9. Finalmente ho la mia vendetta

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-Alla fine dell'anno scorso è successa una cosa. Parto col dire che la me che avete conosciuto non esisteva fino a pochi mesi fa. Ero totalmente diversa da così, ed ero un bersaglio facile. Andai al ballo di fine anno con quelle che consideravo le mie migliori amiche, ma una volta li non le vidi. Mi arrivò un messaggio da una di loro, diceva che dovevano parlarmi, e che mi aspettavano fuori. Quando sono uscita fuori, però, loro non c'erano, e da li ho il vuoto più totale, non ho idea di ciò che successe davvero quella sera- raccontai.
Loro sembrarono turbate.
-Mi svegliai un mese dopo in ospedale, e non ricordavo nulla-
Loro sgranarono gli occhi.
-Sei rimasta in coma per un mese?- chiese Carly.
-E quando ti sei svegliata non ricordavi ciò che era successo quella notte?- continuò Diana.
-Non solo quello. Non ricordavo niente di niente- dissi.
-Oddio- commentò Faith.
-I ricordi sono tornati quest'estate, ma non ho idea di cosa sia successo al ballo- finii di raccontare.
-Un attimo- disse Alex.
-Questo cosa c'entra con Dylan?-
-Dylan sa tutto, e non so come- dissi.
-E credo lo sappia anche Claire-
A quel punto loro non capirono più nulla.
-Okay Dylan, ma Claire come fa a saperlo?-
-Non lo so, credevo fosse stato Dylan a dirglielo, ma non è stato lui-
-E come fai ad esserne sicura?-
Perché capisco quando lui mi mente, non so come, ma è così okay?
-Lo so e basta, come so che mi ha mentito dicendomi che sono stati i suoi genitori a dirgli dell'incidente-
-Okay... allora se sai che non è stato lui a dirlo a Claire, chi è stato?- chiese Alex.
-È questo il punto- risposi.
-Tua sorella?- propose Diana.
-Non penso glielo abbia detto lei. È al primo anno, probabilmente sa solo il nome di Claire- dissi.
-Chiamala- disse Carly. Io scoppiai a ridere.
-Mi ucciderebbe se la chiamassi a quest'ora-
-La speranza è l'ultima a morire- continuò Carly. Alla fine presi il telefono e la chiamai. Rispose al terzo squillo.
-Spero che tu abbia un buon motivo per chiamarmi- disse arrabbiata.
-Ciao anche a te, Hannah. Si tutto bene, e tu?- risposi.
-Che vuoi?-
-Conosci Claire Dallas?- chiesi diretta.
-Chi, la cheerleader che se la tira come se tutto le fosse dovuto?-
-Si, esatto. Ci hai mai parlato?-
-Ma quando mai. Secondo te ho voglia di parlare con quella?- disse disgustata.
-Le tue amiche la conoscono? Ti sei fatta scappare qualcosa dell'incidente davanti a loro?-
-No, non la conoscono, e no, non vado a raccontare in giro queste cose- rispose. Era vero, Hannah era molto discreta, si arrabbiava perfino quando raccontavo qualcosa successo a scuola a mia madre.
"Sono cose che riguardano le tue compagne, non è giusto raccontarle" diceva, come se stessi rivelando chissà quale segreto al posto di raccontare una semplice giornata scolastica.
-Okay, buonanotte- dissi, e riagganciai.
-Non è stata Hannah-
-Allora deve essere stato per forza Dylan- disse convinta Faith. Io sbuffai.
-Non è stato lui, ve l'ho già detto. Capisco quando mente-
-Allora Claire magari voleva semplicemente prenderti in giro. Non ha detto niente di esplicito, dopotutto- disse Alex.
-Ha ragione. È normale che tu ti preoccupi dopo quello che è successo, ma molte volte le preoccupazioni sono solo nella nostra testa- continuò Faith.
-Avete ragione- dissi infine.
-Magari mi sono preoccupata per nulla-
Detto questo, Diana e Carly tornarono nella loro stanza, e andammo a dormire. Io però non chiusi occhio fino alle due. Cercai di convincermi che Faith e Alex avessero ragione, ma qualcosa non mi tornava. E poi non capivo il motivo del comportamento di Dylan. Nell'ultima settimana eravamo andati molto d'accordo, e aveva cambiato improvvisamente atteggiamento. Quando finalmente riuscii ad addormentarmi, non sognai nulla per tutta la notte. Il giorno dopo, mi truccai per la prima volta nella mia vita per andare a lezione, e per giunta lo feci da sola. Misi il correttore, l'eyeliner, il mascara e un po' di rossetto. Lasciai i capelli sciolti, e indossai un top nero di pizzo e dei jeans a vita alta, accompagnati da una cintura nera e degli stivaletti di pelle alti. Dopo aver fatto colazione al bar, entrammo a scuola.
-Abbiamo tedesco a prima ora, giusto?- chiesi aprendo l'armadietto. Faith annuì.
-Hey Miley- mi sentii chiamare. Erano tre delle ragazze che il giorno prima erano a casa di Dylan.
-Ciao- le salutai sorridendo. Al centro c'era la ragazza asiatica. Non ero sicura di ricordare il nome. Mi sembrava si chiamasse Yuki, o qualcosa del genere. Le tre si avvicinarono a me. Yuki aveva dei volantini in mano.
-Venerdì ci sono le selezioni per le Cheerleader, perché non provi?- disse porgendomene uno.
-Ci stavo pensando. Mi piacerebbe molto- risposi.
-Quindi possiamo contare di vederti alle selezioni?-
-Certo- sorrisi.
-Fantastico! Ah, dammi il tuo numero. La prossima volta che usciamo ti avverto e vieni con noi- disse. Io le lasciai il numero.
-Perfetto, ci vediamo in giro- disse sorridendo, e andò via. Una volta che fu abbastanza lontana, io e le altre ci scambiammo un cinque ed un pugno.
-Andiamo, è tardissimo- dissi poi. Arrivammo nell'aula 38. Il professore non era ancora arrivato, e tutti erano in giro per la classe. Dylan, seduto al solito banco che scherzava con gli altri ragazzi, mi notò, e cambiò subito espressione. A malincuore dovetti sedermi accanto a lui. Rieccoci tornati alle origini, pensai. Il professore arrivò, spiegò un argomento in fretta e poi sembrò perdere interesse nella lezione, quindi assegnò semplicemente un lavoro da fare in gruppo sul momento e si mise ad usare il cellulare. Noi solite cinque ci mettemmo in gruppo insieme, e unimmo i banchi, mentre accanto si creò il gruppo dei ragazzi. Lavorammo per cinque minuti in tutto, dopodiché cominciammo a parlare tra di noi.
-Giochiamo a nomi, cose o città?- propose Faith, scherzando, e noi accettammo. Alex contò le lettere, e si fermò alla P. Una volta che tutte finimmo, Faith lesse per prima.
-Allora, nomi Paul-
-Non lo avrei mai detto- commentò Carly, e Diana rise.
Faith le guardò male.
-Cose piercing, città Parigi e... mi mancano i mestieri-
-Noi avremmo qualche idea- disse Austin dai banchi accanto, seguito dagli altri che ridevano. Capendo cosa intendessero, mi colpii la fronte con una mano.
-Siete degli idioti- dissi.
-Non ci credo che non avete pensato male anche voi- disse Paul. Carly sbuffò e disse ingenuamente:
-Ragazzi, ma perché solo questi mestieri? C'È IL POMPIERE!-
A quel punto scoppiammo a ridere anche noi ragazze, e Carly si accorse solo dopo del perché.
-Siete più pervertite di loro- commentò.
Alla fine unimmo i banchi con quelli dei ragazzi.
-Giochiamo a qualcos'altro- propose Andrew. Austin fece un ghigno.
-Giochiamo ad obbligo o verità. McCurty ci ha fatti divertire parecchio ieri sera- disse. Faith si girò a guardarmi come per dire "mi sono persa qualcosa?"
-Dopo- dissi sottovoce.
-Ma sempre questo stupido gioco, cambiamo per una volta- disse Dylan, chiaramente infastidito.
-Miley, mi sa che devi portartelo di nuovo dentro casa per cinque minuti- scherzò Austin, e Faith quasi si strozzò bevendo dell'acqua.
-Io non gioco- disse infine Dylan, e tornò a starsene per i fatti suoi.
-Io gioco invece- dissi decisa, ma non ebbimo il tempo di cominciare che la campanella suonò. Dylan si catapultò fuori dalla classe, e sta volta fui io a seguirlo e bloccarlo.
-Qual è il tuo problema?- gli chiesi prendendolo per un polso.
-Nessuno- rispose freddo.
-Non è vero- continuai imperterrita.
-Cos'è, devo per forza giocare ad obbligo o verità come un ragazzino delle medie?- chiese infastidito.
-Sei arrabbiato con me per ieri?- chiesi. Lui respirò a fondo.
-Senti McCurty, tornatene dalle tue amiche e non starmi sempre tra i piedi, okay?- disse, e se ne andò via lasciandomi spiazzata. Rimasi qualche secondo ferma in mezzo al corridoio finché qualcuno non mi urtò per sbaglio riportandomi alla realtà.
Perché stupirsi? Tra te e lui è sempre andata così, ti aspettavi davvero che le cose cambiassero?
Mi ero illusa inutilmente che saremmo diventati amici, ma evidentemente mi sbagliavo. Dylan mi odiava, e io odiavo lui.
Decisi di concentrarmi sulla scuola e sulle selezioni, quindi passai tutto il pomeriggio a studiare, finché non arrivarono le sei e mezza. Raggiunsi Alice al campo di atletica, con addosso leggins e reggiseno sportivo con sopra una canotta nera.
-Hey- mi disse non appena mi vide, sorridendo. Come al solito era perfetta: capelli biondi raccolti in una coda alta, pantaloncini e maglietta da Cheerleader.
-Hey Ali- la salutai.
-Cominciamo con un giro del campo- disse, e dopodiché cominciammo a correre. Passai tutta la settimana così: mattina a scuola, pomeriggio a studiare e poi da Alice ad allenarmi. Mi insegnò ad usare i pom-pom e alcune mosse classiche. Dopo di che preparammo insieme una coreografia per le selezioni. Quando arrivò venerdì, ero più pronta che mai. Come previsto dal piano, entrai prima io.
-McCurty? Credi davvero di avere speranze di entrare nella mia squadra?- disse Claire guardandomi inorridita.
-Sennò perché credi che io sia qui, Claire?- risposi calma. Lei mi rifilò un'occhiataccia. Tutta la squadra stava accanto a lei, immobile. Amanda era al suo fianco.
-Bene. Partiamo dal colloquio. Perché credi di avere speranze?- disse. Dagli spalti vidi entrare la Martin, seguita da Alex, Faith, Diana e Carly.
-Ho fatto quattro anni di ginnastica artistica e due di ballo- risposi.
-E te li ricordi alla perfezione, no?- continuò Claire. Lo stava facendo ancora.
-Si, alla perfezione- risposi cauta.
Lei guardò Amanda, che annuì.
-Passiamo alla pratica. Vediamo che coreografia penosa hai portato- disse, in tono di amarezza.
-Alice? Faresti partire la musica?- chiesi. Alice mi rivolse uno sguardo di incoraggiamento, e accese lo stereo. Eseguii la coreografia cercando di dare il massimo, e alla fine tutta la squadra, tranne Claire e Amanda, applaudì. Io feci un inchino, tanto per cambiare, e poi mi sistemai i capelli.
Calire zittì tutte.
-Carina, ma niente di che. Diciamo che le tue mosse di danza mi hanno fatto venire voglia di strapparmi i capelli e vomitare- disse, e Amanda continuò.
