Due date

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Subito quindi le rivolgo uno sguardo confuso e con tono sorpreso le dico: <<Due date? Per caso le ricordi ancora?>>
Subito dopo le mie domande vedo Silvia annuire per dirmi convinta: <<20 dicembre e 22 dicembre dello stesso anno>>
Subito poi si avvicina lentamente alla finestra a guardando attraverso il vetro mi dice: <<Quando mi ha detto dello stesso anno mi ha guardata e mi ha poi intimato di tenerlo bene a mente>>

Di tutta risposta annuisco e buttandomi nuovamente con la testa sul letto inizio a pensare.
Due date di dicembre distanti di soli due numeri, potevano significare tutto, ma anche nulla allo stesso tempo.

Poco dopo mentre ero immersa nei miei pensieri mi porto una mano sulla fronte e alzando la voce do libero sfogo ai miei pensieri.
<<Questi due fratelli sono entrambi strani e confusionario però>>
Appena finisco di dire la parola fratelli questa inizia a ronzarmi insistentemente in testa.

Fratelli.
Fratelli.
Fratel- Oh cazzo!
Appena quella parola stava per ritornarmi in mente un'idea si fa spazio facendo entrare in me uno spiraglio di luce.
Di tutta risposta subito mi alzo e sedendomi al centro del letto, con voce squillante dico loro: <<Ragazze credo di essere arrivata alla soluzione>> mi fermo un secondo per attirare l'attenzione delle mie compagne di stanza e poco dopo continuo dicendo: <<So cosa significano quelle due date>>
Subito dopo le mie parole Silvia si risiede al mio fianco e guardandomi mi intima di continuare a parlare.

Subito quindi, senza farmelo ripetere una seconda volta guardo entrambe le mie amiche e inizio il mio discorso: <<Oggi abbiamo scoperto  che quei due sono "fratelli", però non li abbiamo mai visti insieme, neanche si salutano a volte...>> mi fermo un secondo per guardare le facce confuse delle mie amiche e solo dopo poco Celia grattandosi la nuca mi dice: <<E questo cosa significa? Come vorresti collegare le due date?>>

Di tutta risposta mi limito a sorriderle per poi continuare a dir loro: <<Loro non hanno nulla in comune, neanche il colore della pelle o dei capelli, sono totalmente diversi, ma hanno una cosa in comune>>
Questa volta mi fermo un secondo aspettandomi una risposta intelligente che però non arriva.

Le mie due amiche intanto continuano a guardarsi confuse fin quando Silvia alzando le spalle mi dice: <<Sono entrambi misteriosi?>>

Oh beh, diciamo che come risposta poteva essere giusta per metà...

Di tutta risposta inizio a scuotere la testa e divertita dico loro: <<Io direi che solo uno dei due è misterioso, Roland è più enigmistico.
Ma tralasciando questo semplice particolare l'unica cosa che hanno in comune è l'età!>>
Subito dopo la mia rivelazione Silvia spalanca subito gli occhi e alzando la voce mi dice: <<il 20 dicembre e il 22 dicembre dello stesso anno non sono altro che le loro date di nascita!>>

Esattamente.

Subito poi Celia aggiustandosi gli occhiali continua dicendo: <<E poiché oggi Roland ha chiamato quel ragazzo fratellino il più grande tra i due è probabilmente lui>>
Di tutta risposta mi limito ad annuire per poi dire loro: <<Adesso però arriviamo al succo della storia, se sono nati lo stesso anno con solo due giorni di differenza non possono essere fratelli né tantomeno gemelli.>>
Mi fermo un secondo e a prendere parola è Silvia che alzandosi dal letto continua a dire: <<Tra i due non c'è dunque nessun legame di parentela a meno che uno dei due non sia stato adottato>>

Subito dopo le parole di Silvia mi ritrovo ad annuire convinta, avevo appena risolto un caso, adesso mi aspettava il problema di quelle lettere che stavo trovando un po' ovunque.

Subito dopo aver terminato il discorso, Celia euforica come non mai si alza e batte il cinque a me e a Silvia.
Proprio quando però stavo per dire qualcosa la mia pancia inizia a brontolare rumorosamente.
Subito mi porto le mani sulla pancia e guardando Silvia e Celia di fronte a me dico loro: <<Ho fame ragazze, non abbiamo pranzato oggi>>
Di tutta risposta Celia mi sorride per poi dirmi: <<In verità sei stata l'unica a non pranzare poiché stavi dormendo come un ghiro durante il suo lungo letargo>>

Subito quindi spalanco la bocca e incredula dico loro: <<Ho saltato il pranzo solo io?
Oh mamma, potete per favore dirmi che ore sono?>>
Di tutta risposta Silvia prende il suo telefono e guardando lo schermo mi dice: <<Sono le 19 in punto>>
<<Devo aspettare ancora un'ora e mezza per la cena, non posso resistere>> le dico subito dopo aver ricevuto la sua risposta.

Subito quindi mi alzo, mi sistemo un po' i vestiti e infilando soltanto i calzini che utilizzavo per camminare nella stanza dico loro: <<Ragazze io vado giù in cucina, vado a chiedere alla cuoca se può darmi un po' di cibo.
Non posso aspettare ancora!>>
E subito poi senza aspettare una risposta mi dirigo giù dove stava la cucina.

Appena apro la porta entro nella sala dove eravamo soliti pranzare e cenare, continuo a camminare tra i tavoli fin quando poi mi avvicino ad una porta e aprendola solo un po' il giusto per riuscire ad entrare mi ritrovo quel ragazzo della hall intento ad aiutare la cuoca.

Subito non so perché mi sento in imbarazzo quindi, per farmi notare dalla cuoca e da lui mi schiarisco un po' la voce.
Appena lo faccio quel ragazzo subito si gira e incastra i suoi occhi nei miei.
Restiamo così in silenzio per pochi secondi fin quando poi mi faccio coraggio e dico loro: <<Scusate pos>>
Ma non riesco a finire la frase che vengo subito interrotta dalla sua voce.
<<La cena non è pronta vai di là>>
E subito poi ci ritroviamo faccia a faccia con solo un lungo bancone a dividerci.

Di tutta risposta sbuffo per la sua reazione e schiarendomi nuovamente la voce gli dico: <<Lo so però posso aver>>
Ma ovviamente vengo nuovamente interrotta da lui che con tono scocciato mi dice: <<Non è pronta la cena vai di là>>
Subito dopo la sua risposta alzo di poco la voce e con un tono meno calmo gli dico: <<Ho capito, però io vorrei qual>>
E come ormai di routine vengo nuovamente interrotta da lui che con un ghigno sul volto mi dice: <<Non è pronta la ce>>
Ma questa volta sono io ad interromperlo e a dirgli ormai scocciata dalla situazione: <<Ho capito cazzo! Ma io ho fame, oggi non ho pranzato uffa!>> mi fermo un secondo per sospirare per poi continuare a dirgli: <<Smettila di ripetermi sempre la stessa cosa, sei odioso!>>
E subito dopo mi porto le braccia al petto.

Dopo aver terminato il mio breve, ma coinciso discorso la cuoca si avvicina al ragazzo con la sciarpa bianca e guardandomi dolcemente mi dice: <<Cosa vorresti mangiare cara?>> subito poi si ferma un secondo per guardare male il ragazzo al suo fianco e solo dopo avergli dato uno schiaffo dietro la testa gli dice: <<A volte sei davvero insopportabile>>

Subito dopo quel gesto inizio a ridere e asciugandomi le lacrime dico alla cuoca: <<Mi va bene anche un pezzettino di pane, è giusto per mettere qualcosa sotto i denti>>
Di tutta risposta la cuoca si limita ad annuire per poi dire al ragazzo dalla bianca scarpa.
<<Vai a prendere qualcosa da mangiare a questa ragazza per farti perdonare>>
E subito poi vedo la cuoca sparire nuovamente tra i fornelli.

Io e quel ragazzo dagli occhi misteriosi ci guardiamo e solo dopo averlo sentito sbuffare sonoramente lo vedo allontanarsi.
Dopo poco ritorna con un pezzo di pane col prosciutto e facendomi la linguaccia mi dice: <<Sei veramente sempre tra i piedi vero?>>
Di tutta risposta mi limito a fargli una smorfia e solo dopo aver preso il pane dalle sue mani sparisco dalla sua vista.

Subito esco fuori e sedendomi su un tronco gelido inizio a mangiare.
Appena finisco mi stendo sulla neve e aspetto che si faccia l'ora di cena.
Resto così, ferma a fissare il cielo per molto tempo fin quando poi un Axel tutto infreddolito non mi appare davanti oscurandomi così la vista del cielo stellato.
<<La cena è pronta Anna>> mi dice poco dopo il bomber di fuoco.

Di tutta risposta subito mi alzo dalla neve e ringraziandolo mi dirigo nella sala per cenare.
Appena entro l'odore del pollo e il caldo della stanza mi abbracciano calorosamente.
Mi dirigo in men che non si dica accanto a Silvia e solo dopo essermi seduta inizio a mangiare molto velocemente.

Mentre ero intenta a mangiare noto che tutti i nostri amici erano alquanto sfiniti dall'allenamento, difatti nessuno di noi aveva parlato durante la cena, neanche Mark.

Dopo circa mezz'ora finiamo tutti di mangiare e stanchi come non mai ci dirigiamo nelle nostre camere per andare a dormire.
Appena entro in camera mi chiudo in bagno per lavarmi e indossare poi il mio amato pigiama.
Fatto tutto esco dal bagno e stanca come non mai mi butto sul mio amato letto per essere poi accolta tra le braccia di morfeo in men che non si dica.





Angolo autore
Nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale alla Byron Love😂

//Viaggio tra le montagne// Shawn Froste, Inazuma ElevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora