28. Gelosa.

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Torno a casa con uno strano peso sullo stomaco ed un nodo alla gola.
Ci sono rimasta male.
Ma tanto.
Ovviamente non l'ho fatto notare a Mattia che è sparito con la sua stupida moto non appena ho messo piede in giardino.
Vai.
Vai da Giulia.
Che mi frega.

Chiudo la porta alle mie spalle e lancio un'occhiata a Martina che continua a dormire sul divano, poi deglutisco e abbandono le chiavi su un mobiletto.
Mi sento arrabbiata. 
E non riesco a togliermi dalla testa l'idea che lui adesso sia con quella bionda dalle gambe chilometriche.
A letto, magari.
Che odio!
Strozzo un urlo isterico e stringo i pugni, quindi cammino a grandi passi in direzione della camera di Luca e mi avvicino al suo letto.

Muovo il suo braccio con forza fino a quando non apre gli occhi: «Dobbiamo indagare», ringhio.
Lui mi guarda, assonnato e visibilmente confuso.
«Che è successo? Stai bene?», si mette seduto ed io sospiro.
«Mi piace Mattia», il mio tono di voce è piuttosto scocciato.
Odio ammetterlo, ma è così.
«Ma va?»
«Non prendermi in giro. Ho bisogno del tuo aiuto», prendo posto sul materasso, «Dobbiamo indagare su Giulia e sul loro rapporto. Vanno a letto? Si frequentano? Da quanto tempo si conoscono? A lui piace lei? Stanno insieme?».
Silenzio.

Luca mi guarda come se io fossi una pazza psicopatica ed io, solo adesso, mi rendo conto di esserlo.
Sono entrata in camera sua, in piena notte, per dirgli di indagare su una persona.
«Tu stai male», sentenzia.
«Lo so»
«Hai i neuroni estinti», continua.
«Lo so»
«Sei proprio da interna-»
«Ho afferrato il concetto, Luca. Torniamo al nostro discorso. Tu sai qualcosa?».

Si passa una mano tra i capelli e sbadiglia, poi scrolla le spalle: «Non so niente»
«Sicuro?»
«Sicuro»
«Indagherai per me», punto un dito contro il suo viso e lui trattiene a stento una risata, «A partire da domani, okay?»
«Perché non indaghi da sola? E poi, non era fidanzato?»
«Non lo è più. Ed io non lo degneró nemmeno di uno sguardo, ovviamente. Sono arrabbiata con lui. Non mi merita», detto questo, torno in piedi e mi avvicino alla porta: «Me ne vado. Buonanotte»
«Adè»
«Dimmi»
«Tu stai proprio male».

🌻🌻🌻

Mattia torna alle sette e mezza del mattino. Fuori piove a dirotto, i lampi illuminano le stanze e lui è completamente zuppo.
Io e Luca, con molta nonchalance, stiamo facendo colazione.
«Buongiorno», fa il suo splendido ingresso, un sorriso radioso stampato sulle labbra.
Certo, sorride.
Giulia gli ha messo il buon umore.
Stringo la tazza tra le mani e gli concedo un semplice cenno del capo.
È Luca a parlare al posto mio.
«Buongiorno, Mattì. Come mai rientri a quest'ora del mattino? Hai fatto nottata?».
Bravo, amico mio.
Indaga.

Il moro passa una mano tra i suoi capelli bagnanti e si toglie la giacca di pelle, poggiandola sullo schienale di una sedia.
«Ho dormito fuori», dice semplicemente.
«Non è che hai la ragazza e non dici niente?».
Luca, ti amo.
Mattia ride e scuote la testa: «No, nessun fidanzamento. Non ti preoccupare. Le storie serie non fanno per me», detto questo, mi sfila la tazza dalle mani e beve un po' del mio caffè latte, poi mi scompiglia i capelli e sorride ancora.
«Vado a fare una doccia. Buon proseguimento», solleva la mano in segno di saluto e sparisce in fondo al corridoio.

Io mi concedo una radiografia delle sue spalle larghe, poi mi giro a guardare Luca.
«Non hanno una storia seria!», bisbiglio, «Ma hanno una storia? Non ho capito».
Il mio coinquilino morde una brioche e scrolla le spalle: «Che ne so, Adè! Ho sentito le stesse cose che hai sentito tu»
«Magari mi era sfuggito qualche dettaglio», farfuglio e lui ride.
Mangio un biscotto e mi alzo, «Vado a prepararmi. Ho lezione tra un'ora», esco dalla cucina e poi torno indietro,
«Tu indaga, mi raccomando!».
Mi risponde con una risata.
Non mi sta prendendo sul serio, dannazione.
Io ho bisogno di sapere.

SETTIMO PIANO. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora