A Neri piacevano le bionde, quell'estate.
Poco importava se fino ad un anno prima era andato matto per le more.
L'aveva deciso una mattina di maggio, due mesi esatti prima dei diciotto anni, quando era entrato nel panificio sotto casa, e dietro al bancone aveva trovato la figlia del proprietario.
Piccola, innocente, quattordicenne. E bionda.
Che mani, che mani che aveva! In un attimo si immaginò con le sue sotto la gonna, gettata su un sacco di farina nel retrobottega. Quando uscì dal negozio caldo nella calura estiva era così saturo del profumo di pane, da riuscirlo ad assaporare a mente persino sulle labbra di lei.
Non lo stupì, quindi, alzare la cornetta del telefono e sentire il suo migliore amico (dall'asilo, dal primo volo in bici con conseguenti denti rotti, dal primo vagito in culla, e forse da sempre) gridare nella cornetta: <<Dove cazzo la tenevano nascosta>>.
<<Chi?>>, chiese Neri con la busta del pane ancora sotto braccio, fermo nell'ingresso.
<<La biondina del fornaio, Cristo!>>, rispose di getto Alessio.
<<Oh sì, l'ho notata>>, dichiarò impassibile.
Se la giocarono a carte, la sera seguente.
Agli amici che facevano il tifo raccontarono tutto. Alessio era maggiorenne da pochi mesi, Neri lo stava per diventare, e da bravi vergini disperati, contavano di corrompere una ragazzina in meno tempo di quanto ne sarebbe occorso per una donna fatta e finita.
Quando Neri perse irrimediabilmente, con un'ultima mano da schifo, già sapeva come sarebbe andata a finire.
Cercava di starle lontano, una lontananza che si modulava in base a quanto gli permetteva l'immagine del corpo di lei disteso sui sacchi di farina, ma non faceva altro che ricordare il caldo del forno e i suoi capelli simili al grano.
Diventò un'ossessione.
Scoprì che la notte dormiva male, e dava la colpa al troppo pane che mangiava la sera a cena, distrattamente, mentre sua sorella gli tirava i capelli e lo informava di come Alessio dovesse smetterla di provarci così spudoratamente con la figlia del panettiere.
Una mattina alle cinque si sorprese a fissare il furgoncino dei dolci e delle crostate che si allontanava per le consegne. Capì che la ragazzina era sola in negozio, perché la vide salutare il padre e rientrare velocemente all'interno, richiudendo la porta del laboratorio.
Capì che quella storia era iniziata male.
Capì, mentre si infilava in fretta i jeans strappati, che stava per tradire Alessio, il suo migliore amico, ma dette la colpa a quell'ultima mano a poker.
Fu un bel tradimento.
Attraversò la strada con le prime luci dell'alba, spettinato, sconvolto, con il testosterone mischiato in uguale misura al sangue che gli pompava nelle vene. Picchiettò con cautela sul vetro della porta del panificio, sudato per il caldo che già si alzava dall'asfalto, convinto di trovare una preda facile. La ragazzina bionda gli aprì, e quando gli sorrise, tirandolo dentro per la maglietta, fu consapevole di essersi un po' troppo sopravvalutato.
La ragazzina non era affatto una preda, e lui non era di certo un buon cacciatore.
Lo lasciò andare dopo un'ora, prima che il padre rientrasse, con le labbra gonfie e con la stessa clemenza che si riserva a un rapito appena rilasciato. Non era la prima delle sue avventure, non era nemmeno tra le prime dieci, ma valeva come venti in un corpo di bambina.
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Quando io non sogno
RomanceNina da tempo non sogna più. Le sue notti sono sempre identiche, un sipario nero da cui non filtrano immagini o suoni. Neri, il suo inaspettato coinquilino, la costringe a fare i conti con la realtà. Saranno ancora sogni o nuovi incubi? "Io ero chi...