Iris Rose seguì la sua guida attraverso l'oscurità che permeava il Mysteriousmystery. L'aroma di bergamotto le stava dando alla testa, al punto che si sarebbe messa a ridacchiare senza controllo, se solo l'elegantissima cameriera non l'avesse tenuta soggiogata con l'intimidazione.
Decise, perciò, di soffocare l'inopportuno umorismo da stress e concentrarsi sul luogo che tanto a lungo aveva cercato, affrontando persino un lago pieno zeppo di sanguisughe che le aveva fatto scoprire in modo del tutto inaspettato di avere una fobia nei loro confronti. Tra sé e sé sperò solamente di non scoprire fobie riguardanti l'ambiguo Mister Moon, dal momento che sembrava essere una delle uniche soluzioni all'enigma del ritorno di BlackD. Incrociò le dita dietro la schiena, ma il suo gesto attirò subito l'attenzione molesta della cameriera - qui non permettiamo agli ospiti di incrociare le dita.-
Iris, stanca di tutte quelle regole insensate e di tutta quell'eleganza composta, sbottò poco educatamente -perchè, si rischia di invocare BlackD? Lavarvi la bocca col sapone già non era abbastanza per caso?- sbuffò, e subito si morse le labbra per il rimorso. Cosa le era preso? Lei non era un tipo rabbioso. Non si arrabbiava nemmeno quando a Farmcountryside i ragazzini si divertivano a rubare alcuni aghi di pino dal suo amato Onip.
La cameriera sorrise freddamente, lasciando intendere in modo sottinteso di non essere né divertita né cordiale - Mister Moon ci ha caldamente incoraggiati ad abbandonare tale usanza arcana e superstiziosa. Qui lasciamo spazio solo alla connessione con il Tutto e ai segni del Cosmo, non incoraggiamo il ricorso a irragionevoli invenzioni insensate. Lo vedrà da sé.- Poi scivolò altezzosamente in avanti, aprendo un elegante portoncino bianco con venature dorate.
Fino a quel momento avevano camminato in un oscuro corridoio con le pareti di velluto rosso, mentre ora l'ambiente che si rivelava al di là del maestoso portoncino appariva ancora più raffinato. Pareti sempre di velluto rosso si alternavano a tende rosse e dorate, che coprivano finestre dagli infissi bianco e oro, ma dalla funzione esclusivamente estetica dal momento che erano state oscurate. Iris realizzò che tale affronto alla luce probabilmente era stato fatto per mettere Mister Moon a proprio agio in un ambiente che illusoriamente riproducesse le condizioni notturne. Ormai non si meravigliava più di nulla, anche se iniziava a comprendere la natura egocentrica e accentratrice dell'uomo che era venuta ad incontrare.
Prima di volgere la sua attenzione verso il tavolo a cui la stavano conducendo, si perse nella contemplazione del posto. Il Mysteriousmystery in quel momento si trovava essenzialmente vuoto, fatta eccezione per un uomo vestito di nero con un cappello calato sul viso, seduto ad un tavolo nascosto da un separé floreale. Inoltre, ad illuminare i loro passi al bergamotto si dilettavano cinque o sei lanterne, nonostante la maggior parte della luce venisse irradiata da candele disseminate su ogni tavolo. Tale metodo donava a tutto il locale un'illuminazione soffusa che rendeva la mobilia e i presenti accattivanti e sinistri allo stesso tempo. Iris rabbrividì.
La sprezzante cameriera li condusse verso il fondo della sala, puntando al tavolo a cui sedevano un uomo e una donna, entrambi estremamente eleganti. La dama aveva lunghissimi capelli nero corvino, che cadevano come seta sul lungo vestito rosso cremisi che indossava. Era di un raro tipo di bellezza, terribilmente ammaliante, eppure trasmetteva un'inquietante sensazione di profonda apatia. L'uomo, fasciato da un elegante frac blu notte, sedeva anch'egli in silenzio, accarezzandosi la barba argentata in strano contrasto con i capelli scurissimi. Un sorriso bonario che sembrava nascondere un fondo di presunzione, gli aleggiava vagamente sul viso, acuito dalla luce delle candele che si proiettava su di lui.
Iris rimpianse amaramente di non essersi vestita in modo più elegante quella mattina. Eppure come avrebbe potuto immaginare dove l'avrebbe condotta il vento? Le premesse erano pure state in favore della non-esistenza per quel giorno. Il fatto di essersi ritrovata in un posto così inusuale le risultava talmente surreale che non ci avrebbe scommesso nemmeno una foglia di acero se Sea Ocean glielo avesse predetto con la zuppa di pollo. E questo nonostante lei si fidasse ciecamente delle capacità divinatorie della sua amica. C'era un limite alla credibilità di certe previsioni, eppure quella volta la realtà le aveva battute tutte con la sua insensatezza.
- Mister Moon, è arrivata la sua ospite- annunciò superbamente la loro accompagnatrice.
Lo sguardo di Mister Moon si arrestò su Iris, studiandola con un lieve sorriso appollaiato sulle labbra. - E' in ritardo, miss Iris. La aspettavo ben tre mezz'ore fa.- Poi si portò a quelle stesse labbra un bicchiere dal liquido ambrato, sorseggiandone un goccio senza mai staccare gli occhi dalla ragazza floreale.
- Le chiedo umilmente perdono per aver disatteso le sue inverosimili aspettative, ma vorrei anche farle notare che i suoi ospiti arriverebbero più facilmente in orario se, innanzitutto, ci fosse più trasparenza sulle tempistiche da rispettare, e secondariamente, se ci fossero più cartelli indicanti la direzione da seguire per raggiungere questo luogo. - Iris si allarmò sentendosi rispondere in modo così poco da lei. Non capiva cosa le stesse succedendo. Era come se un altro lato di lei avesse preso il sopravvento fin da quando aveva varcato la soglia di quell'introvabile luogo. Forse quella concreta scampagnata ai limiti del surreale era arrivata a corrispondere parallelamente ad una discesa negli inferi della sua psiche, nei punti più nascosti del suo locale personalità.
Mister Moon rise - quanta verità in una sola frase. Ebbene ora non importa più, quello che conta è che sia arrivata.- Poi si voltò verso la sua compagna -Velvet, lasciaci soli per favore. Lo stesso vale per voi due, gentili concittadini. Io e la mia ospite abbiamo molto di cui discutere.-
La donna in rosso si alzò con un movimento fluido e flessuoso, poi seguì gli altri due fuori dalla stanza, facendo ondeggiare in modo ipnotico i lunghi capelli luminosi. Iris osservò quella danza femminile fino a quando si ritrovò ad ammirare il retro del portoncino da cui era entrata pochi istanti prima. Sospirò e riportò l'attenzione sull'uomo che le sedeva davanti.
- Le consiglio di sedersi e ordinare una tazza dell'infuso alle erbe selvatiche, quello di cui dobbiamo parlare non si può affrontare stando in piedi.- Le ordinò velatamente l'ambivalente Mister Moon. Iris fece quanto le era appena stato detto, preparandosi mentalmente al discorso che li aspettava e chiedendosi con quale opinione sul poliedrico Mister Moon sarebbe uscita da quel posto.

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Time to die
FantasyQuesta è una storia misteriosa, a tratti incoerente ed inspiegabile, che non può essere definita. Ha una trama, ma è volubile: segue il vento e come esso si rivela impalpabile e sfuggente. O forse l'autrice semplicemente ama il melodramma. Le uni...