È lunedì mattina ed io sono ferma davanti all'ambulatorio veterinario di Ivan da almeno un'ora e mezza.
Penso di entrare e dirgli tutto, poi mi pento e torno indietro.
Non posso dar retta a Davide.
Ivan deve sapere che mi piace Mattia e che ci siamo baciati.«Sei onesta, Adele. Sei sempre stata sincera, hai sempre detto la verità. Sotterfugi e teatrini non fanno per te. Deve saperlo subito», parlo con me stessa e annuisco con convinzione, quindi spingo la porta in vetro e mi ritrovo davanti ad una sala d'attesa piena di cani e gatti.
Oddio, c'è pure un criceto.
Mi viene da ridere.Mi schiarisco la voce e cerco di assumere un'aria seria, quindi mi avvicino alla segretaria e sorrido gentilmente: «Buongiorno, Ivan è qui?»
«Ha un appuntamento?», lascia scorrere i suoi occhi azzurri lungo tutto il mio corpo e mi guarda con disprezzo.
Ao, ma che ti ho fatto?«No, ma-»
«Allora deve prendere un appuntamento», tira fuori l'agenda e abbassa i suoi occhiali sul naso, «Nome?»
«Adele. Lei, comunque, mi sta fraintendendo. Devo solo-»
«Cognome?»
«Costa, però devo solo parlargli di una-»
«Animale?»
«Ma animale a chi, scusi?», stringo i pugni.
Adesso comincia ad innervosirmi.La signora inarca un sopracciglio e sbatte le palpebre, scioccata: «Intendevo dire... Di che si tratta? Che tipo di animale intende far visitare?».
Ah.
Oddio.
Sotterratemi.
Scoppio a ridere come una scema e batto la mano contro il bancone: «Mi scusi! Che figura!», non riesco a riprendermi, «Io non ho nessun animale», dico, «È per me».
Silenzio.«In che senso?»
«Devo parlare con lui», chiarisco, «Ma non si tratta di animali. È una situazione complicata e-», smetto di parlare perché una porta si apre ed è proprio Ivan a raggiungere la sala d'aspetto.
Sta tenendo tra le mani un piccolo gattino e non si accorge nemmeno di me quando mi passa accanto e consegna il cucciolo ad una vecchia signora.
Poi, però, si gira e schiude le labbra.
Un sorriso così dolce compare sulla sua faccia che mi viene voglia di picchiarmi da sola.
Sono una persona orribile.
Che cosa gli ho fatto?
Gli spezzeró il cuore.
E mi viene voglia di piangere.Adele, trattieniti.
Deve sapere.
Rimandare non servirà a nulla.
Meglio prima che dopo.
«E tu che ci fai qui?», sembra piacevolmente sorpreso.
Circonda la mia vita con un braccio e stampa un bacio sulla mia guancia.
«Ehm, volevo... Volevo vederti»
«Mi hai migliorato la giornata».
Una terribile persona.
Ecco cosa sono.«Volevo vederti per parlare», continuo e il suo sorriso si spegne.
Assottiglia gli occhi e scruta attentamente la mia espressione: «Va tutto bene?»
«Certo. Sì. Tutto alla grande», non per te.
Mio Dio, quanto mi dispiace.
«Okay», mormora e si guarda un po' in giro, «Beh, siediti. Parleremo quando avrò un minuto libero»
«Okay!», prendo posto nell'unica sedia disponibile e sollevo i pollici: «Aspetto qui!».
E lo faccio per più di due ore.
Non ci credo, davvero.
Mi ha lasciata qui ad aspettare per DUE ORE.Forse è il karma, mi dico.
In fondo me lo merito.
Aspetterò ancora senza lamentarmi.
Sfoglio distrattamente una rivista sugli orsi bruni e ignoro il mio stomaco che brontola.
È quasi l'ora di pranzo ed io non ho fatto colazione.
Ciò significa che sverró a breve o mangerò il pulcino della signora seduta accanto a me.Sto fissando il pulcino quando il mio cellulare squilla e lo tiro fuori dalla borsa, provocando la rabbia di due cani che cominciano ad abbiare contro di me.
Rispondo senza nemmeno leggere il nome sul display e sgrano gli occhi quando sento la voce di Mattia: «Ti sto cercando da questa mattina», dice, poi continua: «Sono cani che abbaiano quelli che sento?»
«Oh, ehm, sì. Sono... Sono dei cani», farfuglio, «Perché mi stavi cercando?».
STAI LEGGENDO
SETTIMO PIANO.
ChickLitSOSPESA Immaginate un appartamento abitato da un gruppo di amici ed uno sconosciuto. Aggiungeteci un po' di baldoria, le lezioni, le sessioni d'esame, qualche tradimento, la gelosia, gli ex che ritornano ed un coinquilino tanto bello quanto odioso. ...