Il negozio cinese era più grande di quanto potesse sembrare e vendeva di tutto e di più, dagli oggetti tecnologici a quelli per la casa, dai vestiti agli arredi per il giardino e così via. Shira rimase impressionata dalla maggior parte degli articoli esposti e iniziò a curiosare e a chiedere, come un piccolo bambino dell'età che dimostrava. William le rispondeva il più sinteticamente e precisamente possibile, soddisfando la sua infantile curiosità. Nei suoi occhi risplendeva entusiasmo e agitazione e nell'osservarla gli venne da sorridere. Se non fosse stato per la realtà che li avvolgeva, quel giro al negozio poteva essere una normale uscita tra fratelli.
«Cosa stiamo cercando di preciso?» Chiese lei, interrompendo la sua esplorazione.
«Liquidi infiammabili e una valigia.» Rispose, tenendo basso il tono della voce. Una coppia stava osservando uno scaffale con esposte tende e tovaglie, toccando con mano i tessuti, commentandone decorazioni e colore.
«Non serve anche una vanga per seppellire ciò che ne rimarrà?»
«No, basterà bruciarlo.»
Dopo aver girovagato frettolosamente tra gli scaffali, anche loro trovarono uno degli oggetti necessari: un quadrato all'angolo del negozio era stato riservato a valige e trolley di tutte le dimensioni e colori.
«Credo che ci servirà quella più grande.» Sostenne Shira e William confermò.
Ne scelsero una semplice nera con le zip di color argento.
«Adesso ci servono sostanze infiammabili. Credo di avere un'idea. Seguimi.» Poco più in fondo aveva visto delle confezioni in plastica contenenti candeggina. Ne prese due e calcolò il loro peso. «Credo che sia meglio dare a te la valigia. Queste pesano parecchio.» Shira accettò.
Per concludere, William si rese conto che non avevano nulla con cui appiccare il fuoco e dal bancone prese una scatola di fiammiferi. Osservò l'ambiente: oltre alla commessa non c'erano altri impiegati.
«Preparati.» Bisbigliò alla Dea, la quale annuì.
E la fuga iniziò. Come previsto l'allarme suonò, facendo sobbalzare i pochi clienti. La commessa, nel vedere i due ladri, iniziò a gridare parole con un marcato accento cinese, e li inseguì all'esterno. Un passante cercò di intralciarli ma i due riuscirono comunque a darsela a gambe.
Una volta ritornati all'hotel si adoperarono per chiudere il cadavere nella valigia. Non fu facile: William non riusciva a sollevarlo da solo e così dovettero trascinarlo dentro e raggomitolarlo in modo da evitare di lasciare fuori una mano o un piede. Una volta terminata la prima parte del piano, insieme alla Dea si informò su luoghi vicini adatti al loro macabro obiettivo.
«Cosa è questo oggetto che cambia colore in continuazione?» Chiese lei.
«Un cellulare. Più avanti ti mostrerò come funziona, ma prima ce ne sbarazziamo, meglio è.» Sostenne il ragazzo.
Shira, ancora stremata per la corsa, si sedette pesantemente a terra. Sospirò. «Questo corpo non ha forza e resistenza. Mi manca il mio originale.»
«Come fai a dire che non hai forza dopo aver steso un commesso e ucciso un uomo procurandogli una ferita come quella?» Anche William era esausto, ma non voleva permettersi neanche un minuto di riposo. Finché quel cadavere rimaneva nei dintorni non poteva darsi pace e i sensi di colpa lo stringevano, soffocandolo. Si sentiva addosso un'oppressione insopportabile; per quanto sarebbe riuscito ad avanti?
La Dea aveva recuperato il bastone di metallo e lo stava rigirando tra le mani. «Ammetto di essere stata avventata. Per quanto io sia consapevole della mia attuale posizione, non riesco a reprimere i comportamenti che reputo normali.» Abbassò lo sguardo.
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Quantum Gods: Multiverse collapse
Fantasy꧁ 𝐼𝑛 𝑢𝑛 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑒 𝑓𝑒𝑟𝑟𝑒𝑒 𝑒 𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑒 𝑙'𝑖𝑟𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑖𝑑𝑒𝑎𝑙𝑖�...