Cambiò peso da un piede all'altro

47 13 3
                                    

Cambiò peso da un piede all'altro, sempre con le mani nelle tasche.

<<Mi aspettavo qualcuno più piccolo>>, e fu un commento che mi salii alle labbra senza poterlo frenare. Non rispose, ma mi guardò con uno sguardo tale da farmi zittire in un botto. Avevo trovato pane per i miei denti. Mi chiesi se non avesse rimpiazzato con il silenzio il sorriso che di norma tutti mi lanciavano.

E così questo era il mio coinquilino?

<<Non dovevi tesoro>>, disse Lilia riferendosi alla scatola che tenevo in mano. Neri la guardò di soppiatto, forse disturbato per l'accoglienza che sua nonna continuava a dimostrarmi. Io intanto cercavo di capire che cosa in lui mi fosse talmente inaccettabile.

Tentai di essere carina. Dovevo viverci insieme per chissà quanto tempo, e già le cose si mettevano male. Non ero disposta a farmi rovinare i miei piani di tranquillità da nessuno, anche se mettersi di già contro il nipote del padrone non mi aiutava affatto. Neri continuava a guardarmi.

Serio.

<<Vuoi aprirla tu?>>, gli proposi poi, con un sorriso raggiante. Rimase per qualche secondo a guardarmi come un insetto ributtante, cosa che mi fece dubitare della sua sanità mentale, e poi decise di mettermi in imbarazzo per la prima di una lunga serie di occasioni.

<<Cos'è?>>.

Chianti rosso, ovviamente. Tommaso gli era a fianco, mentre Paolo adesso ci guardava incuriosito.

<<Aprila e vedrai>>, lo incitai.

<<Mi chiedo perché tu abbia controllato il contenuto fuori>>, affondò poi, sorridendomi malignamente. <<Mi pareva di aver sentito dire che era un tuo pensierino>>.

Vuoi attaccarti al mio polpaccio e mordere? Accomodati.

Ci andai con sincerità.

<<Hai ragione>>, ammisi poi, <<In realtà è un regalo di Malena. Solo che volevo fare bella figura e mi dispiaceva dire che non ci avevo neanche pensato, a un regalo. Mi dispiace>>.

Suo nonno mi venne incontro. Mi si parò davanti con sguardo adorante. <<E di cosa ti vuoi dispiacere, cocca?>>, e così dicendo tirò un'occhiataccia al nipote e gli tolse la scatola dalle mani. Quando si trovò le bottiglie sul tavolo prese gli occhiali per leggere meglio le etichette, mi sorrise e lodò Malena per la scelta. Ma non ci badai.

Quindi ci spiavi dalla finestra. Domanda stupida: ma che ti ho fatto di male?

Pensai che fosse pronto ad abbandonare il campo, ma mi sbagliavo. Tommaso salutò per tornare a casa, e Neri si mise seduto a tavola, dicendo a sua nonna che adesso aveva fame.

Perfetto. Dici di non stare bene, mi conservi il vuoto davanti agli occhi per tutta la cena, e adesso hai fame? Ero strabiliata.

Suo nonno mi salvò in calcio d'angolo. <<Sei pronta per portare su le valigie?>>, mi domandò.

Qualsiasi cosa pur di uscire da quella stanza. Mi bastava non vederlo.

Acchiappai le chiavi e corsi verso l'uscita della cioccolateria. Paolo mi rincorse con il piumino in mano. Immaginai Neri disgustato che si voltava dall'altra parte. Forse era geloso? Ma si poteva esser gelosi a venticinque anni?

Mi aspettai un suo aiuto mentre tiravo la valigiona fuori dal bagagliaio, e mi riscossi al pensiero che stavo diventando paranoica. Di sicuro non era per me che Neri si sarebbe alzato dal suo posto. Paolo mi aspettava sulla porta.

<<Eccomi>>, dissi, e lui mi fece cenno di seguirlo.

Tutto era collegato a quella cioccolateria. Persino l'appartamento di Neri. La scala esterna che avevo visto partiva dalla porta accanto alle scale per il piano superiore del locale. Trascinai la valigia su per i gradini, e mi resi conto che ero già all'esterno.

Quando io non sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora