Tropical Fire si sentiva come se un gruppo di assatanati piagnoni l'avesse buttata giù da uno scivolo molto ripido, per poi lasciarla cadere scompostamente e urtare ogni parte del suo corpo che avrebbe potuto riempirsi di lividi.Ah no, quello era accaduto realmente. Adesso avrebbe dovuto cercare un'altra metafora. Eppure nessuna metafora fittizia sarebbe mai stata all'altezza della realtà.
Al di là del fatto di dover riprogrammare la sua agenda e annotare qualche minuto di riflessione in più per quella dannata metafora mancata, una delle cose che proprio non riusciva a digerire di tutta quella faccenda era il fatto che non le avessero nemmeno dato la possibilità di fare il suo discorso. O di provare a regnare, mostrando al mondo ciò di cui era veramente capace la sua personalità da leader. Si consolò, pensando che sarebbe stata un genio incompreso.
-Ahi- fu l'unico commento del suo compagno di sventura. Lui sì che se lo meritava, ma lei? Che diavolo stava cercando di comunicarle il cosmo con tutto questo? Misteri irrisolti.
Tropical cercò di mettersi a sedere, ma per via della mancanza di spazio vitale si ritrovò a indirizzare un potente calcio verso la statua di ghiaccio in sua compagnia. Lui, dimostrando grande originalità e imprevedibilità, affermò semplicemente -ahi-.
La ragazza lo guardò male attraverso la fitta nebbia di tenebre, che fortunatamente le impediva di vedere il volto di quel fastidioso essere. Le sembrò davvero il colmo di tutti i colmi il fatto di trovarsi in un luogo così stretto e senza uscita insieme a quella sfavillante personalità. Forse, ovviamente dopo la lobotomia, avrebbe potuto rappresentare uno dei suoi terrori più grandi. E adesso come avrebbero passato il tempo? Di parlare non se ne parlava neanche. Quel soggetto sembrava essere programmato per risponderle nel modo più freddo o conciso possibile.
Decise di optare per un argomento abbastanza neutro. - Allora... Pensi di poter ordinare su Justgetout una chiave o un suggerimento per scappare da qui? Sembravi piuttosto navigato con i gingilli emotivi, sappi che hai creato delle aspettative.- Tropical alzò il sopracciglio, nonostante sapesse di non poter essere ammirata per quella sua straordinaria abilità. Lei però sapeva e questo era abbastanza.
Laureandosi estemporaneamente come contorsionista, si ingegnò per posizionarsi mezza sdraiata e con le gambe semi sollevate, incrociate contro il muro. Dicevano che faceva bene alla circolazione e chi era lei per andare contro il buonsenso comune? Incrociò anche le braccia, nel tentativo di sentirsi ancora più inquisitrice. Dopotutto il suo obiettivo era pur sempre quello di mettere in difficoltà il suo interlocutore attraverso il sarcasmo e l'indisposizione.
-No, qui non fanno consegne.- Rispose Arctic, come volendo evidenziare qualcosa di ovvio. Tropical non sapeva se ridere o piangere: l'aveva presa sul serio o la stava prendendo in giro per averlo preso in giro? Nel dubbio, per evitare di peggiorare qualsiasi tipo di incomprensione già presente tra loro, decise di chiedergli delucidazioni.
-Questo vuol dire che se avessero fatto consegne fino a qui tu avresti saputo cosa ordinare?- Volle sapere lei. Forse, se fosse riuscita a stare in equilibrio su quella corda di incomprensione tirata sul vuoto per una volta si sarebbero compresi. Tanto valeva tentare, dal momento che si trovava in una stanza buia dimenticata dal mondo. Magari sarebbe riuscita a scoprire il motivo per cui questo soggetto stesse tanto simpatico a Sea Ocean.
-No.- Rispose Arctic senza clemenza, tagliando la testa all'unico spunto di conversazione che avevano. Tropical sentì il nervosismo bruciarle nelle vene. Sapeva di non andargli a genio, ma in quel momento potevano essere l'unica fonte di sostegno l'uno per l'altra. Inoltre, lei sapeva che Arctic era molto intelligente. L'aveva sentito disquisire con Sea Ocean molto spesso e su argomenti che spaziavano dal metodo con cui pulire un samovar alle teorie sul funzionamento della chiaroveggenza. Perchè, ordunque, persisteva nel bloccare ogni sua strategia di conversazione? Che stesse praticando una tecnica di distanziamento sociale con lei?
-Preferisci stare in silenzio?- Gli domandò, ormai rassegnata a doversi spegnere come una candela arrivata in fondo allo stoppino. Se dovevano praticare l'arte del silenzio voleva almeno saperlo, in modo da avviare una conversazione interiore con i capi della sua attività cerebrale. Le sembrava fosse giunto il momento della riunione settimanale di aggiornamento.
-No.- Questa parolina così minuscola le perforò il cervello e si mise a scoppiare tutti i palloncini delle sue certezze. Se non voleva stare in silenzio ma allo stesso tempo non incoraggiava la conversazione, cosa diavolo stava cercando di fare esattamente? Questa ambiguità finì per mettersi a giocare ad acchiappa la talpa con gli elementi della coerenza interiore di Tropical. Non appena pensava di aver svelato un arcano, questo veniva bastonato in testa e tutto ricominciava da capo. Ovvero, si sentiva confusa. Per fortuna Arctic decise che era arrivato il momento di venirle incontro. -Mentre tu facevi la bambina nel Parco Giochi della Disperazione, io mi sono dato da fare e ho chiesto in giro se erano giunte voci da parte di Black Death.-
Tropical avrebbe voluto ribattere che il bambino era lui, ma si trattenne e decise invece di riposizionarsi dritta. Volò un altro calcio verso Arctic. Ops.
- E?- Gli domandò incalzante. Qualsiasi cosa sarebbe stata preziosa in un momento così difficile.
-E niente- sospirò lui- mi hanno chiesto se intendessi il marchio del loro rifornimento di birra. Anche quando ho ripetuto "Black Death", non " Black Breath", non hanno voluto ascoltarmi. Il tizio con cui ho parlato si è messo ad elencarmi i vari pregi della loro birra e a ripetermi quanto fosse unica nel suo genere, di come non si trovasse nulla di simile in questa zona e di come fosse soddisfatto del dolore in pillole che aveva ordinato apposta per passare attraverso le colonne di lacrime pastorizzate.-
Tropical ascoltò attentamente e si prese del tempo per riflettere sulle sue parole.
-Hai ragione, ci sono troppi dettagli fuorvianti in questa conversazione. Ci stanno nascondendo qualcosa di fondamentale.-
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Time to die
FantasíaQuesta è una storia misteriosa, a tratti incoerente ed inspiegabile, che non può essere definita. Ha una trama, ma è volubile: segue il vento e come esso si rivela impalpabile e sfuggente. O forse l'autrice semplicemente ama il melodramma. Le uni...