Non parlammo molto

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Non parlammo molto, dopo. Anzi, forse non parlammo affatto. Rimanemmo seduti per terra, mentre le ombre del bosco si allungavano in fondo al crepaccio, man mano che la sera scendeva, e lo trasformavano in un abisso. Io attaccata al petto di Neri, come un appiglio meraviglioso, piangendo ad intervalli, con il suo segreto in tasca, e lui col mio. Restammo in quella posizione per ore, finché non fummo costretti ad andarcene a causa del freddo. Neri si alzò, si piegò su di me e mi prese in braccio. Mi depositò sul sedile della macchina mentre le prime stelle cominciavano ad apparire. <<Stai tranquilla>>, disse a voce bassa mentre allungavo una mano verso di lui, e finalmente trovavo la sua, posata sul cambio. Gliela strinsi. <<Stai tranquillo>>, ripetei, e si voltò mentre guidava, facendomi il sorriso più bello che avessi mai visto in ventitré anni di vita. Ancora non sapevo che il peggio doveva arrivare.

Quando io non sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora