Capitolo 4

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Quel letto a baldacchino seppur enorme è veramente comodo, dopo aver riposato tutta la notte non in tranquillità tra un risveglio e un'altro la chiamata di Fiona mi fece scattare dal letto 'Pronto?"  risposi "Rose spero che tu sia già sveglia, ci ho pensato tutta la notte e il piano deve essere effettuato sta sera! Ci vediamo al nostro posto tra un'ora" neanche il tempo di rispondere che aveva già attaccato. Da solita routine faccio una doccia, metto le prime cose che trovo in valigia e vado da Granny a fare colazione, oggi prenderò sicuramente le uova con il bacon e una bella tazza di caffè amaro. Ordinai e mi accomodai in un tavolo, sentii il campanello della porta suonare quando Ruby la nipote di Granny mi portò l'ordinazione, era lo sceriffo Swan che senza pensarci un secondo si avvicinò al mio tavolo "Siamo mattiniere oggi" mandai giù un sorso di caffè cercando di sorriderle "Ieri sera sei andata via presto" mi asciugai con un tovagliolo la bocca "Ero stanca...il viaggio è stato lungo" arrivò una tazza di cioccolata calda con sopra della panna e della cannella "Non mi hai parlato dei tuoi genitori se non sbaglio?" mi chiese incuriosita "No perché non c'è niente da dire" risposi schiettamente a questo argomento che cerco sempre di deviarlo con altri mi causa irritazione solo a pensarci "Perché? Se posso sapere" appoggiai le posate sul piatto e lo allontanai fissando lo sceriffo dritta negli occhi "C'è qualcosa che non va sceriffo? Mi sembra di essere sotto interrogatorio" le domandai schiettamente "In effetti nessuno ti conosce qui" la guardai stupita "Certo perché sono arrivata ieri" la sua faccia non era decisa a cambiare, mi guardava fissa con aria seria senza farsi distrarre da niente"Lei è lo sceriffo perché non va nel suo ufficio e apre il computer che ha sulla scrivania, sa sono stati creati apposta per avere informazioni" le feci un occhiolino "Se proprio vuole saperlo sono orfana dalla nascita perché i miei genitori mi hanno abbandonata davanti ad una chiesa senza problemi, da quel momento sono cresciuta da sola senza l'aiuto di nessuno perché le persone non sono in grado di prendersi cura delle altre!" esordì alzandomi e anche lei fece lo stesso lasciando la tazza mezza vuota "Non volevo importunarti scusa, e solo che mi fa strano" abbassò lo sguardo "Già ti capisco mi faccio pena da sola" e la lasciai li ferma immobile. Arrivai alla spiaggia nello stesso punto della sera prima "Tutto bene?" mi chiese Fiona "Si" risposi fredda "Bene, allora ho parlato con un amico" la bloccai "Un amico? Ma non doveva essere segreto il piano?" mi prese le mani e le strinse con le sue "Dolce bambina stai tranquilla Gideone è come un figlio per me, l'ho preso in affidamento appena nato di lui mi fido ciecamente" annuii pur essendo arrabbiata perché ero ignara della sua esistenza "Allora come ti dicevo sta sera andremo in azione con il piano, ora te lo spiego meglio siediti" tolsi le mani dalle sue "Sta sera? Non è un po' presto?" le domandai "No tesoro sta sera è perfetto e so che mi renderai orgogliosa di te" abbassai la testa non convinta di quello che dovessi fare "Ricordati bene queste parole: quando Emma uscirà da Granny verso le nove e mezza di sera tu entrerai in azione sorprendendola alle spalle con un fazzoletto imbevuto di sonnifero, poi la metterai nei sedili posteriori del suo maggiolino giallo e senza fermarti mi raggiungi al molo dove finalmente avremo la nostra vendetta" annui per farla contenta "Bene ora scappo ci vediamo sta sera tesoro ti aspetto puntuale al molo" come sempre  non se ne andò senza avermi dato un bacio sulla fronte. Decisi di passare il pomeriggio in camera senza dare sospetti a nessuno, mi sdraiai sul letto cercando qualcosa di interessante da vedere sul telefono ma la linea non aiutava affatto. Il sole era tramontato ed erano quasi le nove meno un quarto quando mi svegliai dal piccolo sonnellino pomeridiano, presi il fazzoletto e la piccola bottiglia con il sonnifero. Con largo anticipo decisi di andare alla mia postazione per accostarmi tranquillamente; ero quasi arrivata alla tavola calda quando in mezzo alla strada davanti alla biblioteca notai una figura femminile apparentemente sconosciuta ferma immobile come se stesse aspettando qualcuno, rallentai il passo per non dare nell'occhio e pochi minuti dopo un uomo alle sue spalle la raggiunse, mi nascosi incuriosita dietro ad una macchina a qualche metro di distanza da loro giusto per tenermi occupata durante l'attesa "Non c'è mai abbastanza tempo vero? Che scorra veloce o lento o persino che non scorra affatto ma sopratutto quando la fine è vicina" appena udii la voce capii che quella donna era Fiona "Mi hai dato il pugnale perché?" rispose l'uomo dietro di lei"Come ti ho detto sarai tu a scegliere di far parte di questa famiglia" senza farmi sentire cercai di raggiungere la macchina di fronte per avvicinarmi "Questo ha a che fare con il fatto che Gideone non ha scelto te, pensi che non lo sappia? Tu hai il suo cuore"-di cosa stanno parlando?- "Sei sempre stato molto sveglio come hai fatto a scoprirlo?" lei si girò cercando gli occhi dell'uomo "Gli hai ordinato di distruggere i fiori e lui ne ha fatto sopravvivere uno, se fosse stato dalla tua parte non l'avrebbe fatto" appena lei si spostò leggermente capii che stava parlando con il signor Gold "Non è possibile! Non mi disubbidirebbe mai come te" spostai il piede destro per cambiare posizione e senza farlo apposta lanciai una pietra in mezzo alla strada, i due si girarono di scatto ma continuarono senza problemi la discussione "Eppure lo ha fatto, ha trovato un modo per resistere al tuo volere perché è come sua madre quella che lo ama davvero ma non dovrà più resistere perché io mi riprenderò il suo cuore"- il signor Gold conosce la vera madre di Gideone? Troppe domande iniziarono a frullarmi per la testa "Se ti metti contro di me non rimarrà nulla di questa città quando avremo finito" guardai il cellulare ed erano già le nove e venti, mancavano dieci minuti "E' un prezzo che sono disposto a pagare" l'uomo se ne andò via dopo la minaccia che lanciò a Fiona e rimasi a bocca aperta quando la vidi scomparire in una nuvola nera era svanita come per magia, ancora incredula raggiunsi il maggiolino e mi accostai dietro aspettando la vittima. Precisa come un orologio svizzero Emma uscì dalla tavola calda alle nove e mezza, presi l'ampolla e rovesciai il sonnifero sul fazzoletto di stoffa, quando aprii la porta con una mossa veloce glielo misi in faccia coprendo il naso e la bocca in modo tale che la sostanza fosse aspirata per bene e in meno di cinque secondi cadde a terra in un sonno profondo e con tutte le forze la caricai sulla macchina, chiusi la portiera, misi in moto la macchina e partimmo verso la direzione del molo.

The Daughter of EvilWhere stories live. Discover now