Capitolo 10

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Sea Ocean aveva fatto danzare i capelli al vento per qualche minuto, prima di ricondurre se stessa alla missione da compiere e prendere l'iniziativa di dirigersi alla ricerca di una zuppa di pollo. L'aveva promesso alle sue amiche, eppure ancora non era riuscita a scendere a patti con la settimana che le si prospettava davanti. Ci aveva anche giocato a morra cinese, trionfando in un paio di mani, ma alla fine aveva perso malamente. Non le rimaneva scelta.

Solamente in un'unica occasione si era presentata la necessità di un provvedimento così drastico, di un'immersione completa nel futuro, senza la certezza di un ritorno veloce. Eppure ecco che quella necessità tornava più impellente che mai.
La cosa peggiore, però, era l'indigestione di zuppa di pollo che l'aspettava. Le era rimasto un ricordo indelebile di quella settimana da incubo e sapeva che se ne fosse uscita probabilmente non avrebbe mangiato più zuppe di pollo nella sua vita. Il suo dono era una maledizione. Se solo avesse potuto usare i tarocchi lunari sarebbe stato tutto più semplice, ma serviva la luna piena per poterli usare.

Già esasperata, ma determinata a far sì che tutta quella tensione fluisse all'esterno della sua mente, buttò la testa all'indietro e fece riflettere il grigio nuvoloso del cielo nei suoi limpidi occhi azzurri. Poi una goccia le cadde proprio nell'occhio destro, accecandola momentaneamente. Fu così che la piccola goccia rovinò il suo momento poetico, lasciandola ben poco grata nei confronti del cielo e annaspante nel tentativo di placare il fastidio all'occhio. Lo grattò per togliere almeno la terribile sensazione di aver giocato troppo col collirio, fino a quando, attraverso l'annebbiamento della pupilla, emerse una figura che le stava venendo incontro sulla spiaggia.

Un giovane dai capelli castani le si parò davanti.
-Sei tu Lake Sea Ocean?- Chiese alzando un sopracciglio, senza nessun accenno a volersi presentare.
-Dipende da chi lo chiede- rispose Sea, alzando il mento e cercando di far passare velocemente il fastidio all'occhio per non sembrare disarmata. Le sue lacrime si mischiarono a quelle della pioggia e a quelle del mare. La sua vita era come la continuazione di un'onda che proveniva dal cielo e si riversava nell'oceano. Si complimentò con se stessa per la vena poetica e decise che più tardi si sarebbe appuntata questa frase nel suo diario di bordo. Dopotutto la sua voce era solo l'eco delle onde... L'aveva fatto di nuovo, ma quanto era drammatica quel giorno? Semplicemente sublime. Tornò poi a sintonizzarsi sulla frequenza del suo interlocutore, altrimenti sarebbe annegata nel suo stesso talento.

Lui ignorò bellamente la domanda implicita della ragazza e, sospirando profondamente, si passò una mano tra i capelli, spettinandoli ulteriormente oltre ogni aspettativa.
- Senti, Black Death mi ha lasciato un messaggio nei cereali stamattina. Mi ha detto come trovarti e quando. C'è un unico problema, non ne conosco il motivo.- Sembrava particolarmente nervoso mentre spostava il peso corporeo da un piede all'altro.

Dentro di sé, Sea si allarmò. Davvero credeva che il problema in tutto ciò fosse solamente uno? Prima di correggerlo, però, decise di lasciarlo finire.

-Penso... di aver bisogno di te.- Dire queste parole dovette fargli molto male, poiché subito dopo averle pronunciate si nascose dietro un'espressione bellicosa. -Ovviamente riuscirei a ingannare Black Death abbastanza da poter scappare, però ho pensato fosse più saggio non contrariarlo.-

Sea Ocean lo osservò per un paio di istanti, pensierosa. Dunque anche a lui era pervenuto un messaggio di Black Death. Sembrava che si stesse divertendo a mettere in panico la cittadina.
Lo spirito da crocerossina di Sea Ocean si attivò quasi subito. Sapeva di doverlo aiutare. Era una ragazza che aiutava sempre gli altri ed era gentile con tutti, quindi lo avrebbe fatto per chiunque. In quel ragazzo, però, c'era qualcosa che la irritava, come il fatto che facesse non poca fatica ad ammettere di essere in difficoltà. Tuttavia, la sua bontà interiore prevalse nella lotta contro la repulsione.
Cedette. - Sono io la persona che cerchi, come già sai. Se vuoi il mio aiuto devi dirmi più nello specifico qual era il messaggio di Black Death. Ne ho ricevuto uno anche io, stamattina. Per questo mi sono avvicinata all'acqua. Non penso che sappia nuotare, anche se non ne ho la certezza. Quando si tratta di Black Death ogni cosa diventa incerta.-

Sul viso del ragazzo passò per un istante un lampo di allarme, che però venne subito soffocato da un'espressione dura. -Sono Mud Brown, comunque.- Le tese poi la mano, ricordandosi all'improvviso delle buone maniere. Lei gliela strinse e un brivido l'attraversò. Vide dolore e necessità, poi il brivido passò.
Lui continuò a parlare, non essendosi accorto di nulla. - Non c'è bisogno che ti coinvolga direttamente, mi serve soltanto che tu legga il mio futuro, almeno saprò la mia prossima mossa.-

Lei annuí, ancora stordita. Dopotutto non poteva caricarsi di altre problematiche che riguardavano Black Death, ne aveva già abbastanza. Aveva i suoi amici da proteggere, non poteva farsi coinvolgere anche da uno sconosciuto. Era un prezzo troppo alto. Così chiuse gli occhi, interrompendo la loro connessione cromatica con il mare.

Quando li riaprì, si diresse verso il bagnasciuga e raccolse un bastoncino abbastanza lungo da permetterle di scrivere indisturbata sulla sabbia umida. Iniziò il suo rituale di comunicazione con il mare, ovvero la sua modalità preferita per prendere decisioni complesse. Aveva bisogno di sapere come procedere.

Si lasciò ondeggiare per qualche istante, tracciando una linea curva e ondeggiante intorno a sé. Poi lasciò che il mare entrasse in quel cerchio irregolare, mostrandole la via. Le figure disegnate dall'onda sulla sabbia le rivelarono quale sarebbe stata la prossima mossa.

Una volta presa coscienza del futuro che le si prospettava davanti alzò i limpidi occhi azzurri verso quelli marrone fangoso del suo interlocutore.
-D'accordo, ma dovrai aiutarmi a cucinare della zuppa di pollo. In grandi quantità.-

Lui la fissò stranito, poi le corse dietro vedendo che l'aveva piantato in mezzo alla spiaggia.

Time to dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora