Capitolo 4) Isaac

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Stupito, potevo descrivermi in questa parola, l'avevo osservata per tutto il tempo per capire come comportarmi con lei, ma nel frattempo aveva fatto lo stesso senza che me ne rendessi conto, e nella mia vita poche persone riescono in questo.

Finisco di sistemare le casse vuote sul retro e quando rientro mi incrocio con Roberta, una donna latino americana molto vivace. Quando mi sono presentato non ha esitato ad abbracciarmi e la cosa mi avrebbe dato fastidio se in qualche modo non mi ricordasse mia madre.

"Ohy Isaac todo bien con il lavoro?"

"Mi abituerò Roberta, tu conosci bene la rossa?"

"La Rojo ? Ah Eve, è una ragazza muy hermosa, por qué me lo chiedi?"

"Nulla di particolare"

Mi fissa per qualche istante prima di sorridermi e continuare a parlare.

"Può essere difficile capirla, ma fidati quella ragazza è fuerte, yo vado , a domani, salutami Eve"

Se ne va lasciandomi da solo,qui dentro sembra che tutti si fidino di lei, eppure nel suo comportamento, quando ha liquidato quello scocciare ho notato come si comportava e tutti i sorrisi che regalava, o forse è colpa mia che riesco a fidarmi solo della mia ombra.

Vado anch'io nel mio spogliatoio, ma passando per quello riservato alle ragazze noto che la porta è socchiusa. Dovrei passare ignorando il mio istinto, ma mi ritrovo a guardare al suo interno, vedendo la rossa di spalle e resto sbalordito dal tatuaggio che le ricopre la schiena, una fenice ferita ma con gli occhi iniettati di fuoco.

Indossa la sua maglietta e si sciacqua il viso prima di fissarsi allo specchio, per poi spostare la sua attenzione al polso coperto da un bracciale di spine.

La lascio alla sua privacy ed entro nel mio, certo è una ragazza molto bella, ma sono qui per lavorare e voglio evitare di complicarmi la vita, andarci a letto senza impegno e poi vederla tutte le sere potrebbe risultare essere una situazione sgradevole.

Prendo il casco della mia Harley , per fortuna mio padre se ne preso cura in mia assenza e l'ho trovata perfettamente funzionante.

Quando esco però me la ritrovo ad aspettarmi appoggiata alla parete opposta alla porta con quello sguardo da gatta e anche lei con un casco in mano.

"Finalmente,dai andiamo soldato, ho già chiuso io le entrare, manca quello sul retro"

"Ti saluta Roberta"

Nel sentire quel nome sorride e si avvia verso la porta e una volta chiusa salgo sulla mia moto e lei sulla sua.

"Non hai buon gusti in fatto di moto rossa"

Si gira e mi fulmina con lo sguardo, non credo di starle molto simpatico da stasera.

"Tu non parlare, che te ne vai in giro con quel dinosauro"

"Questo dinosauro è puro americano, non come la tua giapponese tutto rumore e zero potenza"

"Ne hai mai provata una?"

"Non ci tengo"

Accendo il motore e lei fa lo stesso guardandomi con sfida. Premo sull'acceleratore per farle sentire la differenza e di tutta risposta alza gli occhi al cielo.

"Mi dispiace deluderti soldato, ma potrei farti mangiare la polvere quando voglio, non ti dico a domani, perché preferirei evitare di vederti, ma se Luke ti ha preso io non mi oppongo."

Abbassa la visiera e gira velocemente la moto, la imito e una volta in strada va nella direzione opposta alla mia accelerando fino ad impennare, che esibizionista, non ama perdere a quanto pare.

Scuoto la testa e torno sulla mia strada fino ad arrivare al mio appartamento con tanto di garage. Appena entro l'odore di nuovo arriva dritto al mio naso, mentre mi spoglio strada facendo. Ho ancora pochi mobili, ma non ho fretta di comprarli, anche perché so come potrebbe aiutarmi mia madre se ne venisse al corrente, mi basta un tavolo e un materasso per terra, ed è già troppo rispetto a ciò che avevo durante l'esercito.

Mi sdraio e fisso il soffitto prima che la stanchezza prenda il sopravvento.

***

Morte,è l'unico odore che riesco a percepire adesso, sono disteso su un terreno roccioso e il sole ormai è oscurato da una densa nube di polvere.

Tento di alzarmi, ma una fitta di dolore lungo la schiena me lo impedisce ela testa mi duole per l'insistente fischio.

Stavo trasportando Ronald ferito e poi ci hanno lanciato una granata e ho fatto appena in tempo a saltare dietro ad una roccia, ma ora non vedo il mio subordinato vicino a me.

Urlo Il suo nome senza ricevere risposta e poi perdo i sensi, da qui i ricordi sono sconnessi, passarono diversi giorni prima che qualcuno trovasse il mio corpo, voci di estranei e infine l'odore di morte era stato sostituito da quello di disinfettante.

Al mio risveglio ero bendato peggio di una mummia e da un occhio non riuscivo a vedere
I medici dissero che era un miracolo che fossi sopravvissuto dato la gravità delle mie ferite, e poi quando chiesi loro di dirmi che fine avevano fatto i miei compagni non riuscirono a rispondermi, si voltarono e un attimo dopo di fronte a me avevo i loro colpi dilaniati e sporchi di sangue che mi fissavano indicandomi.

"Siamo morti a causa tua."

No,io volevo annullare la missione.

"Colpa tua, colpa tua, COLPA TUA!"

~~~

Mi alzo di scatto con il fiato corto, da quel maledetto giorno non c'è stata notte in cui i demoni del passato non venissero a bussare alla mia porta. Vado in bagno per lavarmi il viso imperlato di sudore con l'acqua fredda mentre, come se stessi ancora sognando, vedo le mie mani sporche del sangue dei miei compagni. Le lavo più velocemente e mettendoci più forza,eliminandolo e accorgendomi solo dopo di come in realtà era tutto frutto della mia mente.

Congedato con onore hanno detto,ma che onore c'è nell'abbandonare i propri compagni e di sopravvivere?
Hanno ragione loro, se sono morti è solo per colpa mia e se per questo dovrò pagare con la mia vita, al prossimo richiamo, mi arruolerò con la forza se sarà necessario.

Entrambi con un passato che ha segnato le loro vite, ma è anche vero che senza un passato non esiste futuro.
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Manu








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