Rapportarmi con il sesso opposto non mi era mai riuscito molto bene, ma questa volta sapevo che avevo commesso una cazzata.
Nervoso per l'interrogatorio a cui mi aveva sottoposto Cloe, non ho controllato il mio caratteraccio e me la sono presa con la rossa. Solo dopo essere montato sulla mia moto, ho iniziato a pentirmene.
Lei ha cercato di salvarmi dalla biondina e io le avevo dato della mocciosa e poi le sue parole, ora, in solitudine capisco che anche lei è una che porta delle cicatrici, non sulla pelle, ma dentro di sé, forse è per questo che sono attirato da lei come ad una calamita.
Esausto salgo le scale del mio appartamento, quando la porta di fronte alla mia si apre.
"Finalmente ti conosco, sai ho provato diverse volte a bussare alla porta del mio nuovo vicino, ma ogni volta sembrava che l'appartamento fosse disabitato. "
L'uomo che tende una mano verso la mia. È il classico studente con gli occhiali, dall'aria del studio troppo ma so di avere il mio fascino. Un mingherlino dal fisico asciutto e dal viso pulito.
"Michael piacere "
"Isaac,e il giorno tendo a dormire, per questo non ti ho aperto la porta"
"OH okay Isaac, se ti va potremo berci una birra quando non dormi"
"Perché no ."
Non ho altre conoscenze all'infuori della mia famiglia e del bar, dovrei cercare di seguire il consiglio del medico che mi visitò prima di partire, creando nuovi rapporti per restare il meno possibile da solo.
Lo saluto con un cenno della mano e una volta dentro mi guardo intorno, calandomi nel silenzio e i pensieri sulla rossa tornano ad occupare la mia mente.
I suoi occhi da gatto erano diventati quelli di una tigre pronta ad azzannarmi al collo se le avessi dato l'occasione, ma per quanto innocente la sua domanda, mi sono sentito con le spalle al muro, e l'unica cosa che mi è venuta in mente per allontanarla è stata ferirla.
In mutande mi sdraio sul letto portando le mani dietro al collo.
Ho agito da egoista, ignorando i motivi per cui anche lei si mantiene così distante da chi la circonda.
Non la conosco e avrei dovuto comportarmi come ad un bravo soldato, studiando il nemico prima di attaccare .
Do la colpa al nervosismo accumulato, ma in realtà credo che l'attrazione che ho iniziato a provare nei suoi confronti ha anche essa influito sulla mia reazione.
Deve starmi lontana, perché ad un suo cenno di consenso sono pronta a portarmela a letto e lei non da proprio l'aspetto di una che poi si comporterebbe come se non fosse successo nulla.
***
La sera dopo, a lavoro, quando arrivo vedo già la sua moto parcheggiata, a quanto pare l'altra volta non è stata una casualità il suo anticipo.
Prendo la camicia nel mio spogliatoio e quando raggiungo il bar, la vedo, con lo sguardo perso nel vuoto e la testa china.
Si porta una mano sul cuore e chiude gli occhi prendendo dei bei respiri, prima di tornare ad essere la solita lavoratrice attenta ad ogni minimo dettaglio, è quasi maniacale questo lato di lei.
"Ehy"
Mi faccio notare, ma ricevo solo uno sguardo da parte sua, deve essere ancora incazzata per come le ho risposto, e qui sento qualcosa dentro che mi frena dal chiederle scusa, ricordando i pensieri della notte precedente.
"C'è da prendere il bidone della birra rossa, sostituiscilo."
Mi passa accanto lasciando lascia del suo profumo, gelsomino se non erro, mentre freno l'impulso di prenderle il polso per chiarire.
Faccio come ha detto, prima che Roberta mi raggiunga per prendere la farina.
"Hola Isaac "
"Roberta"
Esita un po' indecisa se parlare o meno, ma da quel che ho capito, di certo lei non è una persona che si tiene i suoi pensieri per sé.
"Todo bien con Eve? Prima ho notato tensione tra di voi"
"Abbiamo avuto una discussione, niente che comprometta il lavoro."
"Il lavoro certo...senti ragazzo mio, io non sono cieca e ho notato come continui a guardarla."
"La guardo come guardo te"
"Non credo che io possa essere il tuo tipo Isaac"
Poggia una mano sulla mia spalla e sorride con fare materno prima di continuare a parlare.
"C'è qualcosa tra voi, ma né tu, né lei riuscite a vederla. Solo, non feritevi, va bien?"
Quella donna inizia a diventare quasi spaventosa, possibile che in questo dannato bar nessuno riesca a farsi gli affari suoi?!
D'istinto sbatto il pugno contro la parete per riacquistare un minimo di lucidità. La situazione sta diventando meno gestibile rispetto ad una guerra, e odio non avere il controllo.Torno in sala e la trovo intenda a controllare l'inventario mentre si pizzica il labbro inferiore con le dita, e sembra che basti questo gesto per aumentare la pressione sanguigna alle parti basse.
Mi do dell'idiota mentalmente e quando devo piegarmi per sistemare il bidone, accidentalmente le sfioro la gamba con il braccio e la sento sussultare e irrigidirsi.
Osservo i suoi movimenti con la coda dell'occhio e preme con più forza le labbra tra i polpastrelli come per distrarsi attraverso il dolore.
"Hai altro lavoro per me?"
Alzandomi, stavolta sfioro di proposito la gamba e le sue guance per il gesto si tingono leggermente di rosso.
"Le sedie, vai ad abbassarle."
Evita di guardarmi, e stufo di questo distacco da parte sua, decido che è meglio tornare al rapporto di prima, senza superare la soglia di confine che mi sono imposto.
"Senti rossa, ieri sera ho esagerato e mi dispiace"
"Eri tu, quello è il tuo carattere no?"
Cerca di andarsene, ma le afferro il polso e a quel contatto sotto pelle sento un leggero rilievo vicino alle sue vene e come scottata lo tira via e se lo copre con la mano sinistra come per coprirlo.
Assottiglio lo sguardo e se non erro l'altra volta era il braccio tatuato che fissava.
"Sarà anche vero che io non ho combattuto al fronte, ma ho dovuto affrontare anch'io la mia guerra personale per trovarmi dove sono ora. Ricordati che a questo mondo ogni essere vivente in qualche modo soffre e a volte si preferisce nascondere questa sofferenza dietro ad un sorriso per non avere compassione"
Ripenso alle sue parole. Possibile che lei... Ma sono costretto a bloccarmi nell'azzardare un ipotesi in quanto il suo sguardo è attraverso da un'onda di terrore, come se avessi scoperto qualcosa che voleva tenere nascosto.
"Rossa,non ero in me va bene? Amici?"
Titubante e confusa cerca di capire se sospetto di qualcosa e resto il più impassibile possibile,prima che il suo corpo si rilassa e tiri un sospiro quasi impercettibile.
"Amici,ora però muovi il culo o i clienti dovranno scendersi da soli le sedie"
Accenna ad un sorriso e si dirige in cucina, mentre osservo la mia mano.
Una come lei che sembra abbastanza tosta da prendere a calci in culo lo stronzo di turno, può aver osato tanto? Ma in fondo, io non so niente di lei.
Amici... Ehehehehe, certo, come no. 😂😂😂
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Manu
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Black Soul "Peccato d'amore"
RomanceEve Turner, così si faceva chiamare adesso. Dopo una vita passata ad ascoltare il volere di altri e a soffrire per questo. Scappa da quella realtà per rifugiarsi a New York dall'unico persona che non l'abbia mai trattata come ad un oggetto, la su...