Una brezza leggera ci sfiorava le braccia, la tua giacca, però, mi copriva le spalle mentre entrambi guardavamo il paesaggio notturno di fronte a noi.
Eravamo appoggiati alla ringhiera e mi tenevi stretta al tuo fianco; non mi avevi dato una motivazione, semplicemente mi volevi vicino.
Nei tuoi occhi si rifletteva Seul di notte con tutte le luci dei grattaceli.Eravamo partiti presto per riuscire a raggiungere la Namsan Tower e goderci quel magnifico spettacolo.
Il tuo indice si muoveva veloce di fronte a me per indicare tutto ciò che ti colpiva; eri come un bambino intento a trovare la propria casa in mezzo a tutti quei palazzi.
«Guarda, guarda!» esclamasti d'improvviso svegliandomi dai miei pensieri. La tua mano era puntata verso una palazzina abbastanza grande, illuminata solo per metà. «Quello è l'edificio in cui lavoro con gli hyung» dicesti mostrandomi il tuo sorriso da coniglietto. «Ora voglio cercare il tuo condominio.»
Dopo avermi fatto una quindicina di domande sulla posizione dell'edificio non riuscisti comunque a trovarlo così, per evitare di dare troppa importanza a quella tua sconfitta, iniziasti a parlarmi delle stelle.
Se ne vedevano poche, ma tu eri determinato a spiegarmi tutte le costellazioni che conoscevi e che a tua volta ti erano state spiegate anni prima da Namjoon.
Poi d'un tratto ti interrompesti solo per rivolgere tutta la tua attenzione su di me. «Misun, io...» Ti mordesti il labbro indeciso sul continuare quella tua domanda e io corrucciai lo sguardo. «Ecco... Perché quella sera al parco mi hai detto quella frase?»
I tuoi occhi tornarono a fissare il cielo, sta volta però erano tristi.
"Quelli sono tutti i motivi per cui non posso farlo".
Ricordavo bene ciò che avevo detto, ma non mi sentivo del tutto pronta a parlartene.
Abbassai la testa e sentì i miei occhi diventare lucidi. Mi dispiaceva così tanto non riuscire a spiegarti.
«Va bene se non riesci a dirmelo, non voglio obbligarti.» Ti girasti verso di me e le tue mani strinsero le mie, il tuo tono era pacato eppure non mi tranquillizzai. Non riuscivo a guardarti in faccia per la vergogna che provavo verso di me. «Va tutto bene, okay?» sussurrasti tentando di fermare la mia paura.
Ti abbracciai d'impulso cercando un riparo per la mia fragilità; tu non mi rifiutasti, in silenzio mi chiudesti tra le tue braccia poggiando il tuo mento sul mio capo.
Restammo così fermi, stretti l'uno all'altra, mentre Seul viveva tranquilla la sua vita davanti a noi.
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Rules - Fondness
ФанфикMisun non credeva che sedersi in una piccola caffetteria avrebbe comportato così tanti cambiamenti nella sua vita e, soprattutto, non poteva immaginare che Jeon Jungkook potesse essere così tenace e determinato. Lui l'aveva praticamente costretta a...