti richiamo dopo- disse alla persona con cui stava parlando, e poi staccò.
-Ho lasciato qui gli appunti, scusami- le dissi.
-Tranquilla- rispose la rossa ricomponendosi.
-Con chi sei così tanto arrabbiata?- le chiesi prendendo gli appunti.
-Ehm... ho avuto una discussione con Mike oggi, stavamo giusto risolvendo- rispose, sulla difensiva.
-Ah, okay- risposi, un po' a disagio a causa del suo strano comportamento.
-Ci vediamo a cena?- le dissi.
Lei annuì.
Uscii dalla stanza, e tornai nella mia.
Erano ancora le sette e mezza, e le mie amiche non si vedevano. Dopo un po', sentii bussare.
Dovevano essere loro, forse avevano dimenticato le chiavi, pensai.
Aprii la porta dicendo:
-Allora? Com'è...-
Mi bloccai.
Fuori dalla porta non c'erano Faith e Alex.

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