Capitolo 19 ) Eve

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Avevo pianto a causa sua due volte, dopo talmente tanto tempo che credevo di aver dimenticato come si facesse, ma quest'uomo era riuscito a farmi diventare talmente nervosa da farmi perdere il record.

Le sue parole ieri mi avevano ferita, ed ero convinta che fosse stato meglio così.

Era pericoloso , e non volevo avere niente a che farci, ma la forza delle sue labbra, le sue mani, mi avevano fatto tremare dall'eccitazione, cosa che al mio ex non era mai riuscita e poi, una volta a lavoro, la sua indifferenza aveva svegliata quella parte sadica dentro di me.

Flirtavo con un cliente, quando mi accorsi del suo sguardo persistete e poi, la rottura di quel bicchiere mi avevano fatto capire che era arrabbiato, forse così sapeva cosa si provava.

Ora in bagno, lo allontano da me e apro la porta. Non era riuscito a rispondere alla mia domanda e dovevo rimanere da sola.

Quella non ero io, non mi sarei mai fatta baciare contro la mia volontà, ma sapevo anche che lui le donne le usava soltanto e io avrei sopportato il fatto di essere vista come ad un giocattolo?

Di nuovo a lavoro sfoggio il mio sorriso più falso, e mi immergo nei cocktail, bevendo la mia solita Corona .

Torna anche lui, con lo sguardo da orso incazzato, ma stavolta lo ignoro, ho perso già abbastanza tempo appresso a lui.

Parlo, mento, sorrido, accetto altri numeri di telefono, ma solo per irritarlo, perché non li chiamerò mai, ma cosa c'è di diverso tra lui e questi altri ragazzi?

Anche loro vogliono divertirsi con me, eppure se sono ancora attratta dal soldato, questi altri li odio.

A fine turno mi accendo una sigaretta nel locale, ne ho assolutamente bisogno per rilassarmi, e mentre sono impegnata a compilare alcuni ordini, lo sento arrivare.

Lo guardo da sopra la spalla, intento a riempire la lavastoviglie.

Si è fasciato la mano per fortuna, anche se la benda è di nuovo sporca di sangue.

Sarei tentata di cambiargliela,mi ha fatto chiaramente intendere come non voglia il mio aiuto,inoltre mi ha offesa e poi minacciata.

Credevo che chi subisse la guerra ne uscisse compromesso, ma Isaac a mio parere soffrirà di doppia personalità.

Lui mi ha proposto di essere amici , poi mi ha baciata, volevo chiedergli cosa significasse, ma prima di darmene tempo aveva sputato parole velenose.

"Chiudo io, se vuoi puoi andartene"

Non l'avevo guardato, ma sapevo che volevo restare da sola.

Infatti poco dopo la porta si chiude e sospiro di sollievo.

I miei pensieri erano così ingarbugliati, da poter sembrare un gomitolo di lana.

Avevo bisogno di alcol e solitudine. Mi riempio fino all'orlo un bicchiere di tequila e il bruciore che causa mi da sollievo.

Spengo le luci e vado nello spogliatoio. Levo la camicia, gettandola per terra, e mi bagno il collo e i polsi con l'acqua fredda, sospirando, prima che la porta si apra.

Prendo l'indumento per terrace recando di coprirmi, quando sollevo lo sguardo pronta ad urlare, per fermarmi non appena vedo di chi si tratta.

"Ti avevo detto di andartene soldato."

"L'ho fatto , ma poi a metà strada ho fatto inversione di marcia e sono tornato qui"

"Perché..."

Fa un passo avanti e io uno indietro. Sono in reggiseno e lui è pur sempre un estraneo per me.

"Hai paura di me rossa?"

Black Soul "Peccato d'amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora