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-𝑨𝒍𝒕𝒂𝒊𝒓

- Hai paura? - domandó Taehyung, cercando di rassicurare il suo ragazzo con parole premurose. Era normale che Jungkook si sentisse a disagio, si disse. Era un mondo completamente nuovo ed inesplorato per lui, traboccante di segreti e sensazioni tutte da scartare, il cui unico obiettivo era rompere l'involucro dell'imbarazzo e del timore, lasciando posto a percezioni che il moro aveva avuto modo di toccare solo con la punta dei polpastrelli.
Jungkook annuì, il labbro incastrato fra i denti bianchi. Anche in quel momento, anche in quel frangente, l'espressione di Jungkook era indecifrabile. Riusciva a percepirne il nervoso solo attraverso il battito del suo cuore, a stretto contatto con il suo. Lo percepiva attraverso le sue dita spasmodiche che non la smettevano di attorcigliare una ciocca di capelli neri con frenesia. Ma il suo viso, era una tavola bianca.
E Taehyung era pronto a dipingerci sopra tutte le espressioni di puro piacere che avrebbe avuto modo di fargli provare.

- Non devi averne - il castano si chinó per scoccargli un bacio sulla guancia, delicato e che peccava di malizia.
- Ti piacerà fidati - sussurró al suo orecchio, la bocca impertinente e rossa che scendeva e scendeva, fino a posarsi sul suo collo bianco.
Jungkook inspiró prepotentemente, la bocca schiusa e le palpebre abbassate.
Aveva paura sì, ma avere un essere del genere a viziarlo in quel modo, pronto ad usare la bocca per farlo sentire in paradiso solo con la punta della lingua; le labbra che, capricciose, non smettevano di succhiare un punto indefinito fra la sua mascella e la clavicola sporgente, era abbastanza per fregarsene dell'impaccio.
Voleva Taehyung, da morire.
- Non so che... Che devo fare Taehyung? - domandó piccolo piccolo il moro, che sicuro di compiere quell'atto, non aveva comunque idea di come portarlo a termine.
- Spogliami Jungkook - disse suadente il violinista, le sue labbra che si spostavano giù, per baciargli le clavicole esposte, proseguendo tanto più gli permetteva l'indumento che il moro indossava.
Posó le mani esperte sopra quelle del suo ragazzo, guidandolo nel togliergli i vestiti di troppo.
Jungkook arrossì violentemente quando si trovó il corpo del suo hyung completamente esposto, eccetto per i boxer scuri.

Il tatuaggio del violino che spiccava sulla pelle color miele, tanto che non riuscì a fermarsi nel toccarlo con l'indice.
Taehyung si bloccó. I tocchi di Jungkook erano così delicati e così premurosi, che preferì rimanere immobile e gustarsi fino alla più piccola attenzione.
La mano bianca proseguì, tracciando una linea immaginaria e precaria dal costato fino al collo, passando per il mento e infine, il pollice si posó sul labbro carnoso di Taehyung, tastandone la consistenza.
- Sei bellissimo - pronunció il più piccolo, incantato da quella vista.
Un ringhió di piacere si levó dalle belle labbra di Taehyung, e un secondo dopo i loro corpi si premevano intensamente, le loro labbra si cercavano, in una guerra di opposti dove la paura e i vestiti proteggevano il cuore debole del moro, e la franca nudità e il desiderio del violinista crescevano man mano che si immaginava cosa avrebbe potuto fargli Jungkook con quella dannatissima bocca.
Non aspettó, non esitó. Le dita affusolate si aggrapparono ai bordi della felpa e la tirarono via, insieme alla maglietta e ai jeans neri.
Si prese un lungo attimo per ammirare il corpo di Jungkook, forte e asciutto dovuto a tutte quelle corse mattutine. Le cosce, scolpite, rasentavano la perfezione delle statue greche. E se anche così non fosse stato, se anche le gambe fossero state meno toniche, o le braccia meno muscolose, a Taehyung non sarebbe importato.

Perché lui era innamorato di Jungkook a prescindere dal corpo che gli era stato cucito addosso. Certo, quello era un corpo fatto per essere seviziato e adulato, baciato, leccato e fatto gridare di piacere.
Ma a prescindere da tutto il resto, il castano era meravigliato.
Jungkook era lì, senza veli e con il desiderio ad incendiargli lo sguardo timoroso.
Lentamente gli abbassó i boxer (non prima di aver ricevuto un segno di consenso da parte dell'altro) e si abbassó i boxer.
- Ti amo - disse il violinista,una volta dopo aver spogliato entrambi.
- Ti amo anche io - un dolce rossore era sbocciato sulle guance del moro.
Taehyung si abbassó, la sua bocca a meri millimetri dall'orecchio dell'altro.
- Ora, pensa solo a me. Lasciati andare, non avere paura - e nel mentre, cercando di distrarre Jungkook con quelle parole rassicuranti, la sua mano era andata incontro al membro eretto di Jungkook, stringendo piano.
Sentì chiaramente la reazione del suo ragazzo, un mugolio basso e tormentato, che lo implorava di continuare quel bagno di piacere.
- Pensa solo a me - ripetè.
Incuriosito, la sua attenzione fu catturata dalle espressioni del più piccolo. Le sopracciglia aggrottate, gli occhi serrati, le labbra sottili incastrate in un morso succulento, le guance rosse come ciliegie in estate.
Lo stava facendo letteralmente impazzire.

𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora