Ritorno...?

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Subito poi apro la porta della cameretta e scendo giù.
Appena poggio entrambi i piedi sull'ultimo scalino resto ferma a fissare quello che probabilmente in questi tre giorni avevo perso di vista o per meglio dire avevo dimenticato...
La mia mamma.

Subito quindi la vedo intenta a fissare Celia che di tutta risposta appena mi vede mi sorride e velocemente si alza per potermi abbracciare.
Appena mi ritrovo la piccola Celia tra le braccia mi sembra che qualcosa stesse tornando al suo posto.
Di tutta risposta dopo poco mi stacco e vado ad abbracciare la mia fragile, ma allo stesso tempo forte mamma e le sussurro una semplice parola che però vale tanto.
<<Scusa...>>

Di tutta risposta lei non emette nessun suono, solo un infinito silenzio che aveva l'odore di casa, l'odore di chi nonostante tutto non smetterà mai di perdonarti nonostante i continui sbagli.

Subito poi mi prende per le spalle, lentamente mi allontana dall'abbraccio e con un sorriso malinconico mi dice:<<Non mi importa se sei convinta di collezionare sbagli, però ti prego non tenermi lontana da te, sei l'unica cosa che mi resta di più bello in questo mondo.>> Si ferma un secondo per riprendere fiato e infine con gli occhi lucidi mi dice:<<Non allontanarti mai più.>>
Di tutta risposta mi mordo le labbra per cercare di essere forte o almeno di mostrarmi forte davanti all'unica persona che nonostante i miei sbagli era sempre pronta a chiedermi scusa.

Ed è vero, non ho mai avuto effettivamente un papà, ma non mi è mai pesato, soprattutto perché al mio fianco ho sempre avuto una mamma talmente buona che non mi aveva mai fatto pesare i miei errori.

Improvvisamente la mano di Celia si poggia prepotentemente sulla mia mano destra, quella che fortunatamente era ancora buona e non fasciata e dolorante.
Subito dopo quel suo gesto, quindi, mi giro verso la ragazza con gli occhiali e con un'espressione interrogativa le dico:<<Si Cel->>
Non finisco però di parlare che Celia mi stringe ancora di più la mano, come se avesse un'urgenza, qualcosa di importante da fare.
Subito dopo avermi stretto ancora di più la mano inizia a trascinarmi verso la porta e velocemente mi dice:<<Ti prego Anna, dobbiamo andare>>

Dobbiamo andare, continuano a riecchieggiare queste parole nella mia mente mentre Celia con un fulmine continua a tirarmi per le fredde strade della nostra città natale.
Improvvisamente mentre ero intenta a non inciampare mentre correvo o per meglio dire mentre ero trascinata da Celia alzo il volto al cielo e una fitta allo stomaco mi colpisce violentemente.
Di tutta risposta subito mi fermo e inizio a respirare velocemente, era una strana sensazione, come se qualcosa mi divorando dentro.

Subito quindi Celia mi lascia la mano e lentamente si avvicina, mi poggia delicatamente una mano sulla spalla e con una voce delicata mi dice:<<Anna, io, cioè scusami, non volevo trascinati fuori da casa tua così velocemente, ma è un->>

Non le lascio finire il discorso, probabilmente quello che doveva dirmi l'avevo capito di mio, certe volte ognuno di noi non ha bisogno di chiare spiegazioni, bastano due sguardi o beh, magari basta soltanto lasciarsi trasportare dalle sensazioni.
Perché io dentro di me lo sapevo, le fitte allo stomaco non erano dovute alla fame e neanche alla stanchezza, ma al costante pensiero del ragazzo della hall.

Di tutta risposta inizio a camminare lentamente lasciando la ragazza dagli occhiali dietro di me e soltanto dopo aver capito che in realtà non sapevo dove andare mi giro verso di lei e con un sorriso forzato e una voce sull'orlo di un pianto le dico:<<Dove? Dove dobbiamo andare?>>
Di tutta risposta Celia si aggiusta gli occhiali sul naso e abbassando lo sguardo mi dice:<< Dove si allenano i ragazzi>>

Subito dopo aver ascoltato le sue parole qualcosa mi blocca.
Alzo di nuovo la testa al cielo e questa volta il grigio che avevo visto pochi minuti fa era sparito ed aveva lasciato spazio ad un nero che più scuro non avevo mai visto.
Dopo infiniti minuti abbasso il viso e con lo sguardo capito sulle mani intrecciate di Celia e una domanda quindi mi sorge spontanea.
<<E Silvia? >>
Di tutta risposta Celia continua a guardarsi le mani come se fossero la cosa più interessante del mondo e con una flebile voce mi dice:<<Ha preso l'influenza e non mi sembrava il caso di farla preoccupare, dopotutto lei non sa nu...>>

E improvvisamente mentre stava parlando di blocca e non finisce la sua frase, evidentemente stava per dire qualcosa di cui si sarebbe pentita.

Subito dopo aver ascoltato le sue parole annuisco senza un preciso motivo e morendomi le labbra ripenso a lui...

Subito dopo quindi faccio un bel respiro e inizio la mia corsa verso il parchetto che aveva ospitato milioni di allenamenti della squadra, ma soprattutto del portiere della Raimon, Mark.
In men che non si dica arrivò, probabilmente il mondo o il tempo non erano contro di me quel giorno, ma, anzi, sembrava mi stessero accompagnando come fedeli amici.
Mi butto subito a terra stanca per la corsa e dopo poco vedo Celia rimanere pochi passi indietro.

Mi aveva detto di andare al parchetto e l'avevo fatto, ma solo ora mi ero accorta di non averle chiesto il perché.
Dopo pochi minuti di riflessione porto il mio sguardo rivolto verso il basso e dopo tanto riesco finalmente a vedere i visi dei miei amici.
Li fisso tutti come se fossero le cose più belle di questo mondo e beh probabilmente lo sono realmente.
Mark come sempre è il più grintoso e sorridente di tutti che come un fulmine si muove e cerca di parare tutte le palle che Jude con forza gli tira contro con l'intento di fare almeno un semplice goal.
Subito poi il mio sguardo si sofferma sul bomber di fuoco che rispetto agli altri due stava seduto al centro del campo con un'aria interrogativa.

D'improvviso la voce del mister mi riporta con i piedi per terra.
Lo vedo gesticolare per poi pronunciare delle parole che invece di passare per le orecchie passano direttamente al mio cuore.
<<Ecco ragazzi, finalmente Shawn ha deciso di entrare a far parte della nostra squadra per poterci aiutare a vincere il football frontier international!>>
Subito poi indica un punto indefinito del campo dal quale come per magia vedo arrivare il ragazzo dai capelli grigi.

Bum, Bum, Bum...

Il mio cuore non smette più di battere un po' come la mia testa nella quale ritornano tutti i nostri momenti a rallentatore con un film che però avevo quasi dimenticato.

Improvvisamente i tre ragazzi si avvicinano tutti velocemente al ragazzo di ghiaccio e iniziano ad abbracciarlo amorevolmente come se si conoscessero da una vita.
Di tutta risposta mi giro verso Celia e con gli occhi pieni di lacrime, alzando la voce le dico:<<Cosa significa?!>>
Di tutta risposta lei non mi risponde, quindi per la confusione inizio a guardarmi in giro e proprio quando stavo per scendere, Celia mi tira per un braccio e con voce bassissima mi dice: <<Aspetta Anna, ti prego non prendertela con loro tre, noi lo sapevamo ma no->>

Cosa? N O I  L O  S A P E V A M O?
Che stava succedendo esattamente?

Di tutta risposta le lacrime iniziano copiosamente a scendere dal mio viso e serrando la bocca le dico: <<Celia che significa che voi lo sapevate?
Perché, perché mi avete tenuta al buio di tutto questo?!>>

//Viaggio tra le montagne// Shawn Froste, Inazuma ElevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora