Canzone per il capitolo:
Friends -Chase AtlanticsLa prima cosa che sentii quella mattina, fu il rumore di una fotocamera che scattava.
-Dylan?- mormorai, poi sentii anche le voci di tutti gli altri.
-Finalmente si è svegliata- disse la voce di Faith.
Aprii gli occhi. Accanto a me vidi Dylan, già sveglio, che mi guardava con un'espressione divertita.
Ero ancora abbracciata a lui, e dovevo avere un aspetto orribile, ma non riuscivo a concentrarmi su nulla che non fosse la sensazione dello svegliarsi con accanto la persona che volevo.
-Alla buon'ora- disse.
Io mi stropicciai gli occhi, e mi guardai intorno. Tutto il gruppo era ancora lì, e tutti parlavano tra loro. A terra c'era una massa informe di coperte e cuscini, con intorno i materassi.
-Chi ha fatto una foto?- chiesi poi.
Faith, come risposta, girò il suo telefono verso di me. C'eravamo io e Dylan. Io che dormivo con la testa sul suo petto, lui girato verso di me che mi guardava.
-Fate finire pure questa sul sito, mi raccomando- disse lui sarcastico.
-Se Amanda vedesse questa foto morirebbe sul colpo- commentò Rose.
A quel punto, Dylan si alzò e scese dal letto, e io feci lo stesso. Presi un jeans e un maglione dall'armadio e mi chiusi in bagno per sistemarmi. Feci una doccia, indossai i vestiti e feci un trucco abbastanza leggero. Quando uscii dal bagno, cercai con lo sguardo Dylan, ma in stanza c'erano solo le ragazze.
-No, il tuo amore non è qui- disse Faith.
-Non chiamarlo "il mio amore"- dissi.
-Come se cambiasse qualcosa- commentò Rose.
-Smettetela- mi lamentai.
-Piuttosto, oggi qualcuno esce con crush- fece Diana sorridendo. Alex arrossì.
-Dovete aiutarmi a scegliere i vestiti- disse poi la ragazza dagli occhi verdi.
-Facciamolo ora, questo pomeriggio non ci sarò nemmeno io- proposi.
Carly sembrò rendersi conto in quel momento che avrei dovuto passare due ore sola con Dylan in biblioteca (come ogni sabato, d'altronde).
-Oddio, vero. Tornate in due, non voglio diventare zia a sedici anni-
-Carly!- esclamai.
-Non puoi negare di volerlo, è il ragazzo più sexy del nostro anno- disse Faith. Io mi girai dall'altra parte completamente rossa in faccia.
-Aspetta, sei vergine?- mi chiese Millie.
-Certo. Cosa pensavi?- risposi io.
-Niente, non intendevo dire ciò che pensi, ma sotto il post della festa c'era scritto di tutto. Non volevo giudicarti, ovviamente. Scusa- spiegò.
-Non fa niente, tranquilla- le dissi.
-Comunque, preparatevi entrambe psicologicamente- disse Diana.
-Alex, non ti incantare quando ti parla come ieri- aggiunsi io.
Lei mi guardò storto.
-E tu prova a fargli capire che lo avresti baciato anche da sobria- rispose. Faith rise.
-Come se non fosse ovvio- disse.
-Si, ma in ogni caso non gli piaccio- dissi io. Tutte mi guardarono come se fossi pazza.
-Stai scherzando, vero?- disse Diana.
-Dopo il bacio mi ha letteralmente detto "restiamo amici"- ribattei.
-Un saggio mi ha detto "gli amici dormono in letti diversi"- disse Faith.
-Non lo ha detto un saggio, lo ha detto Ed Sheeran- risposi.
-Ma dai, Miley, nonostante io ti abbia vista con lui pochissime volte è palese che vi piacciate- aggiunse Millie.
-È proprio questo il punto. È palese che mi piaccia, se ricambiasse me lo avrebbe già detto o avrebbe fatto qualcosa per dimostrarmelo- dissi io.
-Vediamo. Si è preso una punizione per te, ti ha praticamente obbligata a dormire da lui, ti ha prestato metà del suo armadio, ha finto di volere Amanda solo per scoprire cosa sapesse Claire sul tuo incidente...- disse Faith, ma Rose la interruppe.
-Aspetta... cosa?- chiese.
-Si, era tutta una farsa- risposi.
-No, non parlo di questo. Claire sa qualcosa?- continuò la rossa.
-Si. È sconvolgente- rispose Faith.
Rose non aggiunse altro.
Passata la mattinata, arrivarono le quattro del pomeriggio.
-Ci vediamo sta sera. Poi dimmi come va con Andrew, Alex.- dissi aprendo la porta.
-E tu con Dylan- rispose lei.
-Fantastico, io resterò qui a chattare con Pigreco- disse poi Faith. Io scossi la testa ridendo, e uscii dalla stanza.
Arrivata in biblioteca, notai subito che né Dylan né la bibliotecaria erano lì, ma presi comunque posto al solito tavolo. Poco dopo di me, entrò il professor Evans.
-Il tuo compagno non è ancora arrivato?- mi chiese.
-No, se vuole provo a chiamarlo- dissi.
-Non c'è fretta, il tempo che perde fuori verrà aggiunto alla punizione- rispose.
Evans rimase fermo davanti alla porta per almeno dieci minuti, e finalmente Dylan arrivò.
-Perfetto Cross, hai appena fatto guardagnare a te e alla tua compagna mezz'ora in più di punizione- disse il prof Evans.
Io sbuffai, Dylan si limitò a sedersi accanto a me.
-La bibliotecaria oggi non sarà presente, quindi sarete chiusi qui a chiave. Niente bravate- continuò.
-E se ci fosse un terremoto?- lo prese in giro Dylan.
-Vi metterete sotto i tavoli- rispose lui, dopodiché uscì chiudendosi la porta alle spalle. Sentii lo scatto della chiave.
-Fantastico. Perché hai fatto tardi?- gli chiesi.
-Andrew doveva prepararsi per l'uscita con Alex- rispose.
-Ma è alle cinque- dissi io, confusa.
-Secondo te qual è la parte preoccupante se non questa? La tua amica gli ha fatto perdere la testa. Ha messo così tanto profumo da trasformare la nostra stanza in una camera a gas- disse. Io risi.
-Si, si sente- risposi.
La cosa più divertente era che Andrew si era comportato esattamente come me prima di quella punizione.
-Controlliamo se sopra è aperto?- propose lui. Io annuii, e ci alzammo.
Salimmo al terzo piano, guardammo in fondo alle scale di emergenza e vedemmo che il cancello era chiuso.
-Quindi siamo costretti a rimanere qui- dissi io. Lui sbuffò, e tornò indietro con me al seguito.
Arrivata sotto, cercai un libro da leggere.
-Se la Torres sapesse che siamo chiusi qui per due ore e mezza scommetto che ci osserverebbe con un binocolo pur di avere un qualche scoop- dissi guardando gli scaffali.
-Già, continuo a non capire da dove prenda queste teorie- disse lui.
-Beh, è ovvio che tu sia follemente innamorato di me- dissi ironica, salendo le scalette per arrivare agli scaffali più in alto.
-Secondo me dovrebbe semplicemente farsi i cazzi suoi- rispose lui con un tono di voce piatto, quasi inacidito.
Non sapevo nemmeno perché lo avessi detto, ma da come aveva risposto intuii che la Torres si sbagliava di grosso, e che ero solo una stupida che continuava ad illudersi dopo mesi. Un po' ferita dalla sua affermazione, non dissi nient'altro. Non mi girai, ma lo sentii alzarsi dalla sedia e spostarsi.
Puntai un libro sullo scaffale più alto, e mi allungai per prenderlo. Non arrivandoci, sbuffai, e provai a salire sullo scalino successivo. Facendolo, però, scivolai.
Di impulso gridai, ma invece di schiantarmi a terra mi ritrovai in piedi grazie a Dylan, che mi aveva presa appena in tempo.
Invece di lasciarmi, mi tenne ancora in vita, ed entrambi rimanemmo a guardarci negli occhi. In quel momento, avrei potuto giurare che la sua risposta precedente fosse una bugia, ma poi mi colse di sorpresa pronunciando l'ultima frase che mi aspettavo di sentire.
-Non baciarmi-
Lo disse quasi come fosse un sospiro, come se avesse dovuto raccogliere tutta la forza che possedeva per dire quelle parole.
Non mi era neanche passata per la mente quella possibilità, e da come guardava le mie labbra sembrava lui a volerlo.
-Perché?- gli chiesi io, con un tono di voce più basso del solito.
Aspettò un secondo per rispondere.
In quel momento, vidi nei suoi occhi lo stesso sguardo con cui mi aveva guardata la notte in cui ci eravamo baciati, come se intorno a noi il mondo avesse cessato di esistere.
-Perché ho paura di ciò che potrebbe succedere dopo- rispose, lasciandomi ancor più spiazzata di prima.
Intanto, però, entrambi ci eravamo avvicinati all'altro.
-E cosa potrebbe succedere?- chiesi ancora. Un altro centimetro e avrei potuto toccare la sua fronte con la mia.
-Non ne ho idea- disse lui, e poi mi baciò, non facendomi capire più niente. Gli presi il viso tra le mani e ricambiai il bacio senza pensarci due volte. Mi strinse ancora di più, benché non ci fosse nessuno spazio tra di noi, e io feci lo stesso. Dalla festa nessuno dei due aspettava altro, e dopo quei giorni passati a resisterci a vicenda, entrambi eravamo quasi fuori controllo. Non riuscendo più a stare sulle punte, lui mi prese in braccio senza staccare le sue labbra dalle mie, e mi fece sedere sul tavolo dietro di noi, in modo tale che arrivassi alla sua stessa altezza. Ci staccammo per un secondo, solo per scambiarci uno sguardo. Le sue pupille erano dilatate, e potei percepire che si sentisse esattamente come mi sentivo io, perché mi guardò come se fossi la cosa migliore al mondo. Ricominciammo a baciarci. Mi spostai verso il bordo del tavolo, in modo da poter essere il più vicina possibile a lui. Si staccò un'altra volta, respirando a fondo, per poi lasciare una scia di baci sul mio collo e facendo scivolare una mano sotto l'orlo del maglione, dandomi i brividi.
Evans sarebbe potuto entrare da un momento all'altro tranquillamente, ma la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle non mi aiutava particolarmente a pensare a mente lucida.
Si spostò di nuovo sulle mie labbra, attirandomi più vicina a sé passando una mano lungo la mia schiena, sotto il maglione.
Io passai una mano tra i suoi capelli, e abbassai la schiena verso il tavolo attirandolo verso di me.
Proprio in quel momento, però, sentimmo la sirena del campo suonare, e ci staccammo di scatto. Un secondo dopo sentii la serratura della porta scattare, e mi affrettai a scendere dal tavolo. Entrò il prof Evans, e pensai "ODDIO, CI HANNO SCOPERTI", ma poi disse:
-Prova di evaquazione, la punizione finisce qui per oggi-
Detto questo, uscì dalla biblioteca. Io mi schiarii la gola, e mi affrettai a seguirlo, sentendo lo sguardo di Dylan fisso su di me. Ci radunammo tutti nel parcheggio del Campus, e io raggiunsi le mie amiche.
-Oddio, sei completamente rossa. Che è successo?- chiese Faith vedendomi arrivare.
Mi stavo chiedendo la stessa identica cosa da quando ero uscita.
Non risposi.
-Niente baby Miley, vero?- chiese Carly. Io la guardai male. Mi girai, e vidi Dylan e i ragazzi a pochi metri da noi.
-Hai le labbra gonfie- notò Rose.
-Ci siamo baciati- dissi infine, a bassa voce.
Alex fece un gridolino di gioia.
-E TU ME LO DICI COSÌ?- gridò Faith.
-Shhh- le dissi, coprendole la bocca con una mano. Lei mi diede un morsetto, e io la tirai indietro.
-Non gridare! È lì- le dissi facendo un movimento quasi impercettibile con la testa. Lei seguì con gli occhi la direzione, e lo vide.
-Ti sta guardando- disse Millie.
-Non fissatelo- dissi io a tutte, che lo stavano facendo. Distolsero lo sguardo trattenendosi dal sorridere come delle idiote.
-No, ma non gli piaccio mica!- disse Faith imitando la mia voce.
-Sta zitta- le dissi io.
-Ricorda le parole del saggio-
-Che è sempre Ed Sheeran- ribattei.
-Okay, allora ricordati le parole di Ed Sheeran. Sta notte ti metto le cuffie e ti faccio ascoltare quella canzone mentre dormi-
-Tu sei pazza- le dissi io divertita.
Si sentii un fischio assordante, e guardai nella direzione da cui proveniva. Era stato causato dalla sorvegliante del dormitorio femminile che aveva in mano un megafono.
-Okay, dividetevi a seconda del dormitorio per l'appello- disse. Noi ragazze ci spostammo a destra, i ragazzi rimasero a sinistra insieme al loro sorvegliante. Fatto l'appello, ci lasciarono andare. Cercai Dylan con lo sguardo, e non trovandolo seguii le mie amiche.
-RACCONTA TUTTO- esclamò Faith quando arrivammo in stanza.
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Lost in my memory [IN REVISIONE]
Novela JuvenilMiley, dopo un incidente che la fa rimanere in coma per un po' e le fa perdere temporaneamente la memoria, cambia la sua vita radicalmente trasferendosi a San Francisco. Inizia a frequentare la San Francisco Academy, e tra le nuove conoscenze ritrov...