-𝑨𝒍𝒌𝒂𝒊𝒅- Ok, questa era davvero una scena che non mi aspettavo di vedere - esordì Taehyung sconvolto, chiudendosi la porta di casa alle spalle.
Sul divano giacevano immobili i corpi di suoi fratello e Hwasa, mascherando la loro nudità con una misera coperta ripescata da qualche parte. Hwasa dormiva beata, i capelli che cascavano come una pioggia di perle di ossidiana sulle spalle, il respiro pesante del sonno. Seokjin, al contrario, aprì gli occhi al click della porta, spalancandoli nel momento esatto in cui si rese conto della situazione in cui era.
Hwasa nuda al suo fianco, le spalle abbronzate che sporgevano dal bordo della coperta.
- Devo uscire? - sussurró Taehyung a suo fratello imbarazzato, gesticolando con le chiavi per togliersi d'impiccio il prima possibile.
- Dammi mezz'ora fratellino - il castano annuì, e rosso in viso, si volatilizzó, lasciando i due ragazzi in piena solitudine.Quello davvero non se lo aspettava.
Ma cosa ci faceva Hwasa in casa sua? Hwasa e Seokjin? Era già strano immaginarlo, figurarsi coglierli sul luogo del delitto. Non che per lui ci fosse alcun tipo di problema, suo fratello era grande abbastanza per decidere per sé, e lui non si sarebbe mai immischiato in una situazione che arrancava sotto il peso della mancata felicità di Seokjin.
Quasi gli venna da ridere per l'ilarità della situazione.
Quei due, anni addietro, non erano stati altro che promessi sposi. Stroncati in pieno da un amore che non aveva radici per crescere, che non aveva semi per sbocciare. Ma chi era lui per criticare le tempistiche dell'amore?Con quei pensieri in testa e con la risata facile all'altezza della gola, bussò dolcemente alla porta opposta, sperando di intravedere un sorriso tutto denti e una zazzera di capelli scura.
Pochi secondi di eterno silenzio, lenti come lo scorrere delle lancette dei secondi e Jungkook aprì la porta. Vestiva una tuta nera, un cappuccio enorme calato sopra la testa, mentre gli occhi tondi sbucavano da sotto quell'ammasso di capelli arruffati.
Adorabile. Come sempre.
- Taehyung? - domandó sorpreso il più piccolo, con le labbra che formavano una debolissima "o".
- Salvami, ho appena visto una scena davvero davvero assurda - spiegó il castano superando il suo ragazzo, che ancora giaceva perplesso davanti alla porta con una mano sul pomello.
- Ovvero? -
- Ho visto Hwasa e Seokjin nudi stesi sul divano -
- Nudi? - chiese calmo Jungkook, come se l'idea di quei due insieme non lo turbasse minimamente, se non l'idea delle loro nudità esposte ad occhi estranei. Jungkook fece una smorfia.
- Cioè, non proprio nudi, avevano una coperta addosso, ma era palese che lo fossero sotto - calcó Taehyung sull'ultima parola, alzando le sopracciglia ed estremizzando i suoi gesti, che in quel momento era più sconvolto che altro.
- E come fai ad esserne così sicuro? - domandó innocentemente il moro, chiudendo la porta e accomodandosi sul divano.
- Certe cose si capiscono e basta, era più palese della luce del sole in estate - disse, lasciandosi scappare uno sbuffo divertito.
- Ti dà fastidio? -
- No. Non mi crea alcun problema, sono solo allibito - il violinista ridacchió, schiaffeggiandosi la fronte con una mano. Scrolló le spalle e si andó a sedere accanto al brunetto, cingedogli le spalle con un braccio.
- Fortuna che ci sei te a sopportarmi Kookie -
- Lo dici come se fosse un peso per me - disse Jungkook tristemente, poiché non era assolutamente così.
- Mi fa piacere che la pensi così - Taehyung sorrise, appoggiando le labbra sulla guancia bianca di Jungkook.
- Grazie per amare questo ridicolo caso umano Jungkook - bisbiglió il castano, seppellendo il volto nel collo caldo e invitante del più piccolo.
- Sei una persona meravigliosa Taehyung, smettila di dire queste cose - ribattè.
- Dico solo la verità Jungkook, confronto a te sono una misera nana rossa - sussurró, baciando delicatamente il collo del suo amante.
- Sei fortunato che la mia stella preferita, la Proxima Centauri, sia proprio una nana rossa, sai? -
- Ah sì? E come mai? - chiese, continuando a lambire la pelle bianca di Jungkook con dolci baci. Nel mentre, le mani fugaci d violinista si aggrappavano alla felpa ingombrante del suo ragazzo, perchè in quel momento cercava solo qualcosa a cui aggrapparsi.
Jungkook, all'esterno, sembrava impassibile, non un gesto, non uno sguardo, sembrava tradire la patina di apparente calma che lo ricopriva.
Ma Taehyung ormai vi era abituato, e da un pezzo aveva scovato i suoi punti deboli, dove il battito del cuore di Jungkook schizzava alle stelle per via di un bacio posato sul corpo, lo stesso battito che sentiva chiaramente con le labbra rosse posate sulla sua gola.
- Perché è una stella piccola piccola, per niente luminosa, ma è anche quella più vicina al Sole. E mi sento un po' come lei, piccolo e indifeso a confronto di tutto quel mondo là fuori che, a dirla tutta, mi terrorizza - ammise, cercando di ignorare le attenzioni di Taehyung che ad ogni secondo si facevano sempre più bollenti.
- Oh ma tu non sei una nana rossa, nemmeno la Proxima Centauri, tu sei il Sole, Marte, Venere, sei i cerchi di Saturno, una nube gassosa, una supernova che sta per esplodere e tutte le stelle Jungkook. Sei un intero universo. Ecco perché non ha più senso guardare il cielo di notte, quando davanti ho te - disse tutto d'un fiato e con un movimento repentino, posó le mani sulla vita di Jungkook e lo fece sedere a cavalcioni sopra di lui.
- Non avrebbe senso perdere tempo a guardare qualcosa di eterno, quando accanto a me ho qualcuno di così suscettibile, permaloso, bellissimo e così raro. Sei pieno di sfaccettature, così denso di sfumature diverse che mi fai girare la testa, perché ancora dopo tutto questo tempo mi lasci tramortito dai tuoi gesti e dalle tue parole. Chi sarebbe qui il pazzo Jungkook? - domandó serio Taehyung, gli occhi colmi di libido e amore viscerale. Il moro, al contrario, era diventato dello stesso colore dei tulipani di Monet, gli occhi sbarrati per lo shock, il cuore che batteva e batteva come un cavallo impazzito, perché come diavolo faceva Taehyung tutte le volte a vomitare quel fiume di parole incomprensibili eppure far comunque breccia nel suo cuore troppo stupido e troppo fragile? Come poteva farlo struggere d'amore con delle semplici parole? Lui che le parole le aveva sempre odiate?
- Tu sei pazzo Taehyung - sbiasció il più piccolo, incapace di dire altro.
- Oh, lo prendo come un complimento stanne certo - e si fiondó di nuovo sulla carne del suo collo, mordendogli la gola, stuzzicandogli le clavicole bianche e appena pronunciate.
Jungkook buttò indietro la testa, stringendo fra le dita le ciocche scure dei capelli del suo amante, implorandolo di continuare.
Taehyung spostó le sue attenzioni sulla mascella e poi sull'orecchio di Jungkook, leccando e mordendo la cartilagine. Non si trattenne.
Cominciò a muovere i fianchi, sfregando la sua intimità con quella di Jungkook, mentre le sue mani si aggrappavano disperate alla vita dell'altro per farlo muovere al suo stesso ritmo. E poi gli diede il colpo di grazia.
Gemette languidamente nel suo orecchio, e lo fece dannatamente apposta, sospirando e ansimando contro il suo timpano, sussurrandogli quanto lo desiderava e quanto gli stesse facendo perdere la testa. La risposta di Jungkook fu immediata come un fulmine a ciel sereno, nel sentire quei versi di godimento, il suo corpo si risvegliò. Non sapendo più cosa fare delle sue mani, le usó per spingere la testa di Taehyung contro la sua, immergendosi nelle acque buie di quel bacio bagnato.
Le mani del violinista, che sempre più dispettose e bramose, non facevano altro che scendere e scendere per stringere il sedere del più piccolo beandosi internamente.
Jungkook lo prese come un invito sottinteso a muoversi più veloce, il rigonfiamento nei suoi pantaloni che si andava a scontrare con l'erezione di Taehyung.
- Bastardo - sussurró il violinista, afferrando il bordo della felpa di Jungkook per togliergliela e affogare nella vista di quel corpo tonico e lussurioso. Il corpo di Jungkook era davvero fatto per essere viziato ed adorato, dove le mani del violinista si muovevano con leggiadria e cura suonando tutte le note giuste, dando vita ad accordi e canzoni d'altri tempi.
- Hai cominciato tu - ribatté il piccolo.
- Non ho materiale con cui ribattere -
Jungkook sorrise e si avvicinó con l'intenzione di scoccargli un dolce bacio sulle labbra, ma a metà viaggio, cambió idea. Accostó le labbra all'orecchio di Taehyung e sorrise meschinamente prima di parlare.
- Non credi che questi vestiti siano di troppo? -~
Hwasa era uscita di casa da appena cinque minuti, i capelli arruffati e il trucco sbavato, ma con un cipiglio divertito stampato sul volto prima salutarlo, voltarsi e uscire dalla porta.
Seokjin crolló sul divano, la testa abbandonata allo schienale e le braccia molli.
Sbuffó a pieni polmoni. E che cazzo sono sempre il solito, pensó.
Seokjin era solito immischiarsi in situazioni complicate, quasi lo ritenesse una specie di hobby. Nonostante si fosse ripromesso da tempo di non provare più niente per nessuno, quella scopata era stata diversa. Forse era il tremendo fascino che Hwasa esercitava su di lui, la sua intelligenza che tanto lo attirava, o forse era il suo corpo, come quello di una ballerina, forte e armonioso nelle sue curve.
Sapeva, per certo, che quella storia non si sarebbe conclusa lì, e in un piccolo angolo del suo cervello, nemmeno lo desiderava.
In quel momento, stanco e spossato, gli era rimasta un'unica cosa da fare.
Agguantó il telefono e chiamó.
- Ehi Nam, non è che porteresti della materia prima? Ah, e anche il Mahjong - aspettó conferma e riagganció.Un'ora e mezza più tardi, con la sera che aveva finalmente vinto sul giorno, il tatuatore bussó prepotentemente alla porta del suo amico.
Seokjin andó ad aprire e fece accomodare Namjoon senza troppi complimenti
- Erba e Mahjong? Cos'hai una crisi di mezza età Jin? - domandó divertito il platino, appoggiando la valigetta in ecopelle del gioco a terra.
- Non rompere il cazzo, è successa una cosa. Ho voglia di fumare in compagnia e giocare a mahjong, non ho una crisi di mezza età e no, non mi è venuto il ciclo, so che stavi per dirlo - disse per zittirlo Seokjin puntandogli un dito contro e Namjoon, con la bocca semiaperta la richiuse con un sorriso.
- A Mahjong si gioca in quattro, che facciamo? Giochiamo con la tua collezione di Barbie estate? -
- Ma sta zitto - e lo liquidó con un gesto della mano - Adesso andrò a rompere le palle a Jungkook e Taehyung che sicuramente staranno scopando, per chiedergli di venire a giocare con noi -
- Seriamente? Vuoi disturbarli in un momento del genere? -
- Il Mahjong ha la priorità - e con quello uscì dal suo appartamento solo per andare a bussare alla porta del suo vicino.
- Seokjin sei una cazzo di primadonna con il ciclo durante una crisi di mezza età - sussurró piano, evitando di ridere.
- Ti ho sentito! -*Mahjong= è un gioco di origini cinesi, che significa letteralmente "io vinco".
Nota autrice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Finalmente è tornata la nostra amata vkook :)))
Credo che il blocco dello scrittore mi sia più o meno passato, tutto dovuto a questa quarantena che a dirla tutta mi sta massacrando.
Commentate e lasciate una stellina, voglio sapere che ne pensate!
Inoltre se siete interessati ho indetto un concorso (Holden Contest 2020) di cui io stessa sarò la giudice, è aperto a ff e os, fino al 15 aprile! Correte ad iscrivervi!
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𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌
FanfictionJeon Jungkook, prodigio indiscusso della matematica, e segnato da un passato traumatizzante e difficile, vive da solo rinchiuso nella sua bolla di solitudine. Affetto dalla sindrome di Asperger, preferisce l'isolamento alla caoticità della vita mond...