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                                                      - 𝑷𝒐𝒍𝒂𝒓𝒊𝒔

- Jungkook non è che mi sistemeresti la cravatta? - chiese Hoseok, la testa inclinata all'indietro per permettere al suo amico di aiutarlo.
- Certo - Jungkook protese le mani, e con gesti impacciati e teneri riuscì a stringere il nodo della cravatta il tanto che serviva.
- Perfetto, grazie - Hoseok si guardó allo specchio con un sorrisetto soddisfatto, le mani aggrappate alla cintura, pronto a fare un giro su sè stesso e fare un fischio di apprezzamento.
- Ma guarda che figurino! Sono uno schianto - asserì il rosso, le dita ambizione che accarezzavano il mento.
- Questa serata di beneficenza è da veri fighetti, non credi Jungkook? Nemmeno per il matrimonio dei miei ho indossato lo smoking! -
- La zia di Yoongi ci tiene molto. E poi verranno un sacco di persone famose - rispose Jungkook, infilandosi la giacca nera dello smoking. Quel dannato papillon gli stringeva troppo il collo, soffocandolo. Grazie ad Hoseok era riuscito a sistemarsi i capelli, facendo in modo che quelle ciocche - ormai troppo lunghe - fossero tirate indietro grazie al gel.
Si piaceva, si disse.
Lo smoking che gli aveva prestato Taehyung era di una taglia troppo piccola, che non faceva altro che esaltare le curve del suo corpo.
Però tutto sommato non stava male.
- Ma guardati! Sembri un modello di Abercrombie dannazione! - esclamó Hoseok guardandolo strabiliato.
- Non esagerare Hobi, non sto così bene - replicó il moro tutto rosso in volto.
- Non scherzare, sei una stella. Il povero Taehyung rimarrà accecato quando ti vedrà - il più piccolo sorrise, pregustando solo con l'immaginazione la faccia stupita del violinista.
Si erano divisi, Jungkook e Hoseok nell'appartamento del primo, mentre Seokjin, Taehyung e Hwasa in quello dei due fratelli. Erano passate quasi due settimane dal giorno in cui Seokjin e Hwasa erano andati a parlare con i signori Kim.
Tutto, da quel momento, sembrava scivolare in un vortice di lussuriosa pace e le giornate  scorrevano tranquille.

La signora Min li aspettava di lì a qualche ora. Jungkook era eccitato. Non vedeva l'ora di buttarsi a capofitto in quella serata, desideroso di ascoltare Taehyung e Yoongi suonare insieme e passare una notte memorabile con i suoi fratelli.
Era felice. Felice davvero.
Era incredibile come le cose fossero cambiate in così pochi mesi; solo guardandosi indietro riusciva a notare la differenza fra il vecchio Jungkook e il Jungkook di quel momento.
E non era cambiato, ma era cresciuto. Taehyung, in così poco, era riuscito a far schiudere il fragile bozzolo che conteneva la bellissima farfalla che era Jungkook. E non lo aveva rotto Taehyung, con le mani eleganti da violinista che si ritrovava, ma aveva fatto in modo che fosse Jungkook stesso a rompere la corazza che lo rivestiva, con i suoi gesti impacciati, incoraggiandolo e amandolo per quello che era.
E Jungkook non era mai stato così grato ad una persona come in quel momento.

- Cosa dici, andiamo dagli altri? - suggerì Hoseok, guardando l'orologio che portava al polso.
- Direi che è ora -
I due uscirono dalla porta, freschi e bellissimi come modelli stampati sopra una copertina di Vogue degli anni '70.

Bussarono alla porta dei fratelli Kim, Jungkook che sentiva l' eccitazione a fior di pelle e la bocca secca per l'emozione.
Fu Hwasa ad aprire, bella da togliere il fiato nel suo lungo vestito rosso e i capelli raccolti dietro la nuca. In un angolo, Seokjin si stava aggiustando la cravatta. Jungkook poteva notare distintamente la cura che ci aveva messo il tatuatore nell'uscire dalla sua comfort-zone con quel tipo di abbigliamento; si era persino tirato i capelli indietro, laccandoli il necessario, un ciuffo ribelle che gli ricadeva sulla fronte come il memorabile John Travolta in Grease.
Ma non vedeva Taehyung da nessuna parte.
- Tranquillo, il tuo Romeo è in bagno e sta finendo di sistemarsi - suggerì Seokjin sorridendo.
Jungkook sorrise di rimando, che ormai era abituato agli scherzi del viola.
- State benissimo ragazzi - disse Hwasa sincera.
- Anche tu Hwasa, stai davvero bene -
- Così però divento geloso - la voce divertita di Taehyung aveva tagliato l'aria, morbida e dolce come sempre.
Quando Jungkook posó gli occhi su Taehyung, gli si mozzó il fiato.
Il violinista indossava un completo di camicia e pantalone completamente nero, le maniche arrotolate poco sotto il gomito.
Al collo portava un fazzoletto, di quello che sembrava raso. Era persino truccato, gli occhi felini resi ancora più misteriosi dal trucco, i capelli arricciati che gli ricadevano sulla fronte.
- Scherzo, Hwasa sei bellissima - replicó Taehyung guardando negli occhi Jungkook.
Persino a Taehyung non sembrava dispiacere la vista di Jungkook, elegante e impettito in quello smoking troppo stretto.
- Ok primadonna, possiamo andare allora - disse Seokjin, la giacca dello smoking buttata su una spalla.
- Parla la diva - Hwasa si divertiva a schernire l'uomo, sottolineando come avesse impiegato più di mezz'ora per ottenere quella precisa onda che avevano preso i suoi capelli viola.
- Oh ma state zitti, andiamo. Yoongi e Jimin sono già là che ci aspettano -

𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora