꧁Capitolo 14꧂

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Remhira era stata plasmata e creata sui frammenti di un antico mondo distrutto facente parte di un sistema solare di soli quattro pianeti. Il suo nucleo ancora incandescente e ben visibile, tenuto compatto da Lux, impediva alle isole e ai detriti di allontanarsi, richiamati dal vuoto cosmico, per via della forza cinetica generata dall'esplosione che ancora li permeava. Numerosi e maestosi templi e santuari sorgevano su di essi, costruiti con pietre e materiali rari in grado di catturare e riflettere la luce, tra cui il Nhiria, di colore avorio più o meno tendente al bianco, in grado di emanare luce propria. In quella città sospesa sul nulla vi era una ricca e varia flora che, con i suoi colori e la sua vita, creava un'atmosfera pacifica e paradisiaca.

Dea e Dio si materializzarono nel giardino da lui visualizzato pochi minuti prima. Caddero con pesantezza sul vialetto ciottoloso e William, nel tentativo di proteggere Shira dal colpo, si ferì al gomito; la ferita si richiuse rapidamente. Si rialzarono lentamente, scombussolati a causa della frammentazione e ricomposizione del loro corpo.

Shira si osservò intorno sconcertata, ma la preoccupazione nei suoi occhi venne spazzata via dalla gioia una volta resasi conto del luogo in cui si trovava. Batté le mani una volta e si produsse in un piccolo balzo. «Guarda, siamo arrivati! Ce l'hai fatta!»

Il suo ampio sorriso lo rasserenò. «Dubitavi forse delle mie capacità?»

Lei riacquistò compostezza. «Semplicemente, data la situazione di poco prima, non mi aspettavo un successo immediato.»

William tirò un sospiro di sollievo. Si guardò intorno anch'egli. Il sentiero conduceva a una grande fontana circolare decorata simmetricamente con statue raffiguranti figure umanoidi e longilinee rifinite in argento e, al suo centro, l'acqua sgorgava in numerosi fini getti cristallini. Dietro essa un grande ed elegante portone finemente decorato con motivi floreali conduceva a quello che sembrava essere un grande palazzo, circondato da un verdeggiante giardino ben curato. Spalancò la bocca senza rendersene conto dopo aver adocchiato, alle sue spalle, il santuario in cui era custodita la spada. «Vola? E quanto sono grandi?» Non nascose lo stupore.

«Da ciò che so, il più piccolo ha un perimetro di circa trecento metri quadri. Il tutto è costruito sui resti di un pianeta esploso miliardi di anni addietro.»

«Esploso come?»

«Questa, purtroppo, non è un'informazione che posseggo.»

Rimasero in silenzio per qualche minuto, entrambi intenti ad ammirare quel paesaggio surreale.

«Senti...» Parlò Shira. «Grazie per avermi salvato.»

«Ho semplicemente fatto quello che dovevo.» Commentò.

«Mh. Comunque, ora inizia il vero gioco; nessuno si aspetta una nostra comparsa, quindi dovrai far leva su questo fattore. Sii furtivo e guardati sempre le spalle. Se ci scoprono, tu non sei ancora in grado di affrontarli e io, per come sono, non posso fare nulla al momento. Mi nasconderò qui da qualche parte, tu raggiungi quel tempio e recupera l'anello. Una volta riuscito, torna qua. Ritorneremo sul tuo pianeta per completare l'ultimo atto in tranquillità.»

Un velo di preoccupazione si posò su di lui. «Quanto tempo sarà passato, una volta che saremo tornati?»

Shira si accigliò, l'aria riflessiva. «Dipende da quanto ci metterai a portare a termine la missione, ma anche in questo caso non saprei dirti di preciso che differenza ci sia tra la quarta dimensione di questo universo e il nostro.» Si portò una mano al mento. «Però sono certa che qui scorra più lentamente.»

«Allora sarà meglio darsi una mossa.» Commentò lui. Chiuse gli occhi e si concentrò, cercando di espandere nuovamente la mente. Non ricordava come ci era riuscito, ma ottenne ugualmente successo dopo un paio di tentativi falliti. Percepì l'energia emanata dalle creature viventi di quel mondo; alcune anime erano deboli e flebili ma, non troppo lontane, ve ne erano altre di potenza ed intensità spaventose, una di queste all'interno del tempio che doveva raggiungere. Si ritirò nel suo corpo violentemente, tanto che quasi perse l'equilibrio. Un forte mal di testa iniziò a pulsargli alle tempie.

Quantum Gods: Multiverse collapseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora