La sveglia suonò alle sei e trenta precise. William si rigirò pigramente nel letto biascicando parole confuse, coprendosi il volto con il piumino. Si ritrovò catapultato nella realtà dal suo stato di dormiveglia quando quel suono squillante si intensificò. Borbottando, allungò un braccio verso il comodino accanto, iniziando a tastare con il palmo la sua superficie alla ricerca del cellulare. Si prese qualche altro minuto dopo aver disattivato l'allarme.
Mezz'ora dopo fu fuori, nell'alba di una fredda giornata invernale, il respiro che si condensava in eleganti volute salendo verso il grigio cielo, preannunciante possibile pioggia. Sbadigliò sonoramente, passandosi una mano tra i biondi capelli per spostare di lato la folta frangia laterale che copriva parzialmente l'occhio destro, differenziato dal sinistro per via dell'iride tendente al grigio. Dalla tasca della larga felpa nera in cotone recuperò le cuffie, i fili aggrovigliati al punto da costringerlo per decine di secondi a lavorare su di esse. Fu così che non si accorse del bus che gli sfrecciò accanto, diretto alla fermata sul fondo della via. Si voltò nella sua direzione rapidamente, le labbra sottili tirate mentre rifletteva sul da farsi. Nonostante il rapido scatto e la corsa sostenuta al massimo della velocità, il pullman ripartì poco più avanti, lasciandolo piegato in due col fiato corto mentre alcuni studenti di sua conoscenza, affacciati al finestrino, lo deridevano con tanto di gesti volgari in un clima di sfacciata allegria. Li seguì con i limpidi occhi fino a che il bus non sparì, svoltando all'incrocio.
«Porca...» Imprecò, togliendosi dalle spalle il peso dello zaino per lasciarlo scivolare con poca cura su quel pezzo di asfalto irregolare, rialzato e crepato, che doveva essere il marciapiede. "Se solo mi fossi iscritto alla palestra quando c'era quell'offerta...". Poco gli importava dei compagni e delle loro volgarità. Rise debolmente con una punta di falsa disperazione. Non era la prima volta che gli capitava di essere deriso, ma ciò non sortiva più alcun tipo di effetto su di lui. Era consapevole che a quell'età bastava poco o niente per essere messo nel mirino di qualcuno che probabilmente si sentiva ingiustificatamente superiore agli altri, e lui ci era finito; una volta preso di mira, ti avrebbero tenuto in tiro per mesi o addirittura anni.
A passi lenti si avviò a casa, subito dopo aver recuperato lo zaino. "Mate è alla prima ora, se non mi faccio vivo sta volta mi dà zero, ne sono sicuro." Si mise le mani in tasca. "Se solo avessi già la patente..." Si fermò davanti all'ingresso, contemplando l'idea di passare la mattinata in qualche altro modo cercando di scacciare quel lume di buon senso che gli rimaneva, quando Caterina spalancò la porta, le chiavi dell'auto in mano. Fece un piccolo balzo per via di quell'improvvisa comparsa.
La donna aggrottò la fronte, lo sguardo confuso. «Che ci fai ancora qui?»
William esitò. «Ho perso il pullman. Senti... potrei stare a casa oggi? Non mi sento molto bene...» Per esagerare si portò le mani allo stomaco, piegandosi in due.
«Di nuovo?» Strillò lei. «Questa volta non me la fai, prenditi le tue responsabilità. Sali in macchina, io arrivo subito.» Lo guardò, con aria pensierosa. «Sali, è aperta, io arrivo subito.» Senza aggiungere altro, rientrò in casa.
Dopo aver sbuffato e alzato gli occhi al cielo si diresse alla Fiat Cinquecento bianca, parcheggiata sul grigio vialetto. Aprì il bagagliaio, vi infilò lo zaino e sbatté il portellone. Una volta seduto al suo interno, collegò le cuffie al cellulare e si mise alla ricerca dei suoi album preferiti. Sua madre lo raggiunse dopo pochi minuti. Indossava un semplice cappotto grigio abbinato a dei blue jeans e a un paio di eleganti stivaletti neri, i lunghi capelli biondi raccolti in un'ordinata treccia. La scuola che William frequentava, nella provincia Bergamasca, era abbastanza distante, ma in auto ci si arrivava tranquillamente in circa quindici minuti.
![](https://img.wattpad.com/cover/195111556-288-k697955.jpg)
STAI LEGGENDO
Quantum Gods: Multiverse collapse
Fantasy꧁ 𝐼𝑛 𝑢𝑛 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑒 𝑓𝑒𝑟𝑟𝑒𝑒 𝑒 𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑒 𝑙'𝑖𝑟𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑖𝑑𝑒𝑎𝑙𝑖�...