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𝒁𝒆𝒕𝒂 𝑮𝒆𝒎𝒊𝒏𝒐𝒓𝒖𝒎


Taehyung non poteva fare a meno di pensare alla conversazione che aveva avuto con il fratello.

Non aveva mai visto Seokjin così perso in sè stesso, come se per un attimo, si fosse dimenticato di chiudere la porta dell'armadio che custodiva tutti i suoi scheletri.

Era spaesato, ma al tempo stesso lusingato, di essere riuscito a estrapolare le ultime brucianti confessioni dalla bocca di suo fratello.

Seokjin era un'anima in pena che fingeva di essere felice. E mai in vita sua Taehyung, avrebbe voluto strappare quella maschera di finto umorismo dal viso del suo hyung come quella sera.

Era raccapricciante. Era raccapricciante come suo fratello fosse diventato così bravo a nascondere le emozioni, le espressioni, i sentimenti. E persino per Taehyung era diventato quasi impossibile decifrarlo.

Seokjin era stato tradito dalla donna che era rimasta al suo fianco per ben due anni. Una donna che amava alla follia, a cui Seokjin stava per chiedere di sposarlo e sancire così il loro amore.
Taehyung rimase sconvolto quando scoprì le vere intenzioni del fratello dopo quel racconto struggente: niente più amore, niente sentimenti, nessuna relazione, solo sesso occasionale per soddisfare i propri desideri.

A quella rivelazione fu come perdere l'equilibrio dal filo di un rasoio e cadere in un dirupo, il cui abisso nero non erano altro che quei sentimenti tanto disprezzati e ripudiati da Seokjin.

- A volte non capisco se l'amore esiste per curare gli uomini o per portarli alla pazzia -

Il violinista non smetteva di ripensare a quella frase, così cruda ma così vera, che non faceva altro che aumentare il suo senso di sbigottimento e smarrimento.

- Perché non me ne hai mai parlato? Perché non mi hai mai raccontato di lei? -

- Era inutile mettere lo stesso cappio intorno al collo di entrambi, no? - domandó ironico Seokjin con gli occhi rossi per l'erba.

- Avrei potuto aiutarti - rispose l'argenteo guardandolo.

- Nessuno poteva aiutarmi con quello -

- Con cosa? - chiese Taehyung, accigliandosi per un secondo.

- Con un amore morto -

Non faceva altro che ripetersi quelle parole in testa, ma cercó di scacciarle perché quello non era il momento adatto.

Si riscosse, si sistemó la maglietta e i pantaloncini da ginnastica e si avvió di sotto, uscendo in strada.

Mancava davvero poco alle sette e venti, e Taehyung aveva osservato abbastanza Jungkook da capire che quello ormai era il suo orario abituale per andare a correre alla mattina.

Quasi si mise a ridere, constatando come un ragazzo tenero e impacciato come Jungkook, gli avesse fatto alzare il culo alle sei e mezza per farsi un doccia gelida e infilarsi una tuta qualsiasi e aspettarlo in strada.

Non che Jungkook ne avesse di colpa, lui non sapeva niente, era solo che a volte il lato da "pervertito guardone" di Taehyung emergeva e non poteva fare a meno di osservarlo dalla finestra mentre si riscaldava.

Non era poi tutta sta gran fatica, che guardare un Jungkook sudato, con la maglietta attaccata al corpo e i capelli bagnati, era una visione capace di invogliare qualsiasi persona pigra ad alzarsi dal letto.

𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora