Era passata una settimana. Kala mi aveva telefonato sei volte, Malena quattro e mio padre zero. Non tollerava che fossi fuggita in tutta fretta, lasciando Firenze, il mio lavoro, la mia casa.
Provai a pensarla come mi aveva suggerito Woody.
Vedrai che gli passerà.
Per quanto riguardava la cioccolateria, pregavo che la sera arrivasse presto e mi accompagnasse al mio letto. E per quanto riguardava il mio letto, avevo comprato un piumone meno educato del primo.
<<Oddio>>, era stato il commento di Neri.
<<Bello, vero?>>, avevo chiesto seduta sul letto, le gambe raccolte e una tazza di latte caldo in mano. Il piumone era fuxia, con fiori stampati in nero.
<<Sembra un boudoir>>, aveva concluso passando oltre.
Cercando su Wikipedia scoprii che avrebbe fatto prima a dirmi bordello.
Aveva smesso di guardarmi in cagnesco ogni volta che parlavo con sua nonna, e continuato a lanciarmi frecciatine ogni volta che Paolo mi faceva un complimento.
Scoprii che aveva molte cose in comune con suo nonno. Sopra ogni cosa, la bellezza, che Neri neanche si accorgeva di possedere, tranne le poche volte in cui tentava di mettermi in imbarazzo con Woody o chi per lui.
Purtroppo ero rimasta abbastanza isolata.
Sentivo i ragazzi ricevere telefonate e fissare per il fine settimana, ma ancora non mi azzardavo a chiedere dov'è che fossero diretti. Per il momento mi godevo la mia spropositata stanchezza.
Il mio primo sabato sera a Colfosco ideai un assalto al bagno di Neri. La vasca colma di acqua calda fino all'orlo, Amy Winehouse nello stereo in sala, e il mio coinquilino possibilmente a qualche chilometro di distanza. Ero stanca di sentire quell'odioso trillo di pericolo ogni volta che arrivavano i suoi passi per il corridoio. Volevo starmene tranquilla. Passare più tempo possibile in mia compagnia. Ero partita per questo, giusto?
Lo sentii uscire per la sua unica sera di libertà, e dopo una settimana insieme a lui in quell'appartamento, non ero ancora riuscita né a vedere la sua camera, né a sapere che diavolo di lavoro facesse. Scrollai le spalle, mi tolsi il golf e mi spazzolai i capelli, sorridendo per la magnifica serata che mi si prospettava. Passò qualche ora, e alle undici ero pronta.
Mi preparai un drink. Ascoltare Amy senza bicchiere in mano non aveva senso.
Ci misi tanto ghiaccio, e maledii la temperatura assurda degli appartamenti in alta montagna. Controllai il termometro nell'ingresso.
Ventitré gradi.
Aggiunsi un altro cubetto.
In mutande e reggiseno mi appostai in sala, attaccai il pc alle casse dello stereo e selezionai entrambi i cd della mia amica alcolista. Alzai il bicchiere con il whiskey in alto, l'unico alcolico che avessi trovato nell'appartamento, dissi alla tua, e premetti play. Oscillai davanti alla vetrata seguendo le prime note, e sorseggiai, pregando che nessuno mi interrompesse. Sorrisi, pensando di poter passare una nottata da sola.
Andai verso il bagno, aprii la porta e contemplai l'agognata e enorme vasca. Il signorino non si era fatto mancare nulla. Lasciai scrosciare l'acqua calda e aggiunsi una quantità enorme di sapone. Dopo neanche un minuto la schiuma quasi stava per scivolare fuori dai bordi. Perfetto, pensai.
In sala Amy continuava a cantare, io mi presi un altro sorso, mi tolsi reggiseno e slip, li gettai per il corridoio e mi tuffai letteralmente dentro. Chiusi gli occhi e mi rilassai, godendomi le scosse elettriche che l'acqua calda produceva sulle mie gambe affaticate. Coperta di schiuma, i capelli mi si attorcigliavano sulle spalle come alghe nere.
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Quando io non sogno
Roman d'amourNina da tempo non sogna più. Le sue notti sono sempre identiche, un sipario nero da cui non filtrano immagini o suoni. Neri, il suo inaspettato coinquilino, la costringe a fare i conti con la realtà. Saranno ancora sogni o nuovi incubi? "Io ero chi...