Studiai per il resto del pomeriggio matematica dato che lunedì ci sarebbe stato il compito in classe.
-Fai una pausa, sei preparatissima!- mi disse Alex dopo che le ebbi ripetuto per la millesima volta l'ultimo argomento spiegato.
-Faccio qualche altro esercizio e smetto- risposi. Li intervenne Faith.
-Miley, sono le dieci di sera, e sono giorni che studi. Vai a letto, o domani non ce la farai neanche ad alzarti- disse.
Alla fine, decisi di ascoltarla, e andai a letto. Avevo ancora la mente incasinata a causa di quel ricordo, e da quello che era successo quel pomeriggio, anche se non era molto. Ci teneva a me a New York, e io pensavo non mi sopportasse neanche. Aveva detto anche che sta volta era diverso, e non potei che essere d'accordo con lui. Era diverso perché se a New York non poteva fregarmene di meno di quel ragazzo, ora stava cominciando a diventare importante per me. Alla fine, dopo aver fatto mente locale per l'ennesima volta su tutti gli argomenti di matematica, riuscii ad addormentarmi.***
La sveglia suonò alle sei in punto. Solitamente suonava alle sette, ma quella mattina non potevo permettermi di essere mezza addormentata in classe. Faith e Alex cominciarono ad agitarsi nei loro letti.
-Miley, cavolo, spegni quell'affare. È presto- si lamentò Faith, seguita da uno sbadiglio di Alex. Posticipai la sveglia di mezz'ora, e provai a riaddormentarmi, con scarsi risultati. Mi limitai a rigirarmi nel letto, coprendomi la testa con un cuscino e abbracciando quello a forma di emoji, fino a quando la sveglia non suonò di nuovo. Sta volta le ragazze non si lamentarono, e si alzarono.
-La doccia è mia, sappiatelo- dissi loro chiudendomi in bagno. Sentii un "vaffanculo" di Faith, e risi. Feci la doccia e mi sistemai, per poi uscire dal bagno con i capelli già asciutti e la biancheria addosso sotto l'asciugamano.
-Ora entro io- disse Alex, ma venne interrotta da Faith.
-Sappiamo tutte che se sarò l'ultima a fare la doccia non usciremo prima delle otto, fa' entrare me-
Alex sbuffò, e Faith entrò in bagno. Io intanto mi vestii e mi truccai. Alle sette e mezza, io e Faith eravamo già pronte, mentre Alex doveva ancora asciugare i capelli. Una volta che anche lei ebbe finito, uscimmo dalla stanza. Le altre erano ancora dentro la loro. Bussai due volte alla porta di Carly, Diana e Rose.
-Sbrigatevi che è tardi!- disse Alex, e sentii Carly lamentarsi da dentro la stanza. Prendemmo da mangiare al volo al bar, ed entrammo a scuola, pronte per quello che sarebbe stato il compito peggiore dell'anno. Quando arrivammo in classe, trovammo solo poche persone. Prendemmo posto, poco dopo arrivarono anche le altre ragazze, e come al solito i ragazzi entrarono all'ultimo minuto. Tutti cominciammo a ripassare regole su regole e a chiedere chiarimenti agli altri compagni. O meglio, alla più brava della classe: Millie Denver, una ragazza dai lunghi capelli scuri e ricci, con gli occhi castani e l'apparecchio ai denti.
-Mills, è giusto?- le chiese Rose, mostrandole il quaderno. Millie guardò l'esercizio, e poi disse:
-Il procedimento è giusto, hai fatto un errore nel calcolo qui, però. Il segno è meno, non più- le spiegò, indicandole un punto sopra al foglio. Rose guardò, e si rese conto dell'errore. Tutti continuarono a chiederle dei chiarimenti, finché la professoressa Torres non entrò in classe. Era forse l'insegnante più giovane che avevamo, e anche quella che poteva passare dall'essere simpatica e carina al diventare una vipera in tre secondi.
-Buongiorno ragazzi- disse con un sorriso entrando. Aveva i capelli neri mossi, la pelle chiarissima, un fisico magro e slanciato e una tuta verde sportiva addosso. Tutti tornarono al proprio posto, e lei prese dalla borsa dei fogli.
-Le tracce sono tutte uguali, avete fino alla fine dell'ora per consegnare- disse distribuendo i fogli e poggiandoli sui banchi, girati al contrario. Ci fece allontanare gli uni dagli altri, e poi disse:
-Potete iniziare-
Scrissi sul foglio protocollo il mio nome, e poi presi quello con le tracce. C'erano due equazioni e due disequazioni, fortunatamente non troppo difficili. Riuscii a finire tutto in poco tempo, e cominciai a controllare e ricontrollare gli esercizi.
-McCurty, hai finito?- chiese la Torres. Io alzai lo sguardo dal foglio e incrociai gli occhi neri della prof.
-Si, sto ricontrollando- risposi. Lei si avvicinò al banco.
-Penso che tu abbia controllato abbastanza, consegna- disse allungando una mano verso il foglio. Io glielo consegnai con il cuore a mille, sperando con tutta me stessa che andasse bene. Subito dopo di me, consegnò Millie. Vidi Claire abbastanza in panico, e la cosa mi divertì abbastanza. Lei si accorse che la stavo guardando, e mi sussurrò sprezzante:
-Una foto dura di più, lo sai?-
Io roteai gli occhi. La prof si accorse del nostro scambio.
-Miley, dato che hai finito, perché non fai un giretto fuori dalla classe? Non vorrei che i tuoi compagni si distraessero-
Intuii dal suo tono di non avere possibilità di scelta, quindi mi alzai e uscii fuori. Presi qualcosa da mangiare alle macchinette, dopodiché rimasi imbambolata fuori dalla classe, pensando agli eventuali errori che avrei potuto fare, fino a quando la campanella non suonò. Le ragazze uscirono dalla classe, e io mi aggiunsi subito a loro.
-Come vi è andata?- chiesi.
-Penso bene, ma non sono sicura della seconda equazione. A te quanto è venuta?- disse Alice.
-La prima x 5, la seconda 2- risposi.
-Cazzo, a me 7 e 3- disse Rose, mettendosi una mano sulla fronte.
-Non so quanto affidamento tu possa fare sui miei risultati, non ho mai preso un voto più alto della C in matematica- la rassicurai io, facendo preoccupare me stessa.
-Beh, a me sono venuti i tuoi stessi risultati- mi disse Alex.
-Io non voglio neanche sapere quello che ho combinato. È possibile che capitino a me tutti i numeri primi?- esclamò Carly. Io risi per il modo in cui l'aveva detto. Prendemmo i libri per la lezione successiva, che sarebbe stata quella di letteratura, e ci recammo alla classe della De Laurentis, che era già accampata lì da chissà quanto.
-Buongiorno ragazzi!- esclamò cordiale con la sua vocina stridula, guardandoci con gli occhi ingranditi dagli occhiali.
-Buongiorno- rispondemmo.
Prendemmo posto, e in quel momento entrarono Dylan, Austin, Paul ed Andrew, che si sedettero nei banchi dietro ai nostri, vicino a Shawn che era già lì.
-Ragazzi, come al solito siete sempre molto puntuali- disse la De Laurentis ironica.
-Ci scusi prof, abbiamo avuto problemi ad aprire un armadietto- inventò Austin, sorridendo alla professoressa.
-In quei posti dietro non mi piacete tutti e quattro, distraete il vostro compagno Stewart- continuò lei. I ragazzi si girarono verso Shawn, che alzò le mani in segno di resa.
-Cross, vai accanto a McCurty, Lewis accanto alla Martin e Watson accanto alla Murphy. Jackson, prova a fare silenzio per una lezione- disse infine.
-Mi metta alla prova per un giorno, prof- rispose Austin, sorridendo.
Io e le ragazze ci guardammo, e i ragazzi presero posto accanto a noi: Andrew accanto ad Alex e Paul accanto a Faith. Dylan si sedette accanto a me, senza rivolgermi nemmeno uno sguardo.
-Com'è andato il compito?- gli chiesi.
-Bene- rispose lui in tono piatto, senza guardarmi. C'era qualcosa che non andava, ma non potei indagare oltre perché la lezione cominciò.
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Lost in my memory [IN REVISIONE]
Teen FictionMiley, dopo un incidente che la fa rimanere in coma per un po' e le fa perdere temporaneamente la memoria, cambia la sua vita radicalmente trasferendosi a San Francisco. Inizia a frequentare la San Francisco Academy, e tra le nuove conoscenze ritrov...