Dovevo essermi addormentata, ad un certo punto della notte, tra le sue braccia forti, in quell'abbraccio che per me era stato un rifugio, una consolazione, un porto sicuro, per mille motivi e in mille occasioni, lo stesso abbraccio in cui avevo trovato riparo la notte che avevo baciato Diego. Quell'abbraccio che, comunque, riusciva a rassicurarmi malgrado tutto, a farmi sentire serena e a cullarmi, portandomi dolcemente per mano dentro ad un sogno profondo, senza sogni. Aveva provato a forzare le cose, ma mi era bastato scuotere la testa e s'era accontentato di un bacio sulla fronte.
Alessandro era così: riusciva ad amarmi in un modo totalizzante, che annullava quasi se stesso, il suo amore era incrollabile e quella era la seconda volta che correva da me, solo per farmi capire quanto mi amasse.
Aprii lentamente gli occhi, accecata da una luce violenta che entrava direttamente dalla finestra fino al mio cuore. Mi stropicciai il viso con le mani, mani che ancora avevano il profumo di uomo di Alessandro.
Alessandro con gli occhi verdi e il cuore pieno di paure.
Alessandro con la vita incasinata, che tentava di riportare pace nella nostra relazione, che era diventata una lotta, una guerra infinita.
Mi guardai intorno.
Non c'era.
Non era accanto a me, nel letto disfatto.
Quel letto che ancora profumava di noi.
Non era tra le mie braccia e non era al mio fianco.
Accanto a me, solo una parte di letto vuota, che sapeva di lui, anche se lui non c'era più.
Mi passai una mano sulla faccia, cercando di realizzare il concetto che se n'era andato, di nuovo, dopo tutte le promesse e gli sforzi.
Se n'era andato in silenzio, senza darmi un bacio d'addio, senza svegliarmi, senza darmi un ultimo sguardo.
Si era alzato ed era uscito da quella stanza e dalla mia vita.
Mi sentivo soffocare,
Tutto quell'amore mi avrebbe uccisa, il mio cuore non poteva sopportare così tanto: prima o poi si sarebbe infranto in mille pezzi e sarei morta anche io.
Quel letto vuoto era troppo grande per me, era enorme, era un letto grande chilometri.
E ero sola, di nuovo, vittima di me stessa, per l'ennesima volta.
Ero solo un'ombra della ragazza, della donna, che ero stata il giorno precedente: non esistevano più tuffi nel mare, amicizia, amore, calici di vino al chiaro di luna, non c'erano mani strette o abbracci nel buio: non era rimasto niente.
Alessandro era arrivato e aveva spazzato via tutto.
Aveva solo lasciato un disastro, tutto qui: un tifone che distruggeva e cancellava, lasciando solo brandelli di una vita felice che mi ero illusa di poter vivere.
Ero la vittima di una guerra che avevo combattuto da sola: tutti mi amavano disperatamente, ma, alla fine, mi pareva di essere l'unica al mondo che si risvegliava da sola in un letto vuoto, senza un perché, senza una spiegazione.
Guardai il cuscino accanto al mio viso, dove ogni giorno da quando era arrivato, avevo sempre trovato una conchiglia colorata per augurarmi il buon giorno.
Non c'era nulla, ovviamente.
Chiusi gli occhi, perché la luce era troppa e il dolore non era sopportabile.
La mia vita era un disastro: avevo sbagliato tutto, una notte mi ero giocata tutti e due, solo perché non avevo voluto scegliere, non ne ero stata in grado.
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Segreto
RomanceRebecca è superficiale, infantile ed annoiata: nella vita, non ha mai lottato per nulla, tanto meno per amore. L'incontro casuale con due ragazzi cambierà la sua vita per sempre, ma saprà gestire sentimenti per lei sconosciuti?