Io non sono una bambina

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Sono sulla finestra della camera mia e di mia sorella che guardo il cielo scuro di New York.
Penso a Zeke, come biasimarmi.
Penso a come si possa sentire durante il rituale dei fratelli silenti.
È ancora così giovane.
Hai esce dalla stanza io continuo a guardare il cielo senza badare a lei.
Dopo poco torna in stanza con gli occhi a cuore.
Lei mi informa di avere un appuntamento romantico con Raven, cosa più unica che rara.
Almeno lei era felice.
Mi alzo ed esco dalla stanza.
"tutto Okey?" mi chiede Hai
"si si, vado a prendere qualcosa da mangiare" in quel momento mi ricordai quando Zeke una volta mi aveva sporcato tutta con la panna e ci eravamo andati a lavare per poi asciugarci insieme accoccolati davanti al fuoco.
Mi mancherà tutto questo.
Vado in cucina, prendo un pacco di biscotti, mi siedo su un tavolo e mi metto a mangiarli come una vera depressa.
Manca solo la musica triste.
Poggio i biscotti e vado in armeria, prendo la mia katana intarsiata in oro e mi dirigo verso la palestra di allenamento.
È completamente vuota quindi ne approfitto per distruggere qualche bersaglio.
Sento dei passi dietro di me, mi giro con la lama alzata e una piccola ragazza dai capelli lunghi e neri me la fa scivolare dalle mani.
"oh Lor" gli dico allarmata e riprendendo da terra la katana "avvisa prima di attaccare"
"scusa" mi dice lei "vorrei parlarti di ciò che ha fatto tua sorella"
"in che senso" gli chiedo mentre gli sferro un fendente che lei blocca con grande abilità.
"ha rapito una fata" mi spiega lei provando a colpirmi al fianco "non credi che sia sbagliato?" io mi difendo il fianco e blocco il colpo.
"no" gli dissi secca "quella ragazza ha ucciso un sacco di nascosti e shadowhunter, per non parlare di mondani, è una criminale che merita di stare dove si trova" gli dissi un po' irritata.
"è ingiusto, sai quanti nascosti sono criminali, nessuno di loro è mai stato messo in gabbia, lei solo perché è una fata è torturata così." mi contraddice lei.
"Lor sembra che tu la conosca" gli faccio notare io.
"come faccio a conoscerla?" mi chiede lei con aria colpevole.
"non lo so, dimmelo tu" gli rispondo io mettendola al tappeto.
"non scherzare sulle fate. La pace fredda è un sottile filo di contone facile da spezzare non sarai tu a distruggerla" gli dico aiutandomi ad alzarsi.
"scusa" mi dice lei
"tranquilla" la rassicuro io "la prossima volta però lo dirò a tua madre" la minacciai.
Lei abbassò la testa e sgattaioló via.
Non ho idea di ciò che era appena successo.
Esco dalla sala di allenamento e riporto la mia arma dell'armeria dove noto l'assenza di un gran numero di esplosivi, qualcuno deve averli presi, o peggio rubati.
Ma chi poteva farlo se non qualcuno con sangue nephilim, e soprattutto perché rubare degli esplosivi.
Corsi subito nell'ufficio di Isabelle.
"Isabelle, qualcuno ha rubato gli esplosivi!" dissi entrando come una furia dalla porta.
"esatto Katherine, proprio ciò di cui stavo parlando con mia figlia" mi disse severa.
La ragazza seduta davanti a lei si girò rivelando il viso di Lorelei in un insolito ghigno stampato in faccia.
"perché si trovano tutti nel tuo zaino?" mi chiese Isabelle allungandomi il mio zaino sopra la sua scrivania.
"non c'è li ho messi io, lo giuro sull'angelo" gli dissi solennemente.
"giurare sull'angelo è una cosa seria, sicura di volerlo fare?" mi chiese con le mani incrociate a piramide davanti al suo ventre.
"lo giuro sull'angelo, non li ho presi io" gli ripetetti. "può anche controllare le telecamere, sono sempre stata nella sala addestramento" gli suggerì.
Il ghigno di Lorelei era sparito e uno sguardo di puro terrore lo rimpiazza a a pennello.
Isabelle si alzò e indicò a me e a Lorelei di seguirla.
[...]
Non conoscevo bene Zeke, era venuto poche volte a Los Angeles e non avevamo passato molto tempo assieme.
Mio fratello mi ha raccontato un sacco di cose su di lui, come quando gli aveva salvato la vita da un demone scorpio tranciandogli la testa.
Sembrava un tipo forte, mi sarebbe piaciuto allenarmi con lui.
"liaaaaaaaaaaaaam!" gridò mio fratello dall'altra stanza per poi entrare come una furia in camera mia.
"cosa c'è" gli dissi io con calma.
"abbiamo una missione, insieme a Raphael" disse lui facendo un sorriso a 32 denti. "non sei felice di passare un po' di tempo con il tuo fratellone?" mi chiese eccitato, mi avvicinai a lui e lui mi prese la testa e con il pugno mi scompiglió i capelli.
"ahia stai fermo cretino " gli dissi liberandomi dalla sua stretta mortale.
"beh che si dice fratelli Herondale" disse Raphael avvicinandosi a noi.
"io direi di andare verso l'armeria e prendere le nostre armi" dissi io
"ottima idea piccolo Herondale" disse Raphael.
Andammo tutti e tre verso l'armeria, Peter prese il suo spadone, Raphael i suoi pugnali e io la mia balestra.
"we Para" disse una voce alle spalle di Peter.
"yooo paraaa" rispose lui.
Era Caleb, il Parabatai di Peter.
Lo conoscevo da quando ero piccolo, era praticamente il gemello siamese di Peter, non si scollavano un attimo da quanto si ricordava, e non credo che adesso fosse diverso.
"bene ragazzi, si aggiunge anche Caleb." ci informò Peter.
Come immaginavo, non c'era Caleb senza Peter o Peter senza Caleb, due facce della stessa medaglia.
"hey ragazzi che si dice?" disse una ragazza bassina dai capelli marrone scuro entrando in armeria e dirigendosi verso un arco.
"ciao alli, hai dato io mio numero a tua sorella?" gli chiese Peter.
"no, sai, non ho avuto tempo dato che stava per essere uccisa insieme a Max, per non parlare del fatto che hanno rapito mio padre e il capo branco di Spencer." disse lei abbastanza nervosa e seccata. "ah in più se non te ne sei completamente dimenticato Zeke è morto e risorto e ora si trova nella città silente per colpa mia, perché se non fossi arrivata io tutto questo casino non sarebbe successo probabilmente" disse lei sbattendo le mani contro il tavolo e facendo un rumore assordante.
Peter non disse più una parola e Caleb la stava fissando come si fissa a una dea della guerra.
Raphael si avvicinò a lei e la portò fuori dall'armeria, prima che uccidesse qualcuno.
"bel caratterino la ragazza" commentai "e anche bel culo" dissi infine per sdrammatizzare.
"stai zitto liam" disse Peter "ci sono persone che potrebbero ingelosirsi" disse girandosi verso Caleb che intanto era diventato paonazzo.
"rilassati amico" gli dissi tranquillamente.
"si infatti para è tutto Okey, il piccolo liam si è preso una cotta per Scar" disse Peter dandomi una gomitata.
"non è vero" dissi arrossendo "forse" Peter mi stava guardando con le sopracciglia alzate e un sorriso storpio "Okey si forse è vero però non ditelo a nessuno" dissi io
"croce sul cuore" disse Peter.
"beh credo proprio che Raphael non verrà con noi" disse Caleb prendendo i suoi pugnali. "andiamo?" chiese alla fine.
Uscimmo tutti insieme dall'istituto, ci dirigemmo verso il luogo dove era stata rilevata una forte attività demoniaca, ma notai che ci stavamo dirigendo verso il centro di Central Park vicino ad un albero che brulicava di demoni di ogni tipo.
"Peter, siamo spacciati" gli dissi, ma lui si era già buttato nella mischia e aveva già fatto fuori una decina di demoni.
Caleb lo seguii, notai il loro modo di combattere, sincronizzato e perfetto, come una macchina da guerra, sembravano una barriera impenetrabile e forte.
Quanto avrei voluto un parabatai con cui essere un tutt'uno.
Mi gettai nella mischia con loro e dopo pochi minuti ero già tutto coperto dalla testa ai piedi di icore demoniaco.
I demoni sembravano infiniti, quando ad un certo punto venni distratto dalla luce che emanava quell'albero dove prima erano ammassati tutti i demoni.
Ma cos'era quella luce?
Cercai di farmi strada tra i demoni per raggiungere l'albero, sentii la lama angelica di Peter fin troppo vicina alla mia testa, anche se non ci feci tanto caso.
Arrivai al tronco dell'albero dove vidi una specie di incavo concentrico che emanava una particolare luce bianca/dorata a tratti accecante.
