"Ci vediamo più tardi" dissi uscendo per andare a scuola.
Misi le cuffiette e accesi il mio iphone mettendo la musica per svegliarmi meglio. Sentii improvvisamente un panno premuto sulla mia bocca. Cercai di liberarmi ma niente da fare e in pochi secondi caddi in un sonno profondo.
***
"Ma dove sono?" Chiesi stranita.
"Finalmente ti sei svegliata" disse la donna davanti a me.
"Chi sei? Perché sono vestita così?" Chiesi allarmata.
"Prendi questa e zitta" mi diede una pasticca e la ingoiai con la forza.
Stavo per parlare di nuovo ma mi spinse oltre la tenda. Ero circondata da uomini seduti su delle poltrone mentre mi osservavano attentamente.
"Allora signori, il suo nome è Hope! È così carina e innocente non trovate" disse una voce femminile.
"Iniziamo con le offerte partiamo da 3000, chi offre 3000?" Chiese sempre la voce.
"4Mila" disse un anziano. Bleah.
"10Mila" urlò un altro uomo.
"Chi offre di più?" Chiese sempre la voce.
"50Mila"
"100mila" rispose un ragazzo.
"100mila e 1, 100mila e 2, 100mila e 3, venduta. Per oggi le aste sono finite, grazie per aver partecipato" disse la voce per finire con una risatina fastidiosa.
Ero stata venduta? Non potevo crederci.
Andai a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
"S-scusami" balbettai impaurita.
"Sei così pallida" rispose toccandomi il viso.
"Jake lei è mia " spuntò un ragazzo che mi portò accanto a lui in modo brusco.
Mi trascino via per poi facendomi entrare nella lunga limousine. Rimasi in silenzio guardando verso il finestrino. C'era il mare, cazzo non era Chicago!
"Allora bambolina, il mio nome è Justin" disse serio.
"Dove siamo?" Chiesi allarmata.
"California, non sei di qui?" Chiese voltandosi verso di me.
"No io sono di Chicago." Mormorai "lasciami andare a casa" continuai piangendo.
"Ma piccola ho speso 100mila dollari, non ci penso proprio a lasciarti andare" disse ridendo.
"Ti prego.."
"Smettila di piangere, non ti lascio" disse infastidito.
Scesi dall'auto fermandomi alla vista di quell'enorme villa. Sicuramente era uno spacciatore.
"Ci saranno delle regole. 1. Avrai una camera tutta tua 2. Uscirai dalla stanza solo quando te lo dico io 3. Non devi cercare di fuggire perché sennò ti uccido" disse entrando in cucina.
"Preferisco morire" mormorai, però sfortunatamente mi sentii.
"No! Prima mi devo divertire." Rispose ridendo.
La casa era bellissima. Gironzolai un pò in giro per casa fino a fermarmi davanti ad una foto che si trovava nel comodino del salotto. Era Justin con due donne sicuramente una era sua mamma e l'altra forse sua sorella.
"Vieni ti faccio vedere il piano di sopra" disse salendo le scale. Aprì una porta e mi mostrò la mia camera. Cavolo era enorme!
"Questa è tua e quella davanti è mia, fatti una doccia e scendi a mangiare." Disse uscendo.
Mi guardai attorno per poi entrare nel grande bagno. Ero costretta a vivere con un maniaco pervertito, volevo solo morire.
Aprì il grande armadio cazzo era vuoto!
"Indossa ques--" la porta si spalancò e Justin rimase immobile fissandomi.
Ero con un asciugamano che a malapena mi copriva il corpo.
"Chiudi gli occhi" dissi imbarazzata.
"Sciocca tanto ti vedrò nuda molto presto" rispose ridendo.
"Ora puoi uscire" dissi scocciata.
Stava ancora li in piedi mentre mi fissava così lo lasciai perdere e mi vesti velocemente sotto i suoi occhi ovviamente coprendomi con l'asciugamano il più possibile. Mi aveva dato una sua tuta, wow! Scesi di sotto con lui e vidi il tavolo pieno di cose buone. Mi fiondai nel piatto, stavo letteralmente morendo di fame. Lo sentii ridere mentre mangiavo velocemente.
"Che ti ridi idiota!" Dissi scortesemente.
"Questo è il tuo telefono ovviamente ho cambiato la sim e ho eliminato i tuoi numeri" disse dandomi il mio amato Iphone.
Guardai la foto messa come sfondo, cavolo ero così felice e ora la mia vita faceva schifo.
"Chi è quello? Il tuo ragazzo?" Chiese ridendo.
Non risposi e andai di sopra. La sua mano avvolse il mio braccio facendomi girare. Era leggermente incazzato(?)
"Non mi piace quando la gente non mi risponde"
"Beh non voglio parlare con un coglione!" Dissi arrabbiata.
La sua grande mano finì nella mia guancia. Mi aveva appena dato uno schiaffo, che stronzo!
La mia guancia stava bruciando, non la sentivo più. Mi spinse violentemente contro il muro e il mio fianco colpi qualcosa di appuntito facendomi urlare. Abbassai lo sguardo e vidi quella specie di chiodo infilato nel mio fianco.
"Cazzo" mormorò Justin facendo uscire il mio fianco da lì.
"Fa male" piansi come una bambina.
Mi prese in braccio e mi portò nel bagno. Tirò fuori un kit di pronto soccorso per curare il piccolo buco che non smetteva di sanguinare. Mi morsi il labbro invece di urlare, quel disinfettante bruciava tantissimo. Scesi dal bancone e andai in camera mia per poi mettermi sotto le coperte.
"Domani ti devi svegliare presto, dobbiamo andare a comprare un bel pó di vestiti per te" disse avvicinandosi al letto.
Lo guardai intensamente. Era per caso dispiaciuto per quello che era successo poco fa?
"Buonanotte" risposi chiudendo gli occhi.
"Mi dispiace non credevo che sarebbe successo quello" mormorò riferendosi alla piccola ma dolorante ferita.
"Non importa" dissi voltandomi dall'altra parte.