Non parlammo molto, dopo. Anzi, forse non parlammo affatto. Rimanemmo seduti per terra, mentre le ombre del bosco si allungavano in fondo al crepaccio, man mano che la sera scendeva, e lo trasformavano in un abisso. Io attaccata al petto di Neri, come un appiglio meraviglioso, piangendo ad intervalli, con il suo segreto in tasca, e lui col mio. Restammo in quella posizione per ore, finché non fummo costretti ad andarcene a causa del freddo. Neri si alzò, si piegò su di me e mi prese in braccio. Mi depositò sul sedile della macchina mentre le prime stelle cominciavano ad apparire. <<Stai tranquilla>>, disse a voce bassa mentre allungavo una mano verso di lui, e finalmente trovavo la sua, posata sul cambio. Gliela strinsi. <<Stai tranquillo>>, ripetei, e si voltò mentre guidava, facendomi il sorriso più bello che avessi mai visto in ventitré anni di vita. Ancora non sapevo che il peggio doveva arrivare.
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Quando io non sogno
RomansaNina da tempo non sogna più. Le sue notti sono sempre identiche, un sipario nero da cui non filtrano immagini o suoni. Neri, il suo inaspettato coinquilino, la costringe a fare i conti con la realtà. Saranno ancora sogni o nuovi incubi? "Io ero chi...