L'orologio segna le nove e mezza della sera, fuori piove a dirotto e in casa regna il silenzio. La nonna di Mattia è andata a dormire, mentre il mio coinquilino sta preparando il suo letto per lasciarmici dormire.
Io indosso già il pigiama e lo osservo attentamente. Mi chiedo se mi lascerà dormire da sola o se si infilerà con me sotto le coperte.
Non lo capisco.
Si arrabbia, si chiude in se stesso e non mi parla.
Mi allontana di continuo e mi sento stupida a desiderare le sue attenzioni.
Però è più forte di me.
E non posso farci niente.«Prego», fa un cenno col capo in direzione del letto e poi va ad aprire l'armadio, dal quale tira fuori una giacca di pelle che indossa in fretta.
«Cosa stai facendo?»
«Ho da fare», dice semplicemente. Recupera un mazzo di chiavi e anche un ombrello.
«Stai uscendo? Ma hai visto come piove?»
«Ho solo una cosa da fare, Adele. Non preoccuparti. Cercherò di tornare il prima possibile»
«Beh, vengo con te», mi guardo intorno per cercare i miei vestiti, però mi blocca.Preme le mani sulle mie braccia e mi sovrasta con la sua altezza: «Adele, per favore. Mettiti a letto. Io torno subito».
Schiudo le labbra per ribattere, ma mi saluta con un bacio sulla fronte e si dilegua.
Passo circa un'ora da sola, lampi e tuoni mi fanno compagnia.
Le mura che mi circondano sono a me estranee e non mi sento del tutto a mio agio.
D'altronde, chi si sentirebbe a proprio agio?Comincio a sentirmi un po' più tranquilla solo quando sento la porta d'ingresso che si chiude e subito dopo i passi di Mattia che vengono dritti qui da me.
Lui tiene un sacchettino con una mano e lo poggia sulla scrivania. I capelli castani sono scompigliati e mi si mozza il fiato in gola quando mi rivolge un sorriso.
«Sei tornato di buon umore?»
«No», ammette, «Solo che è bello tornare e trovarti qui»
«Avrei preferito non essere lasciata da sola, ma non si può avere tutto dalla vita», dico di getto.«Come siamo permalose», si sfila la giacca di pelle e si abbassa per liberarsi delle scarpe.
«Non sono permalosa»
«No, assolutamente», mi prende in giro, ancora una volta mi regala un sorrisetto.
«Cosa c'è in quel sacchetto?»
«Niente di importante», dice. Si toglie il maglioncino ed i miei pensieri si cancellano davanti alla sua bellezza.
La gioia dura poco, comunque. Non impiega molto tempo prima di mettersi la maglia del pigiama.«Hai bisogno di qualcosa?», punta i suoi occhi nei miei e inarco un sopracciglio.
«No»
«Okay», annuisce. Passa il peso del suo corpo da una gamba all'altra e sospira rumorosamente: «Scusa»
«Per cosa ti stai scusando, esattamente?»
«Per tutto», ammette, «Non meriti di essere trattata male ed io non faccio altro che sbraitare contro di te. Non è giusto. E ti chiedo scusa»
«Mh», evito il suo sguardo e mi ritrovo ad annuire, «Chiedere scusa adesso non servirà a niente, se domani continuerai a comportarti sempre nella stessa maniera»
«Lo so».
Adesso cala il silenzio.
Mi sembra di percepire un muro tra di noi.
Mattia non mi parla, non mi abbraccia, non mi bacia. Sembrano passati mesi dall'ultima volta che siamo stati insieme, senza pensare a niente. Noi e basta.«Posso chiederti una cosa?», rigira i pantaloni del pigiama tra le mani.
«Certo»
«Perché non mi hai detto di aver fatto la denuncia? Perché non mi hai detto davvero chi era Edoardo?»
«Oddio. Hai un pensiero fisso, praticamente»
«Potresti rispondermi?», senza troppe cerimonie, comincia a liberarsi anche dei jeans ed evito di guardare, puntando gli occhi sulle mie mani.«Pensavo che lo stalker fosse vicino a te, in qualche modo. Ho preferito tenerti all'oscuro»
«Okay», dice semplicemente, «Avresti dovuto dirmelo»
«Oh, anche tu avresti dovuto rivelarmi l'identità dell'uomo che mi stava seguendo, ma non sono qui a rinfacciartelo».
O forse sì.Mattia mi rivolge uno sguardo truce e deglutisce. Penso stia per rispondere in modo brusco, invece è piuttosto calmo: «Volevo tenerti fuori da tutto questo»
«Ma ci sono dentro»
«Purtroppo», si scompiglia nervosamente la chioma, il suo pomo d'Adamo va su e giù, «Ti lascio dormire. Sono in salotto se hai bisogno di qualcosa»
«Hai intenzione di dormire sul divano? Davvero?»
«È che non so come comportarmi»
«Cosa siamo io e te, Mattì? Dammi una risposta perché non ci sto capendo più niente».
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SETTIMO PIANO.
ChickLitSOSPESA Immaginate un appartamento abitato da un gruppo di amici ed uno sconosciuto. Aggiungeteci un po' di baldoria, le lezioni, le sessioni d'esame, qualche tradimento, la gelosia, gli ex che ritornano ed un coinquilino tanto bello quanto odioso. ...