Capitolo 49) Isaac

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"E ora vi riportiamo gli ultimi avvenimenti accaduti nel quartiere di Hell's Kitchen. Il figlio del noto imprenditore McGally, Jonathan McGally, dopo i precedenti scandali che l'hanno visto coinvolto in uso di droghe, è deceduto, dopo aver rapito Eve Turner, meglio conosciuta come Evette Wailord, scomparsa un anno fa da Los Angels.Fonti attendibili ci confermano che durante il rapimento, Evette sia rimasta ferita gravemente e che ora si trovi in prognosi riservata."

Sul telegiornale non si sentiva altro, la morte di quel bastardo e il ritrovamento di Eve, erano diventati i principali argomenti che il telegiornale e i giornali riportavano quasi ogni giorno.
Rose, tentava insieme al suo avvocato , l'uomo che aveva aiutato la nipote in passato, a metterli a tacere, ma quelle sanguisughe non ci davano pace e per me era diventato sempre più difficile mantenere la calma.
I giornalisti avevano scoperto l'ospedale in cui era ricoverata Eve, e qualcuno tentava anche di corrompere il dottore che le aveva fatto l'operazione, ma credo che il livido, ancora evidente sopra allo zigomo, bastasse come avvertimento per fargli mantenere la bocca chiusa.
Erano passati sette giorni, ed Eve era ancora in coma. Le funzioni erano stabili, e sembrava che il bambino non avesse subito complicazioni, ma non si svegliava e i medici non potevano fare altro che tenerla in vita con il respiratore artificiale.
Passavo notte e giorno accanto al suo letto, guardandola, sperando che da un momento all'altro aprisse gli occhi, sorridendomi, ma questo non accadeva mai.
Barba e capelli si erano allungati, andavo in giro con un borsone di vestiti di ricambio e non lasciavo mai l'ospedale, lavandomi a pezzi nel bagno quando ormai non c'era nessuno se non gli infermieri del turno notturno.
Qualcuno aveva tentato di mandarmi a casa, con scarsi risultati e la mia famiglia cercava di starmi vicino, ma ero io che volevo stare solo.
Sentivo che tutto questo era colpa mia, e non erano bastate le dolci parole di mia madre, e il sostegno di mio padre, per farmi cambiare idea.
Ero scappato dall'unica persona che era riuscita a farmi sentire di nuovo umano.
Se ripenso a tutto quello che avevamo passato, al giorno in cui si è presentata al bar. Il suo sguardo malinconico e la maschera da dura che si ostinava a tenere per non essere ferita.
Volevo vedere com'era realmente e testardo come ero avevo cercato di provocarla, ma alla fine ero rimasto impigliato nella sua trappola e quello ad essere scoperto sono stato io.
Mi aveva preso, cercando di rimettere insieme i pezzi come ad un vaso rotto, e nel frattempo anche lei aveva lasciato cadere la maschera, esponendosi con me.
Averla tra le braccia riusciva a non farmi sentire un mostro, ma non ero riuscito a proteggerla.

"Isaac,perché non vieni a casa con noi tesoro? Ti fai un bagno, mangi qualcosa e poi torni."

"Lei ha bisogno di me, mamma."

"Figliolo dai retta a tua madre, devi respirare aria fresca, o finirai per diventare pazzo."

"Lo sono già diventato quando le mie mani si sono sporcate del suo sangue."

"Isaac..."

"Non ricordavo che mio fratello fosse senza spina dorsale."

"Sta zitta Kate."

"Altrimenti?Hai ragione è colpa tua. Sei scappato solo perché Eve è rimasta incinta, hai affrontata innumerevoli guerre e ti ha spaventato un bambino? Credi che Lizzy non sia stato un imprevisto?"

"SMETTILA!"

"Io amo mia figlia! Lei è la ragione che mi spinge a dare il meglio dime. Non mi pento mai, del fatto che sia nata. Ora fila a casa è fatti una doccia, puzzi di disinfettante."

Le sue parole sono dure, ma non abbastanza da farmi alzare. Arrabbiata se ne va, e con lei anche i miei genitori, lasciandomi di nuovo solo con Eve.
Prendo la sua mano e poggio la fronte contro, prima di lasciare scendere qualche lacrima traditrice.

"Piccola,ti prego svegliati, ho bisogno di te, del tuo sorriso, della tua voce. Se mi farai aspettare ancora, rischio di diventare matto. Ti amo Eve, e amerò anche nostro figlio, quel cane maledetto se serve,ma torna da me."

Bussano alla porta, e mi prendo un attimo per ricompormi, prima che faccia entrare il medico curante.

"Signor Miller, ci sono delle persone che vorrebbero vedere la signorina, mala signora Rose sta dando di matto."

Assottiglio lo sguardo, pensando alle poche persone che riescono ad irritare la vecchia, e carico di rabbia sorpasso il dottore per raggiungere la vecchia. La trovo impegnata a sbraitare contro i genitori di Eve, e se la madre sembra preoccupata , il padre ha sempre quel cipiglio da strafottente.
Lo carico peggio di un toro, e quando si accorge di me è troppo tardi per reagire. Lo prendo per il colletto della giacca sbattendolo al muro, sollevandolo di pochi centimetri da terra.

"Che cazzo volete ancora?!"

"Lei è pazzo?! Sa chi sono? Potrei farla sbattere in galera in pochi minuti."

"Mene sbatto altamente, mi sembra di averle detto di non far vedere mai più la sua brutta faccia."

"Mi metta giù, o chiamerò la sicurezza."

"Perché siete qui? Se non sbaglio di vostra figlia non vi è importato poi un granché."

"La stampa ci sta tartassando e..."

"PER UNA VOLTA LA SMETTA DI PENSARE ALLA STAMPA!"

Urlo, facendo spaventare alcune persone che si trovavano nella sala d'attesa.

"Sua figlia sta lottando tra la vita e la morte, la mia ragazza e mio figlio non hanno bisogno di una persona che non capisce il valore di ciò che ha davanti agli occhi.
Eve,è una ragazza fantastica, e non ha bisogno di un padre come lei."

Abbasso i toni, ma la vela di minaccia resta evidente. Lo metto per terra e dopo un lungo sguardo di avvertimento, giro i tacchi, ma vengo fermato dalla madre di Eve con il viso inondato di lacrime. Afferra il mio braccio e sento la sua mano tremare, dimenticavo che non sapevano della gravidanza.

"L..la prego ci permetta di aiutare. Io e mio marito ab...abbiamo lo stesso gruppo sanguigno di Evette. Voglio che mia figlia si salvi, la prego."

Guardo la vecchia, ormai lei non può darne di più, il suo viso è segnato dalla stanchezza ed è leggermente pallido, poi mi volto verso il bastardo che mantiene uno sguardo basso.
Annuisco con la testa e me ne vado senza dire altro, per tornare nella stanza di Eve.
Mi siedo sulla poltrona di fianco al suo letto e le riprendo la mano, forse per la prima volta i suoi hanno capito che Eve è importante anche per loro.

Passa un'altra settimana, i medici continuano a fare avanti e indietro, ma la situazione resta invariata, i genitori di Eve sono venuti altre tre volte per donare.Ha avuto un arresto cardiaco l'altro giorno, e credevo di stare per vomitare quando il suo costante della macchina che monitora i battiti del suo cuore, si è messa a suonare in modo insistente.
Le probabilità che perdesse il bambino erano aumentate e mi sentivo così impotente...

Stanco, avevo chiuso gli occhi per riposarli, ma non avevo fatto i conti con le ore perse di sonno,e mi ero addormentato, fino a quando un tocco, quasi impercettibile,mi aveva fatto aprire gli occhi.
Vedevo una mano di fronte a me, e un leggere movimento delle dita.
Le guardavo, confuso, prima di svegliarmi completamente e alzare la testa per incontrare gli occhi di Eve, aperti in modo lieve. La guardavo scioccato e credevo che si trattasse di un sogno.
Allungo una mano verso il suo viso e toccandola, tenta di sorridermi.
Scoppio a piangere e poggio la fronte contro la sua, guardandola ancora.
Non è un sogno.

"Finalmente ti sei svegliata rossa...non, non sai quanto mi hai fatto stare male."

Muove le labbra, senza emettere alcun suono, per via del lungo periodo di coma, ma non importa annuisco in prenda alla gioia e le bacio la fronte, prima di chiamare i medici.
Finalmente è tornata da me.

La drammaticità scorre nelle mie vene 😂😂😂
Perdonate il ritardo, vi voglio bene 🤣❤️
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Manu

Black Soul "Peccato d'amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora