Stavamo passeggiando per la strada mano nella mano, non mi ero ancora abituata alla nostra relazione, ma stando con te stavo gustando il sapore della vita.
Cercavo di impormi qualche regola, però ormai tutto ciò che pensavo veniva rimosso non appena ti vedevo.
Eri così carino e premuroso con me che qualche volta pensai fosse tutta una finzione: non ero abituata a ricevere questo genere di attenzioni.
Guardai le nostre mani unite e lasciai che tu mi guidassi per la città; forse avrei dovuto chiederti dove stessimo andando, ma non era poi così importante, o almeno non lo era in quel momento.
«Oggi andiamo in un posto speciale» dicesti, continuando a camminare.
«Come se gli altri non lo fossero stati» commentai sarcastica.
Eravamo stati in tanti posti in quelle settimane, ognuno diverso dall'altro; sembrava che tu volessi farmi scoprire il mondo in un istante.
Sapevo fossi ancora insicuro dopo il mio rifiuto, per questo ti accontentavo in ogni cosa, a me però interessava stare con te, senza luoghi particolari di sfondo.
«Allora questo lo sarà di più!» esclamasti prima di fermarti di fronte ad una palazzina bianca con un piccolo portoncino di ingresso. Non mi ero neppure accorta di aver attraversato la strada.
«Cos'è?» chiesi curiosa. Lanciai uno sguardo in giro, osservando le altre case, ma non mi sembrava ci fosse qualcosa di strano.
«Casa mia.»
Strabuzzai gli occhi e mi girai verso di te con un'espressione sconvolta.
«Tranquilla, tranquilla, non sei qui per fare quello che pensi.» Mi guardasti in modo vacuo e io ti diedi un piccolo pugno sulla spalla.
Non capivo, se non era per quello allora per cosa? «Avrei preferito che salissi almeno le scale prima di dirtelo, ma ormai mi è scappato: oggi conoscerai gli hyung!» proseguisti entusiasta.Fu come se la terra mi venisse a mancare sotto i piedi. Io non potevo conoscere i tuoi hyung. Era un passo troppo grande per me.
«Non preoccuparti, ci sono io. Non permetterò che ti mangino» mi rassicurasti in modo scherzoso dopo aver visto il mio volto sbiancare.
Scossi la testa, cercando di trasmetterti il mio dissenso. «Non credi di star correndo un po' troppo?» chiesi stringendo la presa sulla tua grande mano.
«Cosa cambia tra adesso e dopo? Dovrai conoscerli comunque prima o poi» spiegasti fiducioso di un mio gesto affermativo.
Non mi sentivo per niente coraggiosa, eppure sapevo di doverlo fare.
«Se proprio non ti va, possiamo andare via.»
Non potevo scappare per sempre.
«No, va bene. Entriamo.»
I tuoi occhi si illuminarono prima di baciarmi contento come non mai.
Mi imposi così una regola diversa dal solito: Non scappare da Jeon Jungkook.
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Rules - Fondness
FanficMisun non credeva che sedersi in una piccola caffetteria avrebbe comportato così tanti cambiamenti nella sua vita e, soprattutto, non poteva immaginare che Jeon Jungkook potesse essere così tenace e determinato. Lui l'aveva praticamente costretta a...