Arrivai a casa che la notte era già abbondantemente calata sulla città, avevo preso tempo per sfogarmi, mi ero asciugata le lacrime e, dopo qualche kleenex buttato e un singhiozzo o due, mi ero convinta di aver fatto la scelta giusta: per quanto dolorosa e lacerante fosse stata, avevo dovuto lasciare Alessandro, anche se mi aveva chiesto di amarlo, di tenere duro, anche se al suo fianco ero sempre stata felice, semplicemente fortunata.
Era stato terribile vederlo andare via, dopo che era stato tutto mio, dopo esserci scambiati promesse e aver fatto progetti, dopo essere entrata nel suo mondo al punto di aver conosciuto addirittura suo figlio.
Che senso aveva avuto amare per poi perdersi?
Che senso, in tutti quei mesi trascorsi lontani, se non arrivare al punto di non riconoscere neppure chi si aveva d avanti?
Alessandro era il mio amore, lo era stato, lo sarebbe stato in qualche parte del mio cuore che ancora non conoscevo.
Non avevo nessuno diritto di vederlo ancora in quel modo, ma non potevo farne a meno: paradossalmente, quella con Alessandro, per quanto tortuosa, travagliata, complicata, dolorosa ed instabile, era stata la mia relazione più lunga.
Come pretendevo di uscirne così in fretta, per trovare riposo tra le braccia di Diego?
Semplice, l'amore che provavo per Diego superava tutto.
L'amore che provavo per Diego mi fece sorridere, malgrado la notte, la nebbia e il freddo.
Avevo fatto tutto per lui, per poter finalmente iniziare a vivere la mia vita con lui, gli avevo dato tutto, ero pronta a morire, ad uccidere, per lui: tutto mi riportava da lui, mi riconduceva ad essere sempre fotocopia di me stessa, i n- controllabile, impossibile, folle innamorata come mai lo ero stata prima.Avevo soffocato i miei sentimenti per troppo tempo, avevo recitato una parte che non mi apparteneva, non potevo fingere ancora: per Alessandro provavo qualcosa di molto vicino all'amore, ma la verità era che quel sentimento aveva un solo nome e quel nome era Diego.
Inspirai a fondo e una nuvoletta di fumo bianco uscì dal mio naso rosso.Voltai l'angolo per arrivare finalmente a casa, tutta intenta con lo sguardo basso a fissare lo schermo del mio cel- lulare, dove lampeggiava un messaggio di Filippo, che mi avvisava che Walter lo avrebbe portato fuori a cena, quella sera. Quindi non dovevo aspettarlo.
Sorrisi, pensando che Filippo aveva bisogno di svago, che Walter era la persona adatta a farlo sentire meglio, a cancellare con l'amore quel vuoto che Riccardo s'era lasciato dietro.
-Hey! - alzai di scatto la testa, evitando per un pelo di sbattergli addosso.
-Che ci fai qui? - chiesi di rimando, cercando di non farmi vedere troppo sorpresa.
-Bell'accoglienza...
-Torno ora dal funerale.
-Non vado mai ai funerali - ribatté piccato - l'ultimo a cui sono stato.. è stato tanto tempo fa.
E non c'era bisogno che precisasse che era stato il funerale dei genitori di Alessandro e Walter.-Lo so, non ti preoccupare - riposi il cellulare nella borsetta.
-Ho provato a chiamarti, avevi sempre il cellulare staccato.
-Sì, l'ho tenuto spento per un po'.
-Come sta Filippo?
-È sconvolto, come vuoi che stia? - feci spallucce - Sono stati insieme, è morto all'improvviso, è normale che ci stia malissimo.
-Gli ho mandato un messaggio, ieri. Gli ho spiegato perché non potevo venire.
-Avrà apprezzato.
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Segreto
RomanceRebecca è superficiale, infantile ed annoiata: nella vita, non ha mai lottato per nulla, tanto meno per amore. L'incontro casuale con due ragazzi cambierà la sua vita per sempre, ma saprà gestire sentimenti per lei sconosciuti?