꧁Capitolo 5 - Parte seconda꧂

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Shira era riuscita finalmente a trovare la piccola crepa in quell'universo-prigione grazie alla traccia di Fuinur. Lux non se n'era accorto: anche una coscienza fusa nel tutto non sarebbe riuscita a tenere sotto controllo ogni minima cosa. Fece pressione fino a riuscire a varcarla e per un momento si ritrovò spaesata nel vuoto cosmico in cui si ritrovò. Continuò a seguire la traccia, fendendo spazio e tempo il più rapidamente possibile per non farsi scovare, pur conoscendo le possibili conseguenze di quel gesto disperato. Dovette farsi forza e proseguire a velocità ridotta, invasa dall'impazienza e dalla paura, cercando nel frattempo di mantenere unita la propria coscienza, ora lontana dal suo involucro. Le ci volle una buona dose di tempo prima di riuscire a raggiungere l'anima del suo guerriero, un piccolo frammento all'interno della nuova energia che formava l'essenza di quel corpo per lei estraneo.

Il mortale in suo possesso non era cosciente, probabilmente immerso nel sonno, e per lei fu più facile mettersi in contatto con quella creatura. Dentro di lui regnava la pace assoluta, la mente vuota e il corpo stanco. Si bloccò all'improvviso nel sentire la propria determinazione vacillare. "Chi sarà la persona che mi ritroverò davanti? Colui di cui ho memorie, o un estraneo?" ma la risposta era già in suo possesso e ciò la inquietava. Si riscosse, scacciando la malinconia e riaggrappandosi alla sue motivazioni. Creò in lui la sua immagine sperando ingenuamente che, non appena sveglio, si sarebbe ricordato di lei.

Strinse i pugni e puntò gli occhi vuoti davanti a sé, parlando senza muovere le labbra, riflettendo i suoi pensieri. «Sono sicura che tu non sappia chi sono, eppure io ti conosco bene o almeno, conosco molto bene una parte di te che tu probabilmente non sei in grado di comprendere.» La voce si diffuse nel nulla, riecheggiando con insistenza; si portò le mani alle orecchie, una smorfia sul volto.

Sentendo la malinconia aumentare, sperò di scacciarla portando l'umano all'interno di quel vasto spazio oscuro. Fu un'impresa difficile, che le tolse non poche energie. Quella coscienza aleggiante tutt'intorno, che lei aveva appena preso per controllarla, si concretizzò nel riflesso incorporeo del ragazzo e Shira si trovò di fronte un grazioso umano che vagamente gli ricordava, in alcuni tratti, Fuinur.

«Dove sono? Chi sei tu?» Lo sguardo pieno di sgomento, in quello spazio vuoto ora si riversava la sua paura, che pressò la Dea non poco.

«Sembra che tu sia all'interno di questo sogno, vero? Ed è così. Tu adesso sei nella tua stessa mente. E non stai sognando, Fuinur.»

«Senti, non è possibile, ovviamente.» Iniziò a ridere. «Si tratta solo di uno dei sogni lucidi più realistici che abbia mai fatto, dopo quello di questa mattina.» Allargò le braccia, una scintilla d'ilarità negli occhi.

«Mi dispiace deluderti, ma non è così.» Gli girò intorno una volta, lentamente, squadrandolo dall'alto in basso, tenendo la testa alta. Arricciò le labbra. Mai si era sentita più sollevata e felice di così, ma doveva controllarsi; voleva dimostrare a quel nuovo guerriero di meritarsi di essere chiamata Dea. «Immagino che tu abbia molte domande da pormi e anche io ne ho. Credo che, per correttezza, dovrei essere io a iniziare a spiegare, cosicché tu possa comprendere in che situazione e posizione ti trovi.» Sorrise, mostrando la sua candida dentatura. Notò lo sguardo sorpreso del ragazzo.

«Senti, non credo che sapere cose che la mia immaginazione si inventa al momento "tanto per"» fece le virgolette con le dita «possa servirmi a qualcosa.» Incrociò le braccia al petto, il suo tono si era fatto beffardo.

«Comunque tu la pensi, limitati ad ascoltare e poi valuta se tenere a mente ciò che sto per dirti o no. Vedi di prestare attenzione, perché il destino dell'universo è anche nelle tue mani.» Si fece seria e indurì lo sguardo, una piccola ruga d'espressione sulla fronte.

Quantum Gods: Multiverse collapseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora