L'umano la condusse in un piccolo locale immerso in una piacevole atmosfera. Si erano seduti tutti e tre a un piccolo tavolino, la donna con gli occhi lucidi e il ragazzo che tamburellava con le dita sulla coscia, l'aria tesa e la muscolatura del volto rigida.
Avendo l'impressione che nessuno volesse proferire parola, decise di rompere quell'imbarazzante silenzio. «Signora, potreste cortesemente lasciarmi sola con questo ragazzo?»
«Lasciarti solo con uno sconosciuto? Non ti sembra di esagerare un po'...»
«Mi ha salvato la vita, di conseguenza gli devi altrettanto. William, dille che vuoi parlare privatamente con me, così che lei possa espiare il suo debito.»
Il ragazzo guardò la madre e cercò di comunicarle che non doveva preoccuparsi, che non gli avrebbe mai torto un capello. Lei ci pensò su a lungo, ma decise di accettare la cosa. «Va bene, ma io resto qua fuori.» Si strinse l'elegante giubbotto al collo e uscì, non dopo essersi guardata alle spalle due volte.
«Bene.» Disse lei, compiaciuta. «Ho mantenuto la mia promessa, ma credo di aver fatto un errore di valutazione. Non mi aspettavo che sarei finita nel corpo di un poppante.» Si guardò disgustata. «Ma non avevo altra scelta. Stavo per dissolvermi.»
«Tu chi sei...»
«Credevo l'avessi capito. Sono Shira. Ci siamo incontrati questa notte, nei tuoi sogni, nella tua mente.»
Il suo volto si fece cereo. «Sh-Shira?» Abbassò lo sguardo, gli occhi sgranati. Una debole risata lo fece sobbalzare impercettibilmente, portandolo a puntare gli occhi in quelli del ragazzino. «Stai scherzando, vero? Tu sei solo un sogno, tutto questo è solo un cazzo di sogno!» Si alzò in piedi sbattendo le mani contro al tavolo, le nocche sbiancate, gli occhi lucidi e arrossati.
I presenti ammutolirono, rivolgendo completamente la loro attenzione ai due. La Dea rimase composta. «Data la situazione, ti sconsiglio di metterti troppo in mostra. Ne possiamo parlare con calma da un'altra parte.» Parlò a bassa voce. Subito dopo si osservò intorno, un sorriso teso sul suo nuovo viso. «Chiedo scusa per aver recato disturbo. Lasceremo il locale il prima possibile.»
William la guardò, ancora più incredulo. «Io non vado da nessuna parte, non fino a che non avrò capito cosa diamine sta succedendo!» Si irrigidì ancora di più.
Lei rimase impassibile, una punta di irritazione negli occhi. «Desideri spiegazioni? Le avrai, ma non qui. Ti dirò tutto ciò che vorrai sapere.»
La sua risata era disperata. «Io non voglio sapere niente, voglio semplicemente ritornare alla mia vita.»
«Sono in grado di aiutarti, ma se vuoi sapere come fare devi lasciarmi parlare. Conducimi in un luogo distante dalle attenzioni altrui, e io ti rivelerò tutto ciò che devi conoscere.»
Il ragazzo rimase perplesso, le lacrime scorrevano copiosamente lungo i suoi lineamenti. «V-va bene...» Si rimise lentamente a sedere, lo sguardo confuso perso nel vuoto.
Shira aspettò che riprendesse il controllo. Mentre i secondi passavano, più lunghi di ciò che effettivamente erano, il pianto del giovane terminò e il rossore, che lo aveva invaso dopo il suo sfogo, era progressivamente svanito. Dopo un breve momento di esitazione, parlò. «Io mi nascondo, tu porta la donna lontano e trova un modo per abbandonarla. In quel momento sarò uscita da qui; raggiungimi e allontaniamoci.»
Annuì, titubante. Senza degnarla di uno sguardo si alzò e, a brevi passi, si recò all'esterno. La Dea sorrise e approfittò di quel momento per nascondersi dietro a un grande frigorifero per dolci, ignorando le occhiate stranite e curiose che le venivano lanciate. "Questo nuovo corpo mi fa sentire debole e insignificante. Spero che questo umano sia davvero in grado di aiutarmi." Arricciò le labbra, ma un sorriso compiaciuto prese rapidamente posto di quella sottile smorfia quando vide la giovane donna entrare e dirigersi a una delle porte sul fondo della curiosa locanda. Una volta che quest'ultima scomparve alla sua vista, uscì dal suo nascondiglio improvvisato per raggiungere William. "Ed è così che inizia la mia nuova avventura. Non so proprio cosa devo aspettarmi." Ridacchiò in silenzio. Lo vide in piedi, rigido come un tronco, i pugni chiusi.
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Quantum Gods: Multiverse collapse
خيال (فانتازيا)꧁ 𝐼𝑛 𝑢𝑛 𝑢𝑛𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑒 𝑓𝑒𝑟𝑟𝑒𝑒 𝑒 𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑒 𝑙'𝑖𝑟𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑖𝑑𝑒𝑎𝑙𝑖�...