Capitolo 16

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Ti presentasti alla mia porta, in una notte gelida di febbraio.

Io ero crollata nel mio letto, esausta a causa dei doppi turni che avevo iniziato a fare a lavoro solo per continuare a mantenere una vita dignitosa.

Era difficile continuare a dormire se il mio campanello non smetteva di suonare.

Mi alzai di colpo adirata con chiunque osasse disturbarmi.

Avevo preparato una serie di insulti da rivolgere a quel qualcuno; quando però aprì la porta e vidi il tuo volto tutti i miei pensieri si bloccarono.

Fui sicura di star in realtà sognando, perché tu mi sembrasti etereo.

I tuoi capelli si erano allungati di molto dall'ultima volta che ti avevo intravisto, si notava che non li tagliavi da mesi.

La tua pelle era pallida e la luce lunare che illuminava leggermente il tuo volto non aiutava certo a conferirti colore.

A qualcuno saresti potuto sembrare un fantasma.

Ma ai miei occhi sembravi solo un angelo caduto.

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