40. Disdicevole.

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Leggo il messaggio più volte e la mia gola si secca. Alzo lo sguardo su Mattia che è davanti alla porta, due birre tra le mani.
Il mio cuore batte veloce, le orecchie fischiano e gli occhi si appannato.
È lui il pericolo?
«Adele, è tutto okay?», cammina verso di me, l'espressione confusa stampata sul viso.
Agisco in fretta, senza pensare.

Lancio il cellulare nella borsa e asciugo una lacrima, quindi sorrido e accolgo la birra tra le mie mani: «Sì», dico, «È tutto okay. Mi è entrato qualcosa in un occhio»
«Fa vedere», si siede sul cuscino accanto al mio e sorrido quando si avvicina al mio viso e mi stampa un bacio sul naso.
«Non c'è niente», mi rassicura; bacia le mie guance e sento lo stomaco contorcersi.
Una strana angoscia mi colpisce all'improvviso mentre allaccio le braccia attorno al suo collo per stringerlo in un abbraccio.

Lui ricambia in fretta e affonda il viso sulla mia spalla. Rigira i miei capelli tra le sue dita e si allontana un po' per guardare il mio volto: «Che succede?»
«Nulla», mormoro.
«Stai bene?»
«Sì», mento.
La verità è che uno strano senso di panico si sta impossessando del mio corpo.
Chi è che mi perseguita?
È cattivo o vuole mettermi in guardia?
E se volesse difendermi da...
«Non sembra, sai? Sei pallida»
«Va tutto alla grande».
Da questo momento in poi, cerco di scordarmi del messaggio.

Il tempo con Mattia passa sempre veloce e davvero mi sembra di riuscire a mettere da parte tutti i pensieri quando sono al suo fianco.
Lo osservo mentre addenta un trancio di pizza e cerco di non sorridere davanti alla sua bellezza.
È così allegro e rilassato che riesce a trasmettermi il suo senso di tranquillità e spensieratezza.
Mi chiedo se sia realmente così.
Mi chiedo se davvero Mattia Caruso, in questo momento, sia sereno come sembra.

«È strano, non trovi?», mi muovo un po' sul cuscino e sorrido quando Mattia mi mette in bocca due patatine.
«Cosa?»
«Questo», dico, «Noi due... Insieme. Mi chiedo per quanto tempo riusciremo a mantenere la pace»
«Sono fiducioso», mi confessa, «Se siamo fortunati, due o tre ore»
«Ma certo che sei proprio stronzo», rido e lui fa lo stesso, schioccando poi un bacio sulla mia fronte.

Circonda le mie spalle con un braccio ed il suo profumo mi avvolge come una morbida coperta: «Non farti paranoie, Adele», sussurra, «Viviamocela e basta»
«Va bene», concordo. Afferriamo le nostre bottiglie di birra e le facciamo scontrare l'una contro l'altra, quindi brindiamo alla nostra, il cuore pieno di speranza.
E di paura.

Ho un leggero sussulto quando il mio cellulare comincia a squillare. La mia testa va immediatamente allo stalker.
Però no. Non è lui.
È Davide.
Mattia lancia un'occhiata al display e si schiarisce la voce, allontanandosi un po' dal mio corpo.
«Dimmi che non ci sono altri problemi con il progetto», rispondo così e lui ride.
«No, Adè. Tutto okay. Solo... Volevo chiederti di uscire, domani sera. A mezzanotte voglio brindare per festeggiare il mio compleanno».
Oh, merda.
Il compleanno di Davide!
Lo avevo proprio rimosso.

«Ma certo! Ci sarò»
«Perfetto. A domani»
«A domani», termino la conversazione e ripongo il cellulare nella borsa.
Mattia beve con calma la sua birra e mi guarda con la coda dell'occhio.
«Era Davide», spiego.
«Okay»
Afferro un trancio di pizza e osservo la casa che è davanti a noi.
C'è uno strano silenzio che decido di colmare: «Che tipo è?»
«Chi?»
«Il signore che abita qui»
«Mh», solleva l'angolo delle labbra in un sorrisetto divertito.
Sembra pensarci un po' su prima di rispondere: «Un tipo. Unico al mondo, presumo. Colleziona farfalle, francobolli e vecchie monete. Ha una libreria immensa e scrive libri»
«Scrive libri?»
«È un bravissimo scrittore. Al momento sono il suo unico fan, ma solo perché non ha avuto gli agganci giusti», strizza l'occhio e scoppio a ridere.

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