-Ho bisogno di gente al top nella mia squadra, e una come te, una sfigata, non può farne parte-
Li, la Martin e le altre intervennero.
-Signorina Dallas, signorina Johnson- disse la Martin.
Le due, che non si erano accorte della sua presenza fino a quel momento, sgranarono gli occhi.
-Professoressa...- disse Claire in panico.
-Siete tenute a giudicare le prestazioni delle ragazze, non le loro persone. E soprattutto non dovete offendere come avete fatto con la vostra compagna-
-Ma...- continuò Amanda.
-Niente ma. La signorina McCurty è stata davvero brava, quindi perché non lasciar decidere anche il resto della squadra?- disse la Martin. Alice intervenne.
-Chi vuole che Miley entri in squadra?-
Lei alzò la mano, seguita da Yuki e pian piano da tutte le ragazze.
-Mi sembra che siamo giunti ad una conclusione- disse la Martin.
Claire respirò a fondo.
-Bene. Benvenuta nella squadra, Miley-
-E voi due andate dal preside per aver aggredito verbalmente una compagna senza alcun motivo- continuò la Martin rivolta a Claire e Amanda.
-Questo video non gli piacerà- disse poi, prendendo il telefono di Alex e mostrandoglielo.
Una volta che la Martin e le vipere andarono via, tutta la squadra esultò. Quando arrivò la notizia che a Claire e Amanda era stato tolto il titolo da co-capitani, nominammo Alice come nuovo capo, e mi venne consegnata l'uniforme bianca e rossa da Cheerleader.
-Ce l'hai fatta!- disse Alice, e mi abbracciò.
-Ce l'abbiamo fatta. Sei il nuovo capitano- le dissi io.
Raggiungemmo le altre ragazze camminando a braccetto.
-Sta sera dobbiamo assolutamente festeggiare- propose Faith.
-Serata tra ragazze da noi. Invito anche Rose- disse Alex.
Quella sera, ci trovammo tutte nella nostra stanza, a mangiare pizza e bere coca cola.
-Allo sfratto di Claire e Amanda e al nuovo capitano delle Cheerleader!- dissi, alzando un bicchiere. Tutte mi imitarono ridendo, e facemmo cin-cin. Rose guardò il telefono sorridendo.
-Chi è?- chiese Faith.
-Il mio ragazzo, Michael- rispose. Questo mi confuse abbastanza.
-Credevo ti piacesse Shawn- dissi.
-Cosa? No. È il mio migliore amico. Anche se lui è innamorato di me da sempre- spiegò. Diana intervenne.
-Già, quando ancora non frequentavo questa scuola mi parlava sempre di te- disse. Rose si morse un labbro.
-Beh, gli voglio molto bene ovviamente. È una delle persone più importanti per me, ma io amo Michael-
-Tu invece con Dylan?- aggiunse rivolta a me.
-Non c'è e non ci sarà mai niente tra di noi- risposi.
-Secondo me gli piaci- disse Rose. Io la guardai come se fosse pazza.
-Ma che dici. Mi ha chiaramente detto che non mi vuole intorno oggi. Litighiamo da quando eravamo piccoli, non riusciamo nemmeno ad essere amici- dissi.
-Se gli piaci è ovvio che non riusciate ad essere amici- commentò Carly.
-Ma non gli piaccio, quindi il problema non si crea. E poi non piace neanche a me, quindi ognuno per la sua strada e basta-
Chiudemmo il discorso su Dylan, e Alice ci parlò della sua relazione con Paul come se fosse la cosa più bella che le fosse capitata. Dopodiché continuammo a fare discorsi su discorsi, e ridemmo così tanto che cominciarono a farmi male gli addominali. Per la prima volta mi resi conto cosa mi stavo perdendo a New York stando con le persone sbagliate, e quelle ragazze sembravano la prima cosa giusta in tutta la mia vita.

Lost in my memory [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora