08

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Allora Jungkook, guandandolo bene, capì.
Quel figlio era suo! Come aveva fatto a non capirlo prima? Era forse cieco? No, era impossibile che quel figlio fosse suo. Taehyung era un uomo e si suppone che non potrebbe dare alla luce, no?


Queste e altre domande passavano veloci per la testa di Jeon. Allora un'idea passò per la sua testa e fece segno al castano di aspettarlo lì. Corse verso la sua camera. Inutile dire che quest'ultima era un vero e proprio disastro, ma non facciamo gliene una colpa. D'altronde era uno scapolo senza problemi e con un lavoro a tempo pieno!


Si mise a rovistare fra i cassetti del suo armadio e poi in quelli del suo comodino. Fu allora che, nel secondo cassetto, trovò quello che stava cercando. Una foto di lui da piccolo accanto alla sua sorellona Lalisa. Un nanerottolo di 5 anni con i capelli neri e gli occhi curiosi spiccava in quella foto. Ed eccolo lì il tratto convalidante. Quei due dentini da coniglietto che lui aveva tanto odiato da infante.





Quella foto valeva più di un esame del DNA!
Erano quasi identici e non c'era modo di smentirlo. Fin dall'inizio aveva sentito uno strano legame con quel bambino che doveva essere come tutti gli altri. E ora capiva il perché. Prese in mano la foto e la strinse, corse verso il salotto e rimase lì fermo come un idiota. Perché? Il castano non era più lì e insieme a lui anche il bambino era sparito.




(...)




Taehyung correva giù per quelle scale con il minore in braccio come se fosse inseguito dal diavolo in persona. Ma sapeva di avere un vantaggio sul ragazzo che era rimasto in quel appartamento. Nel mentre, il più piccolo si afferrava alla camicia del suo papà e stringeva forte il suo pupazzo, con tante domande che non trovavano risposta.


"Perché papà scappa? Perché non possiamo restare con Hyung? Hyung sarà triste? Si conoscono? Potrò avere ancora cioccolato?"


"Era la cosa più sensata da fare!"
Questa era la frase che si ripeteva più e più volte nella mente del castano. Nonostante il represso desidero di buttarsi fra le braccia di Jeon, Tae era deliberatamente scappato via come se avesse commesso il peggiore dei crimini. Aveva paura, proprio come ne aveva tre anni fa. Era come se le cose non fossero mai cambiate. Come se il tempo si era bloccato a quell'epoca.




E lui per l'ennesima volta aveva scelto la fuga.






(...)






Ripreso dal suo Jungshock, Jeon prese le chiavi di casa e uscì di casa. Scese le scale e uscì per strada. Insomma Taehyung non poteva essere lontano, no? Non doveva essere uscito da molto tempo da casa sua. Giró la testa a destra e a sinistra, ma dei due neanche l'ombra.





-Kai, hai visto un ragazzo e un bambino uscire? - chiese al portiere.

-No, signor Jeon, mi dispiace. - si sentí alle sue spalle.

-Non fa niente, Kai.

-Però, ora che ci penso, questo è caduto a un bambino. Purtroppo non sono riuscito a vederlo bene. Può aiutarla? - chiese, porgendo un pupazzo di un panda.

-Sì, grazie. - lo prese fra le sue mani.




Strinse tra le sue braccia, quel piccolo panda e lo portò al naso, aspirando il profumo del suo bambino.






















Quando capita che nel capitolo precedente avvertite a Jungkook di non fare cazzate, ma poi è Taehyung che fa cazzate...

Sto ridendo

Super Kookie Junior - Kookv Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora