Capitolo 15) Eve

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Dentro di me, iniziavo a sentire delle emozioni contrastanti. Sapevo che Isaac era pericoloso, ma quel suo alone che lo circondava non smetteva di attirarmi a sé, per potermi risucchiare nelle sue tenebre, quando le mie erano più che abbastanza da sopportare.

"Fissare il temporale con il tuo sguardo minaccioso non lo spaventerà, soldato"

Si ridesta dai suoi pensieri, mentre, seguita da Thor, apro il frigo per prendere due Corona. Gliene passo una, e l'accetta senza esitare.

"Ho sempre pensato che mi piacesse la pioggia, ma da un po' di tempo a questa parte, non la sopporto"

Tentenno nel parlare, la situazione è già imbarazzante di suo, e vorrei evitare di peggiorarla, ma sembra come se avesse bisogno di parole di conforto, che lo allontanino dai suoi pensieri.

"La colpa non è della pioggia, ma dei ricordi che possono essere legati ad essa."

Si volta a guardarmi e vengo rapita da quegli occhi tormentati, forse la ragione per cui sono attratta da lui, come ad una falena, è perché in fondo, mi rispecchio in quello sguardo, di chi ha sopportato un peso ben oltre le sue capacità. Sono quasi curiosa di sapere come fosse, prima della guerra.

Tossisco e sposto la mia attenzione su Thor.

"Non credo che comunque finirà presto, e se vuoi riposare ti preparo il divano "

Annuisce, ma non sono sicura che mi abbia ascoltata. Prendo un cuscino e delle coperte per poi preparagli questo letto provvisorio.

"Se sono di disturbo, posso sempre andarmene"

Sussulto quando lo sento dietro di me, basterebbe un mio passo per poterlo toccare.

Stringo l'orlo della maglietta e mi sposto di lato, quando afferra il mio polso.

Evito di guardarlo, ma ciò non gli impedisce di toccare il mio viso con la mano libera. Il contatto con le sue mani callose, mi mette i brividi, mentre con una leggera pressione gira il mio viso verso di sé, trovandolo con una luce negli occhi diversa rispetto a prima.

Vedo come si avvicina alle mie labbra e ripensando alla donna nel vicolo, recupero lucidità, poggiando la mia mano sulla sua bocca.

Resta impassibile, mentre io sento la gola incredibilmente secca.

"Con me non puoi giocare soldato."

Ho ancora troppe cicatrici aperte sul cuore, e lui significherebbe avere a che fare con il pericolo, e in una buona parte con il dolore.

Abbasso lo sguardo e mi allontano per rifugiarmi nella mia stanza, con il cuore che però non vuole smettere di fare il matto. Stringo la mano al petto e guardo il soffitto, che diavolo mi sta succedendo? Stava andando tutto così bene prima che arrivasse al Roses's e adesso...Sento come se ciò in cui credevo in realtà fosse una mia illusione, per evitare di pensare troppo.

Cerco rifugio sotto le coperte,ma anche se la stanchezza è tanta, non riesco a dormire, sapendo che lui è ad una porta da me.

Il tempo passa e avvolta nell'oscurità, spezzata solo da qualche fulmine in lontananza,ascolto il rumore della pioggia diminuire e aumentare, fino a quando la melodia non viene spezzata da delle urla.

Mi metto seduta, cercando di capire se me le sia immaginate o meno, quando le risento, e provengono da dietro la mia porta.

Appena esco Isaac continua ad urlare e a muoversi a scatti.

"No...Ronald..."

"Ehy, soldato svegliati."

"No...NO!"

Afferra la mia mano e apre gli occhi. Ha il fiatone e ora guardandomi si ricorda dove si trova.

"Era un incubo...Ora sei qui. Ti preparo una camomilla."

Cerco di muovermi, ma la sua presa non me lo permette, e in un secondo mi tira verso di sé,poggiando la testa al mio ventre, stringendomi con entrambe le braccia.

Rigida, deglutisco a vuoto, non sapendo cosa fare.

"Dammi due minuti rossa, poi se vuoi puoi anche darmi un pugno"

Guardo il suo capo e i capelli prendere ognuno una direzione diversa.

D'istinto le mie mani si fanno strada sulla sua cute e se in un primo momento sussulta, si rilassa subito dopo, e i minuti diventano più di due.

"Anch'io soffro di insonnia sai soldato?"

Non ricevo risposta e continuo a muovere la mano e a parlare.

"Una volta ti ho detto che a questo mondo tutti soffriamo, c'è chi riesce ad andare avanti, e chi come noi, invece, che restano intrappolati in un limbo dei ricordi."

Alzo la testa per guardarmi dal basso, e allenta la presa sui fianchi e per quanto il mio cuore voglia fare i capricci, resto con i piedi per terra.

"Tu come fai?"

"Ci vivo, e per quanto dolorosi, cerco di pensare ad altro. Hai detto che ero un'abile bugiarda, ed è vero, perché devo fingere ogni dannato giorno che tutto vada bene, indossando una maschera."

Cala il silenzio, e mi rendo conto di aver parlato troppo della parte di me inghiottita nelle tenebre.

Faccio per allontanarmi, ma Isaac si alza sovrastandomi.

"Posso dormire con te?"

Il calore s'impossessa del mio corpo e sto per ripetergli che con me non deve giocare, quando mi interrompe.

"Terrò le mani a posto, solo, non voglio rivedere quei ricordi rossa."

Le parole mi muoiono in gola e annuisco, per poi mettere in chiaro una cosa.

"Prometti di non toccarmi?"

Fa un cenno d'assenso e tirandomi i capelli alla cute, gli faccio strada nella mia camera, prima di sdraiarmi senza guardarlo. Non voglio immaginare la faccia che ho adesso, perché questa è anche la prima volta che un uomo dorme con me e sono in uno stato talmente grave, che potrei sussultare al minimo tocco.

Esagerata? Probabile, ma è Isaac, il dio tentatore del peccato.

Ehehhe volevate eh? 😂😂😂
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Manu

Black Soul "Peccato d'amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora