Stanza

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Appena tutti noi finiamo di mangiare a passi svelti prendiamo i nostri caldi giubbotti e ci dirigiamo fuori.
Appena mettiamo piede fuori un cielo grigio accompagnato da un forte vento gelido ci assale.
Subito quindi mi stringo nel mio caldo giubbino e Mark vedendomi si mette al mio fianco e inizia a stringermi tra le sue forti braccia da portiere.

<<Fa perecchio freddo vero?>> mi dice poco dopo con tono calmo.
Di tutta risposta appoggio il viso nell'incavo del suo collo e cercando di non tremare come una foglia gli dico: <<Questo vento rende le temperature ancora più fredde>>
Subito poi sento Mark sorridere e solo poter immaginare quel suo sorriso, un po' mi fa scaldare il cuore.

Improvvisamente Roland alza la voce per farsi sentire e ci dice: <<Su, presto ragazzi mancate solo voi della Raimon sul pullman!>>
E subito poi sento i suoi passi svanire, era probabilmente salito nel pullman.
Subito quindi mi stacco da Mark e inizio a pensare a ciò che aveva appena detto la nostra guida "mancate solo voi della Raimon", dunque se mancavano solo noi allora Celia aveva ragione, c'era anche lui.

Subito quindi a passo spedito salgo sul pullman e resto pochi istanti ad ispezionare tutti i ragazzi seduti.
Lì no, neanche lì, neanche qui, ma dove era finito il ragazzo della hall?
Improvvisamente proprio quando stavo per andare avanti la porta dell'autista del pullman si apre e per poco la porta non mi finisce in faccia e mi rompe il setto nasale.
Subito quindi indietreggio facendo quasi cadere Mark e tutti gli altri come nel gioco del domino.

Poco dopo però quel solito profumo mi rapisce e mettendo subito a fuoco l'immagine lo vedo, eccolo lì in tutta la, sua sfacciataggine e bellezza, il ragazzo di cui non conoscevo nulla.
Subito lo vedo sedersi vicino uno dei suoi ragazzi ed è solo allora che le mie gambe decidono di muoversi.
A passi lenti mi siedo allo stesso posto dell'altra volta, facendo però entrare prima Mark che felice si siede vicino il finestrino.

Appena tutti prendiamo posto il bus inizia a camminare.
Durante tutto il tragitto la mia testa aveva pensato alle lettere che avrebbero potuto comporre il suo nome.
Avevo cambiato la loro disposizione migliaia di volte, ma nulla, nessuno di loro mi convinceva, eppure mi sembrava di aver provato tutte le combinazioni possibili.

Dopo ben dieci minuti il pullman si ferma e Roland con quel suo solito sorriso si alza e guardandoci ci dice: <<Eccoci arrivati ragazzi, potete finalmente scendere>>
Subito quindi tutti noi della Raimon ci alziamo però veniamo interrotti dagli altri ragazzi dell'altra scuola che ci sorpassano scendendo così prima di noi.

Quel ragazzo stava facendo di tutto per evitarmi e questa non era stata che una semplicissima prova di quello che pensavo.

Dopo poco anche noi scendiamo e appena ci troviamo nuovamente su quest'alta neve ci guardiamo complici e sappiamo subito cosa fare.
Ci allontaniamo un pochino dal pullman e subito poi ci mettiamo in modo da poter formare un cerchio.
Restiamo a guardarci per poco fin quando poi Caleb prende parola e con un ghigno divertito ci dice: <<È vietato scappare capito Anna?>> si ferma un secondo per guardarmi da lontano e di tutta risposta mi limito ad annuire un po' imbarazzata.

Effettivamente l'altra volta ero letteralmente scappata.

Subito dopo Caleb riprende parola e dice: <<Potete costruire una barriera con la neve e nascondervi dietro un albero, ma non potete allontanarvi oltre il pullman>>
Subito dopo le sue parole tutti noi ci limitiamo ad annuire e solo quando Jude ci fa segno di abbassarci per fare una palla di neve tutti ci muoviamo all'unisono.

Poco dopo Mark ci guarda e stringendomi un po' la mano dice: <<3, 2, 1>>
Subito tutti ci guardiamo negli occhi per poter identificare la nostra probabile preda e solo quando Nathan urla dandoci così il via inizia la nostra seconda lotta di neve.

Subito una palla mi colpisce le gambe, cerco di guardare un po' in giro cercando di capire chi era stato, ma non riuscendoci inizio a lanciare le palle di neve a chiunque.

D'improvviso però dopo circa mezz'ora di risate e lanci un tuono fa sobbalzare tutti noi.
Subito ci fermiamo buttando le ultime palle di neve a terra e dopo pochi secondi un altro tuono ci fa spaventare.

Di tutta risposta alzo il viso al cielo e quel grigio di questa mattina era ora diventato nero, le nuvole e il cielo erano un tutt'uno, non c'era più differenza, tutto era diventato nero.

Improvvisamente tutti noi ci ritroviamo schiena contro schiena a fissare il cielo fin quando poi dopo un ennesimo tuono, una pioggia insistente inizia a scendere velocemente dalle nuvole.
Restiamo tutti immobilizzati sotto la pioggia fin quando la voce di Roland ci porta sulla terra.
<<Ragazzi presto, tutti sul pullman dobbiamo tornare all'hotel prima che la pioggia ci blocchi il cammino!>>

Subito dopo le sue parole vedo tutti i miei amici correre verso il pullman mentre io resto ferma, lascio che la pioggia mi bagni il viso, i vestiti e i capelli, volevo che quest'acqua portasse con se tutte le mie paure e i miei dubbi.
La pioggia era uno degli elementi che mi rappresentava perfettamente l'anima.

D'improvviso però, mentre il mio viso era rivolto al cielo sento dei passi avvicinarsi sempre più velocemente.
<<Cosa fai ancora qui, muoviti a salire!>>
Subito quindi abbasso il viso e incontro dopo tanto tempo nuovamente i suoi occhi.
Sbatto poche volte le palpebre e poi con una flebile voce gli dico: <<Mi sento a casa>>
Appena finisco però di dire l'ultima parola il ragazzo dalla sciarpa bianca mi prende in braccio e velocemente mi trascina nel pullman.
Appena entriamo mi poggia con i piedi per terra e subito poi va a sedersi al suo posto.
Di tutta risposta io resto pochi secondi ferma immobile e poi subito dopo mi siedo accanto a Mark che mi sorride per rassicurarmi.

Lui sapeva che la pioggia mi faceva sentire a casa, sapeva perfettamente che sarei potuta restare lì sotto per ore e se poi avrei preso un raffreddore non me ne sarei fatta una colpa.
Se una cosa ti piace, per quanto rischiosa e pericolosa essa possa essere a te non importerà mai.

In men che non si dica arriviamo tutti nell'hotel, ovviamente di piovere ancora non aveva smesso e quindi velocemente ci catapultammo tutti quanti all'interno dell'hotel.
Appena entrati ognuno di noi sale le scale ed entra nella propria camera, io mi limito a seguire Silvia e Celia e appena entriamo vedo Silvia entrare in bagno per poi dirci: <<Vado ad asciugarmi, faccio subito>>
Di tutta, risposta io e Celia ci limitiamo ad annuire fissando la porta del bagno ormai chiusa.

Subito mi affaccio e vedendo la pioggia mi viene voglia di sentirla meglio, volevo scendere giù per poterla ascoltare più da vicino.

Subito quindi guardo Celia e sorridendole le dico: <<Io vado giù, se ho bisogno di qualcosa salgo>>
Di tutta risposta Celia mi prende un polso e confusa mi dice: <<E non ti asciughi?>>
Dopo le sue parole mi limito a sorridere e poco dopo inventandomi una scusa le dico: <<Passerò da Mark e gli altri, sicuramente loro avranno già finito>>
E subito dopo poggio il giubbino all'attaccapanni, apro la porta ed esco sentendo addosso ancora lo sguardo confuso di Celia.

Inizio a vagare un po' per i corridoi fin quando ad un certo punto starnutisco e come per magia Roland mi appare davanti e mi dice: <<Dovresti asciugarti altrimenti ti ammalerai!>>
Subuto dopo poi, senza neanche darmi il tempo di realizzare mi prende la mano e mi trascina in una stanza alquanto grande, accogliente e calda.
Mi fa entrare e subito dopo mi dice: <<Il bagno è lì in fondo>>
E subito poi chiude la porta lasciandomi sola e alquanto confusa in quella grande stanza.






Angolo autore
La stanza di chi sarà...

//Viaggio tra le montagne// Shawn Froste, Inazuma ElevenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora