Era arrivato il momento di mettere da parte tutto ciò che temeva di più. Ansia, paure, preoccupazioni. Ma soprattutto ansia che aveva colpito così tanti ragazzi da farli annegare nei problemi per quanto temibile era.
L'istituto era carino e decisamente grande. La gente affluiva da tutte le parti, allegre, chiacchierando con un amico e ridendo spensierate. Ovviamente non tutte. Remus intravide anche qualche ragazzino di prima che aveva qualche timore, ma anche ragazzi più grandi che avevano espressioni di puro orrore sul viso, mischiati alla repulsione e al disgusto di ricominciare un altro anno scolastico. Remus non era a quel livello, però ammetteva che le vacanze non erano così male, se fossero durate 5 mesi in più. Fatto sta che perlomeno aveva ripetuto. Qualcosa. Forse.
Ma certamente di più rispetto ai suoi amici, che gli ultimi due giorni avevano fatto maratone di film stupidi e mangiato come se stessero per andare a morire.
Remus aveva pensato fossero stupidi, ma non aveva certo impedito loro di farlo. Ognuno si prendeva le proprie responsabilità. Ma sapeva anche che James e Sirius, nononstante non si impegnassero, ottenevano voti alti e lo stesso numero elevato di richiami per gli scherzetti che ancora combinavano in classe.
Si era preparato anche a quell'eventualità, purtroppo.
Riflettendo profondamente su ciò che sarebbe venuto, non vide una figura dai capelli rossi che gli venne dietro e gli scompigliò i capelli, scoppiando a ridere.Remus si girò alquanto scioccato, preso alla sprovvista ma si rilassò vedendo Lily.
Era allegra anche lei, non sembrava aver nessuno dei sintomi che lo stavano divorando e sicuramente la invidiava tanto.
Si poteva dire che Lily fosse il ritratto della gioia, quel giorno, ed era abbastanza strano. Non che lei non sorridesse, ma era stata parecchio silenziosa e titubante nei giorni precedenti e quel cambiamento repentino...
Remus sorrise e decise che prima o poi gliene avrebbe parlato.《Buongiorno Rem. Ansia?》 Gli chiese, in tono falsamente serio.
《Sì, ovviamente》 rispose lui, girandosi un momento a guardare la scuola. 《Piuttosto, tu che cosa ci fai qui?》
《La mia scuola sarebbe poco più lontano dalla vostra, perciò sono venuta a salutarvi... salutarti. Tanto sono davvero cinque minuti se vado veloce》 Guardò l'orologio. 《Sono quasi le otto, forse conviene avviarmi. E conviene anche a te》 fece un cenno con la testa, indicando i tre ragazzi che li stavano raggiungendo.
《Ora volo. Ciao, Rem. Andrà tutto bene, fidati di me》 un ultimo saluto e la ragazza scattò via, finché i suoi capelli fiammeggianti furono scomparsi dalla vista.《Oh, volevo salutarla!》 Disse James, non appena fu lì vicino. Poi riprese fiato 《Remus. Mi dici che cavolo hai in mente? A quanti chilometri orari hai corso?》
Beh, probabilmente aveva un po' esagerato, ma almeno ora conosceva il percorso.
《Ero in ansia》 disse come spiegazione.
《Anche noi》 rispose Peter. 《Ma essendo che non ci crediamo neanche noi, fai finta che non abbia detto nulla》
《Grazie, ragazzi. Vi adoro》 commentò sarcastico Remus, soprattutto rivolto a Peter, il quale fece spallucce.James scosse la testa. 《Non badare affatto a Peter. Stai con noi e basta. Mette davvero angoscia》
《Hei!》 Esclamò il diretto interessato, storcendo il naso.
《Che c'è? Se io non fossi tuo amico, lo direi》 ribattè James.
《Sì, ma lo dici sempre》 replicò Peter.
《Certo, ma se lo dice lui devi prestargli ascolto》 commentò ridendo Sirius.
Poi lasciò che quei due continuassero da soli e parlò a Remus.《Non lasciare che l'ansia ti prenda. Andrà tutto bene, lo sappiamo entrambi. Sei un bravo ragazzo. I prof ti adoreranno》
Remus ricordò che qualche tempo prima gli aveva detto una cosa di quel genere e si sentì meglio. 《Grazie, Sir. Spero che andrà come dici tu》
Lui annuì sicuro. 《Certo che sarà così. O non mi chiamo Jonathan come secondo nome》
《Sirius. Tu non ti chiami Jonathan di secondo nome》
Lui sorrise, scoprendo i denti bianchi s perfetti. 《Lo so, ovviamente. Era per farti sorridere》
Remus in quel momento lo adorò, nonostante già lo facesse. (Naturalmente Sirius non lo sapeva.)
Si sentì lo squillo della campanella e i ragazzi, guardandosi, si augurarono buona fortuna reciproca e si avviarono.***
L'unica cosa buona di quella situazione era senz'altro che erano nella stessa classe. Fino all'ultimo aveva pensato che non sarebbe stato con loro, ma fortunatamente non era stato così.
L'aula era molto carina e colorata. La lim scintillava al sole che proveniva dalla finestra. Quello solitamente era il suo posto preferito, dove si andava a sedere sempre. Però erano occupati. Riuscì a vedere i suoi amici dietro e mandò a quel paese nella testa il preside che lo aveva trattenuto più del necessario.
L'unica postazione libera era vicino a una ragazza, dai capelli lunghi e di una strana tonalità bionda,rossa e castana. Erano tinti? Se sì, era un bel disastro.
Però una persona non si poteva giudicare dall'aspetto, così si sedette vicino a lei.
La ragazza non alzò neppure lo sguardo, e Remus la osservò un po' meglio, notando la montatura nera e spessa degli occhiali, le ciglia ricoperte di mascara e una lunga linea di eyeliner sulle palpebre. Il nero predominava sulla sua figura, ma riconobbe che donava molto di più a Sirius che a lei.
Dopo aver terminato quell'analisi, non seppe cosa fare. La professoressa ancora non era arrivata e non si era portato nulla da fare. Poi venne distratto da una notifica del cellulare.- lei si chiama Rocky. Credo che sia una lei, oggi. È genderfluid. Ma non è malaccio, se lo/la conosci. Prova a parlargli/le. Te lo assicuro, spacca- quello glielo aveva mandato Sirius.
Remus si girò un momento e lo vide fargli l'occhiolino. Remus lo ringraziò per messaggio.
Ad ogni modo, non riuscì a fare né dire nulla perché entrò la professoressa che diede inizio alle lezioni.***
Non si aspettava fossero così complicate, le cose. Nel suo liceo era tutto totalmente diverso.
La difficoltà stava nel comprendere e riconoscere che avrebbe dovuto fare molto più di quanto credesse.
Non appena passò l'ultima ora, per sua fortuna, tirò un sospiro di sollievo.
Come avrebbe voluto se il tempo fosse passato come descritto sui libri; in un batter d'occhio, talmente veloce che quasi non te ne saresti accorto.
Invece non era stato così, e perciò si era messo l'anima in pace e aveva portato a termine quella prima giornata abbastanza complessa, sapendo comunque che quello era solo l'inizio.Non era l'unico ragazzo nuovo, per fortuna. Quella scuola pubblica era aperta a chi voleva, l'unica cosa positiva di quella situazione. Scegliendo, avrebbe potuto iscriversi anche a quella privata, ma sarebbe cambiato davvero tanto, nonostante nel pacchetto che aveva prenotato ci fosse stata quella possibilità.
Però aveva fatto meglio così. Anche i suoi amici erano lì e non si spiegava la presenza di Sirius e James, che se avessero voluto, sarebbero potuti benissimo andare in una scuola privata, benestanti com'erano. Avrebbe dovuto chiedere loro anche questo, prima o poi.
Raccolse le sue cose, riponendole senza fretta nello zaino. Prima di andarsene, seguendo la massa che urlava e gridava da far paura, guardò un momento la/il ragazza/o e gli/le rivolse un breve sorriso. Con suo stupore, lei o lui ricambió, e Remus notò un luccichio intelligente e sopreso nei suoi occhi, comprendendo con precisione quanto venisse trattata/o male dal resto del mondo che ancora non accettava l'essere se stesso in tutte le sue sfumature.
Allora decise di aiutarlo/a. Nessuno, nessuno si meritava di venir deriso o escluso, lo aveva provato sulla sua pelle e speró che ci sarebbe riuscito.
Una cosa proprio da lui, in fondo.Angolo autrice.
Ebbene sì, sono scomparsa per un po'.
Tanto non è che sia importanteeee. Ahahha. Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia e con "vostra somma gioia" ho quasi finito anche il prossimo.
Spero, come dico sempre, che vi sia piaciuto, lasciate una stellina, etc...
Ormai lo avrete imparato a memoria.
Alla prossima☆
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-a la Luz de la Luna- Marauders AU [Completa]
FanfictionC'era una volta una me che immaginava vagamente cosa sarebbe successo se la banda di amici che adoro di più fra tutte, i malandrini, fosse stata della nostra età e della nostra generazione. Allora mi è venuto in mente di scrivere cosa poteva essere...