Sentivo una voce, mi sembrava familiare, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo ad aprire gli occhi. I miei ricordi erano confusi, e mi ricordo solo di Jonathan, della pistola, e dello sparo, poi diventa tutto buio. Vivevo con questa immagine buona parte del mio tempo, e avevo paura che svegliandomi me lo sarei ritrovata davanti ancora una volta, ma il tocco che sentivo era caldo, delicato, come se temesse di rompermi.
Non avevo idea di quanti giorni fossero passati, ma ad un certo punto,oltre a Jonathan, un altro viso maschile aveva iniziato ad apparire.
Ripeteva che mi avrebbe protetta, che non mi avrebbe più lasciata, che sarebbe stato un buon padre.
Era sempre più presente, tanto da far sparire il mostro. Volevo vederlo,volevo abbracciarlo, volevo sorridergli.
Isaac,era lui vero? Il bambino stava bene?
A volte non c'era, altre invece non lasciava la mia mano per ore, se non giorni. Mi sembrava di sentire anche la voce della nonna, il più delle volte piangeva, ma ero sicura che fosse lei dall'inconfondibile profumo.
Luke,Maria, la famiglia di Isaac, era tutti presenti, mentre i miei occhi non ne volevano sapere di aprirsi.
A volte tremavo dalla paura, di rimanere per sempre intrappolata in questo buio, e sentivo voci estranee e un rumore continuo in sottofondo, però poi passava e tornava tutto come prima.
Ero stanca, ma un giorno sentendo ancora la mano di Isaac tenere la mia,ero riuscita ad aprire gli occhi.
All'inizio vedevo tutto sfocato, non distinguevo le forme, e il respiratore mi dava fastidio.
Avevo visto giorni migliori, questo era sicuro. La gola era secca e non riuscivo ad emettere alcun suono, però voltandomi, avrei riconosciuto Isaac anche se fossi stata cieca.
Stava dormendo e avrei voluto lasciarlo riposare, ma la voglia di toccarlo di nuovo era troppa, quindi facendomi forza, avevo tentato di muovere la mano, quel tanto che bastava per attirare la sua attenzione.
Riuscivo a mettere a fuoco meglio e dopo diversi tentativi, ero riuscita a svegliarlo . Mi guardava smarrito, prima di piangere e poggiare la sua fronte contro la mia."Finalmenteti sei svegliata rossa...non, non sai quanto mi hai fatto stare male."
***
I giorni continuavano a trascorrere e io seguivo la terapia con una lenta ripresa,costantemente seguita da Isaac. Temeva che dormendo, sarei potuta cadere di nuovo in coma o peggio, inoltre avevo notato che il mio medico aveva un leggero terrore di Isaac."Come va oggi?"
"Me lo dica lei, sono così imbottita di antidolorifici che a stento riesco a parlare."
"Noto con piacere che c'è dell'ironia nelle sue parole. Sembra che il suo organismo si stia riprendendo, la ferita si sta cicatrizzando, e i suoi organi non hanno subito ulteriori danni."
"Il bambino , il bambino come sta?"
"Ha rischiato di perderlo più volte, per ora i suoi parametri vitali sembrano regolari, ma il rischio è sempre alto."
Questa notizia, fa più male del proiettile che mi hanno estratto. Cerco di restare calma, ma è difficile quando ti dicono che tuo figlio, grande quanto ad una nocciolina , rischia di non poter venire al mondo. Respiro lentamente,e una fitta di dolore mi fa stringere gli occhi.
"Signorina Turner ?"
"Mi fa male sotto le costole."
"Non si affatichi, ha rischiato di perdere un polmone, dovrò stare molta attenta a non fare alcun tipo di sforzo fisico, e smettere di fumare, sarebbe anche opportuno respirare aria non inquinata."
"Lo terrò a mente."
Bussano alla porta e vedo prima un enorme bouquet di rose rosse, e poi la testa di Isaac.
Sorrido, ma mi devo limitare perché sento ancora il dolore intercostale."Non credi di avere esagerato?"
"Ringrazia che il fioraio non ne aveva più, oggi gli ho fatto guadagnare un bel po'."
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Black Soul "Peccato d'amore"
RomanceEve Turner, così si faceva chiamare adesso. Dopo una vita passata ad ascoltare il volere di altri e a soffrire per questo. Scappa da quella realtà per rifugiarsi a New York dall'unico persona che non l'abbia mai trattata come ad un oggetto, la su...