Mi ricordai di una frase che mi aveva detto Jem mentre cercavamo anche a Los Angeles l'anello di Eva per aiutare Allison nelle ricerche.
"il portale di sposta nel mondo dei mondani" sussurrai.
Mentre pensavo a questo notai che la battaglia dietro di me si era calmata e rimaneva solo un piccolo demone con cui Peter e caleb stavano giocando a Baseball.
Solo loro potevan inventarsi un gioco del genere pensai sorridendo.
"ragazzi ho trovato qualcosa!" esclamai
"cosa?" mi chiese Peter pulendo la sua lama con la giacca di Caleb.
"Peter te la faccio mangiare la spada" lo minaccia lui affettuosamente.
"forse ho scoperto un portale" gli annuncio.
"grande liam, di cosa?" mi chiede Caleb.
"del paradiso, Jem ha detto che si sposta all'interno del mondo dei mondani." gli spiegai
Peter scoppiò a ridere, appoggiandosi addosso al suo parabatai.
"il paradisoahahahahaha" disse ridendo Peter.
Narcisismo da fratelli maggiori, o semplicemente da Herondale.
Me lo immaginavo.
"beh, forse è meglio tornare a casa" disse Caleb portandosi dietro il suo parabatai.
"gia, è meglio" dissi a voce bassa.
Mi girai un ultima volta a vedere quella luce bianca per poi raggiungere mio fratello e il suo parabatai.
[...]
Pensavo di poterla ingannare.
Sono nei guai.
"qui non c'è niente" disse mia madre.
Merda
"Lorelei hai qualcosa da dirci?" mi disse Kat incrociando le braccia davanti al petto.
"no" gli dissi "ho trovato il tuo zaino pieno di esplosivi e ho pensato fossero tuoi" dissi per giustificarmi.
"ovviamente" risponde lei alzando le mani al cielo e andando via dandomi una spintonata con la spalla.
"Lorelei, sappi che sei in punizione" mi dice mia madre.
"per cosa scusa?" gli chiedo allarmata.
"perché sei arrivata da 3 giorni e hai già fatto casino" mi disse mia madre andando via come aveva fatto Katherine.
Perché mi trattano tutti come se fossi una bambina?
Sarò anche la più piccola ma non sono stupida.
[l'anno prima]
"la guerra è finita da tempo mamma, perché non posso uscire?" chiesi a mia madre
"ci sono troppe fate in circolazione, non è sicuro" mi rispose mia madre continuando a fare ciò che stava facendo senza badare a me.
Me ne andai dalla stanza sbuffando e battendo i piedi.
Posso uscire dalla finestra e correre fino al parco davanti all'istituto pensai guardando la finestra della mia stanza.
L'unico problema è che si trovava all'ultimo piano e quindi sarebbe stato leggermente complicato scendere da li.
Sbuffo, apro la finestra e decido di arranpicarmi sul tetto, tanto per prendere aria.
Salgo sul tetto, scruto l'orizzonte e mi fermo a guardare il tramonto arancione e rosa che si stagliava davanti a me.
Sentii dei passi dietro di me e mi girai di colpo già con il pugnale fuori dal mio fodero.
Davanti a me si trovava un ragazzo bellissimo, capelli ramati e occhi azzurro ghiaccio, lineamenti duri e perfetti e orecchie a punta.
Una fata.
"cosa ci fai qui! Le fate non possono avvicinarsi agl'istituti!" gli gridai io minacciosa.
"scusa, pensavo di aver visto un altra fata" si giustificó lui "ma eri tu e da vicino non assomigli affatto ad una fata"
"come osi tu brutto seelie confrontarmi ad una fata!" gli dissi offesa.
"non siamo tutte brutte" disse lui.
Mi sono dimenticata che le fate non possono mentire.
"posso sedermi qui?" mi chiese lui cortesemente
Io ci pensai, però dopo poco acconsentii e mi sedetti di fianco a lui sul ciglio del tetto.
"piacere Finwë" si presentò lui.
"piacere Lorelei" gli dissi a mia volta, lui mi sorrise mostrando i suoi canini e i suoi molari a punta.
Anche con quelli rimaneva bellissimo.
Da lì iniziò una storia probabilmente, non passava alba o tramonto che Lorelei non trascorrere con Finwë, erano i loro orari preferiti.
Con lui riusciva a parlare di tutto, del fatto che adorava essere una shadowhunters e che non tutti erano come il clave, corrotto e ingiusto,oppure di quanto avrebbe voluto rivedere suo fratello Caleb che vive a a New York insieme a sua madre e ai suoi zii mentre lei, Scarlett, Liam e Raven erano confinati a Los Angeles con zia Emma e Zio Julian.
Lui gli parlava della corte seelie, di un luogo magico più bello del paradiso, con musica e colori.
Ma gli parlava anche della corte unseelie un luogo di magia nera e oscurità dove vivevano troll e bestie orripilanti.
Finwë era dolce, ma dopo circa un annetto mi diede una terribile notizia.
"Lorelei non posso più tornare" mi disse un giorno mentre eravamo accoccolati una sull'altro a guardare il tramonto.
"perché?" gli chiesi stranita alzandomi.
"la regina seelie e il re unseelie stanno formando un esercito, e hanno bisogno di cavalieri, non posso tirarmi indietro" mi disse.
"vengo con te" gli risposi
"no ti ucciderebbero, neanche il tempo di mettere un piede nella corte" mi disse.
"quindi ti perderò" gli dissi abbassando la testa.
"no Lorelei, cercherò di mandarti dei messaggi, tramite una mia amica che può fare avanti e indietro dalla corte seelie, non preoccuparti, ci ritroveremo" mi rassicurò lui accrezzandomi la guancia.
Io alzai lo sguardo e lui mi stampò un bacio sulle labbra che sapeva di foglie e di frutta.
"ci rivedremo" mi disse
"promesso?" gli chiesi con gli occhi lucidi.
"promesso." disse lui,poi mi abbracciò e saltò giù dal tetto.
"ti amo!" gli urlai.
Non credo mi avesse sentito perché dopo averlo detto scappò via.
[presente]
Avevo conservato tutte le lettere di Finwë in una tasca del mio zainetto, tutte dicevano la stessa cosa.
"manca sempre meno"
Ma sembrava passassero dei secoli.
[7 mesi prima]
Mi trovavo su una panchina di un parco e guardavo le coppiette sbaciucchiarsi mentre i bambini giocavano,avevo appena compiuto i 14 anni e avevo finalmente il permesso di uscire.
Finwë se n'era andato da poco e già sentivo la sua mancanza.
"Loreleiiiii" sentì gridare "loreleeeiii" ancora
Era la voce di una ragazza.
Scattai in piedi e vidi una ragazza dai capelli rossi lunghissimi con una lettera in mano e le mani a imbuto vicino alla bocca.
Corsi verso di lei.
"sssssh fai piano!" gli dissi.
"sei tu Lorelei?" mi chiese lei, aveva due grandi occhi neri, come due carboni spenti.
"si sono io e tu chi sei?"gli chiesi curiosa.
" solo l'amica di Finwë, mi ha chiesto di portarti questa, mi chiamo Cassandra, sono la figlia della regina seelie"mi disse lei vantandosi di quel suo "pregio".
Presi la lettera, me la infilai in tasca decisa ad aprirla a casa.
Quindi mi aveva scritto davvero.
Io e cassandra dopo avevamo parlato fino a tardi, avevo una buona sintonia con le fate.
Mi divertiva parlare con lei, era come un vulcano di energia magica che lasciava tracce di vita sui sentieri.
Era forte come ragazza.
Io e cassandra imparammo a conoscerci e lei mi svelò una parte del piano per sconfiggere gli shadowhunters.
Evocare il demone perduto Sammael.
[presente]
Adesso mi trovavo nelle segrete dove erano collocate le celle.
Non potevo far evadere Cassandra dato che Spencer era dentro con lei che la stava interrogando.
Spero non gli stia facendo del male.
Qualcuno deve avvertire il regno fatato che la figlia della regina è stata catturata, ma purtroppo non conosco fate libere di girare tra i due mondi.
Mi ricordai di quando Allison e Raphael erano stati rapiti e avevano riportato Grace a casa, avevano raccontato di un anell che avevano trovato all'interno della corte seelie che poteva aprire i passaggi.
C'era solo un problema, quell'anello ce l'ha Raphael. 
Che in questo momento si trova con Allison dato che prima li ho visti uscire insieme dall'armeria.
Devo aspettare che sia solo, per prenderlo e fuggire.
"Lorelei non puoi avvicinarti alle celle sei troppo piccola" mi dice mio padre vedendomi uscire dall'ascensore.
"papà basta con questa storia che sono piccola, sono piccola per allenarmi con gli altri, sono piccola per uscire, sono piccola per andare in missione e bla bla bla, mi trattate tutti come se fossi una bambina!" mi sfogai io
"perché lo sei forse?" disse Raven passandomi vicino.
Io non sono una bambina.

Shadowhunters-l'anello perduto [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora