Capitolo 25

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In macchina mi lanciavi delle occhiate stando comunque concentrato al massimo sull'asfalto. Io non riuscivo a smettere di fissare le mie dita tremanti: la tua domanda aveva sconvolto il mio animo dal profondo.

Avrei forse dovuto inventare un'altra spiegazione? Né io né tu eravamo pronti a sapere e ammettere tutta la verità. Il passato, soprattutto il mio, doveva rimanere confinato in un cassetto.

Fermasti la vettura di fronte al mio condominio; le tue mani continuavano a tenere il volante, pronto a ripartire. Probabilmente, se fossi andato via, quella crepa che si era creata tra di noi non si sarebbe più rimarginata.

Slacciai la cintura in silenzio, ma non trovai la forza per aprire lo sportello. Non volevo rovinare tutto, non stavolta. Mi girai verso di te e parlai: «Sali a casa mia.»

«Eh? Perché?» mi chiedesti con le guance arrossate.

«Ti risponderò.»

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