CAPITOLO 11"Tu normalmente ordini pan.."

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(LEGGETW ALLA FINE È IMPORTANTE)

Saliamo sull'aereo verso le 11 di mattina, e prendiamo i posti in prima classe, ovviamente. Justin e io ci sediamo negli ultimi due sedili, lasciando andare avanti Scooter e Kenny e mia mamma e Pattie. 

La cosa più strana di oggi?

Justin non mi rivolge parola, a meno che non sia per dire 'Ok' e 'Come vuoi'. 

"Ragazzi, avete fame?" Pattie si gira, guardandoci.

Justin scuote la testa e si infila le cuffie dell'iPod nelle orecchie, appoggiando la testa al sedile.

"No, grazie." Faccio spallucce e giocherello con il telefono, guardando fuori dalla finestra. 

La macchina che sposta la scala se ne va, lasciando l'aereo alla sua corsa di routine. Infatti qualche secondo dopo inizia a girare, prendendo velocità. 

"Hai parlato con Chaz, oggi?" Mi chiede all'improvviso Justin, togliendosi le cuffie e guardandomi.

"No, dovevo?" Lo guardo.

Fa spallucce. "Non so." Annuisco.

La conversazione si ferma lì per qualche ora, ovvero più o meno fino alla sera, quando ormai è impossibile sopportare il silenzio, almeno per me, visto che Justin è sicuramente abituato ai voli lunghi come questo.

Penso dovrebbe andare in un monastero dalla calma che dimostra!

Accidenti a lui.

"Che farai a Tokyo?" Chiedo, tamburellando sul telefono con le dita.

"Ho delle interviste, poi qualche presentazione, una specie di concerto, cose così." Fa spallucce e continua a fissare il vuoto.

"Justin, perchè non mi parli?" Lo guardo, tirando il telefono nella borsa.

"Ma ti sto parlando." Alza un sopracciglio.

"No, voglio dire, è da ieri che sei strano." Sospiro, facendo spallucce. "Se ho fatto qualcosa che non va, dimmelo."

Scuote la testa. "Non hai fatto niente, stai tranquilla. Sono solo un po' stanco, e so già che sarà una settimana faticosi." 

Annuisco leggermente. "Ok." 

"Beh, che ne dici di raccontarmi di ieri?" Mi sorride.

Faccio spallucce. "Siamo stati a casa sua, ha organizzato una specie di cena nel suo giardino e Taylor era la cameriera."

Ride. "Taylor ha bisogno di soldi, vero?"

Annuisco ridendo. "Si. Poi siamo andati in spiaggia, e poi mi ha riaccompagnata a casa."

"E ti ha baciata sulla spiaggia?"

"No, di fronte alla porta."

Annuisce. "Sembra perfetto."

Faccio spallucce leggermente. "Non so, era tutto... Da film, ecco. Preferirei qualcosa di più originale."

"Tipo?" Alza un sopracciglio.

"Mhm, non lo so, ma non sempre mangiare." Sbuffo. "Posso anche mangiare a casa, non ho bisogno che qualcuno mi offra la cena fuori."

Ride. "Si chiama romanticismo, Ronnie."

"No, si chiama sceneggiatura da film!" Ride e scuote al testa.

"Si, come vuoi tu." Fa spallucce.

Teach Me How To LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora