<Capitolo 5>

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Fu il sole, che fece capolino da dietro le tende, a svegliarlo.
Stranamente, aveva dormito bene.
Di solito nelle case altrui faceva sempre fatica ad addormentarsi, ma probabilmente la stanchezza accumulata dal viaggio, che il pisolino di una mezz'oretta aveva cercato di far scomparire, era stata ancora più pesante del solito a tal punto da stenderlo.

Alzandosi dal letto si diresse verso le tende dal quale entrava la luce. Probabilmente erano le sette del mattino e c'era già gente che correva o passeggiava nel ristoro fresco di quelle prime ore.
Non si vedevano nuvole in cielo e forse Remus aveva pescato un'ottima giornata estiva.
Si vestí velocemente e scese di sotto, mentre i gradini scricchiolavano al suo passaggio.
Non si sarebbe aspettato di trovare nessuno, eppure si rese conto che erano tutti mattinieri.
I tre ragazzi erano già a tavola, intenti a sgranocchiare qualche biscotto e brioche calde provenienti dal forno là vicino.

《Sei sorpreso che siamo già svegli, vero?》 Domandò James, il cui sorriso sembrava non lasciare mai il suo posto e che accettuava i riflessi allegri del suo volto. In compenso, i capelli neri erano terribilmente spettinati, contrariamente a quelli dell'amico.
Sirius, notò Remus, aveva capelli perfetti.
Nessuno aveva mai capelli pettinati così bene, almeno la mattina.
Lui evidentemente faceva eccezione.
Decise di non soffermarvici su.

《In effetti sí, ad essere sinceri. È presto. 》 ammise. 《E poi ho il sospetto che voi non vi alziate prima delle dieci》

I tre sembrarono sorpresi.
《Effettivamente loro due sono molto dormiglioni》 rispose Sirius, cercandoli con gli occhi. 《Ma io in genere non lo sono. Se escludiamo le notti in cui sono lievemente brillo》 concluse fin troppo serio.

《Oh. Ci avevo quasi azzeccato, allora. Mi piacerebbe riuscire a rilassarmi di più, ma la mia sveglia biologica suona puntualmente alle sei o alle sette, quindi che vita brutta》 disse adddentando un cornetto alla cioccolata.
Notò con stupore che quello era uni dei dolci più buoni che avesse mai assaggiato, con il cioccolato dal gusto travolgente.

《Anche io amo quel cornetto. Sapevo che ti sarebbe piaciuto》 replicò Peter, con il mano lo stesso dolce.  《Scelto personalmente da me. Sii onorato, con il cibo non scherzo mai》

《L'ho notato. Grazie》 rispose il ragazzo, divorando la parte con la crema di cioccolato.

《Vuoi fare un giro per ambientarti, oggi?》 Propose James, posando la tazza di latte sul tavolo.
La sua idea non era male e probabilmente l'avrebbe seguita.
In effetti le condizioni metereologiche erano buone e non una nuvola oscurava il sole.
In più la curiosità di una nuova città aveva preso il sopravvento.

《Perché no?》 Rispose pensieroso.
Prima però avrebbe scritto ai genitori per avvertirtirli che andava tutto bene, nonostante lo avesse già fatto in precedenza.

《Se vuoi compagnia, noi ci siamo》 disse Peter in tono di chi sa che prima o poi lo avrebbe voluto.

A quelle parole Remus si stupì. Sapeva benissimo che nel mondo esistevano le cosiddette 'persone gentili' eppure non ne aveva ancora incontrate. Ma non pensava sicuramente che esistessero anche ragazzi del genere. Ecco, dare tutto per scontato è sempre spiacevole e spesso non è mai tale.
Per questo sapeva di dover dare una chance anche -e soprattutto- a se stesso, che non ne aveva più da tanto.
Come poteva veramente odiarsi?
Se le persone non avevano compreso il suo grande potenziale, non per questo lui si sarebbe dovuto mettere da parte, smettere di dire ciò che pensava e diventare la persona che non era.
Forse avrebbe potuto essere ciò che avrebbe voluto, in un posto dove nessuno lo conosceva.
Avrebbe potuto essere un nuovo inizio, che doveva assolutamente cogliere al volo.

Nonostante i suoi pensieri, si stupì a sentirsi pronunciare un 'mi farebbe piacere, grazie'. Era strano, estremamente troppo strano. Poi capì che quello era l'inizio, che in seguito avrebbe realmente visto.

Così si ritrovò a passeggiare per le vie di Londra con quei tre ragazzi a fargli da cicerone, in pratica, anche se erano inconsapevoli di ciò che conosceva Remus di quella città, con una storia magnifica- non al pari di Roma- e disegnata in maniera quasi perfetta: ovvero, quasi tutto.
Aveva letto un sacco su Londra, incominciando mesi prima e tutto preso, non aveva smesso. Pensando ai libri di geografia sparsi sulla scrivania a casa sua, sentì che avrebbe potuto farne a meno.
In quel momento passarono davanti ad una libreria.
Remus si era rifiutato di fermarsi troppo a lungo nei negozi essendo che andare da Starbucks come tutti i tipici adolescenti non rientrava nel suo interesse, ma quella vetrina lo attirava sicuramente molto di più.
Improvvisamente si sentì chiamare alle spalle e si voltò, notando che i tre ragazzi erano dietro di lui, con quattro tazze di qualcosa in mano.

《Questo è per te》 non appena gli fi abbastanza  vicino Sirius gli passò un bicchiere che aveva in mano, contenente caffè nero caldo.
Guardandolo nuovamente in faccia, si chiese come facesse a sapere che adorava il caffè, poi nero e bollente.
Colpo di fortuna?

《Aspetta, che ti restituisco i s...》 fece per dire, accettando l'idea del colpo di fortuna.
L'altro lo interruppe velocemente, scuotendo la testa.
《Per favore, che cavolo dici. No, non mi devi niente. E non fare quella faccia》

Remus era solo stupito, ma non avrebbe accettato che venisse trattato in maniera diversa dagli altri, anche se sentiva di non poter dire nulla.
《Voi avete pagato la vostra parte? Lo voglio fare anche io. Sono un ospite, non un principe che deve accettare i regali dai  sudditi, no?》 Esclamò subito dopo.
James e Sirius si guardarono immediatamente, scoppiando a ridere.
《Poi sono io quello drammatico, amico》
Disse Sirius fra le risate.
James scosse la testa e gli passò nuovamente la tazza con la stessa aria di prima, anche se in quel momento aveva un qualcosa di più nello sguardo.
Risolutezza?
Peter lo guardò come se gli avesse rubato una caramella e fu ciò a fargli prendere il caffè.
Non gli restò altro da fare che accettare, anche se sapeva che avrebbe trovato il modo di ricambiare.

Il caffè sprigionó un profumo pazzesco e perfetto, che gli fece girare la testa. Con la bevanda in mano, si girò verso la libreria. Non poteva entrare in quel momento, ma qualcosa gli diceva che sarebbe stato importante, quello che avrebbe trovato all'interno.
E mentre proseguí il cammino con i tre, si girò un'ultima volta verso il negozio, non sapendo che un paio di occhi verde smeraldo lo avevano visto.

Angolo autrice.
Davvero, non capisco nemmeno se ciò che sto scrivendo abbia un senso. Ma non importa; mi diverto. Sono stressata a causa della scuola, dopo solo due settimane. Spero che a voi vada meglio.
Ciaoo♤

-a la Luz de la Luna- Marauders AU  [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora