Capitolo 12

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Sea Ocean interruppe le loro onde di riflessione per annunciare di dover fare una deviazione. Mud la seguì incuriosito, nonostante non avesse molta possibilità di scelta. Gli sembrava che quella ragazza fosse del tutto incomprensibile ed imprevedibile, come guidata da un istinto primordiale che lei seguiva passo a passo, fidandosi ciecamente. Mud solitamente non si fidava di nessuno, aveva la sensazione che nessuno potesse comprenderlo realmente e che il mondo fosse un posto ostile. Vedeva l'altro come un soggetto da combattere o criticare, e si aspettava esattamente la stessa cosa in cambio. Per questo Mud solitamente contava solo su se stesso e rifuggiva e aborriva ogni tipo di interazione con gli altri che non fosse strettamente necessaria. Sapeva di essere più intelligente della media, ma non amava nemmeno esporsi. Si limitava a predire i comportamenti degli altri. Eppure quello della ragazza gli risultava talmente estraneo da far scattare una specie di curiosità mista ad irritazione nei suoi confronti.

Lui capiva tutti, poiché tutti erano prevedibili. Perché invece Sea Ocean sembrava buttare giù le torrette del castello delle sue certezze? Gli dava terribilmente fastidio non riuscire a sentirsi all'altezza della situazione e ancora di più lo irritava il fatto di doverlo ammettere con se stesso. Rimandò il suo meeting interiore e decise di concentrarsi sul luogo in cui erano appena giunti.

Il palazzo che li sovrastava sembrava una costruzione a metà tra una costruzione moderna e un castello gotico. Mud non riuscì a distinguere l'insegna che si trovava in cima, poiché era coperta da una guglia e da un doccione, perciò chiese impaziente spiegazioni a Sea Ocean. Lei si limitò a sorridergli misteriosamente e a spingere la pesante porta a vetri su un lato.

Una volta che furono entrati, si ritrovarono in un ampio spazio semibuio, con le pareti di un rosso cupo e ampi tendaggi drappeggiati davanti alle finestre. Nella penombra si distinguevano due poltroncine e un divano con rivestimenti dorati, divisi tra loro da un basso tavolino in vetro su cui poggiavano due caraffe di colori diversi e dei bicchierini. Sea si diresse decisa verso una delle due poltroncine, come se avesse familiarità con il posto. Probabilmente era proprio così. Non sapendo cosa fare, e sentendosi decisamente spaesato, Mud si accomodò a sua volta sul divano poco distante.

Non appena si furono seduti entrambi, come dal nulla comparve un uomo alto e slanciato, vestito molto elegantemente. Sorrise ad entrambi e la sua voce da baritono domandò -Siete qui per il cinema degli sforzi perduti?- Mud si trovò momentaneamente confuso, mentre Sea annuì senza esitazione. Leggendo le espressioni di entrambi, l'uomo si rivolse a Sea Ocean. -Immagino sia lei la predestinata a versare tre gocce di sudore. L'ha già fatto prima o è qui su consiglio di qualcuno?-

-Non è la prima volta che mi reco in questo luogo. Purtroppo, spesso sono talmente concentrata sul trovare una soluzione che subito dopo la scordo. Perciò eccomi qui come una smemorata, a cercare di recuperare la chiave perduta.- Sea sorrise e mise le mani intrecciate sotto le ginocchia, sbilanciandosi poi in avanti. Sembrava totalmente a suo agio in tutta quella condizione di irragionevolezza. Mud, invece, si affidava solo alla sua razionalità e non essendo mai stato in un luogo simile trovava quella situazione del tutto inspiegabile.

-E' del tutto comprensibile, signorina. Spesso, dopo aver affrontato una situazione enigmatica, la durata del ricordo di tale situazione risulta essere inversamente proporzionale alla quantità di sforzo che si è impiegata per costituirlo. Siamo contenti di poterla ospitare nuovamente. Dunque non dovrebbe essere necessario rispiegare la procedura.- Dedusse l'uomo, imperturbabile.

-Esattamente. Direi che possiamo cominciare appena la sala sarà pronta.- Sorrise garbata Sea Ocean, facendo anche ondeggiare i lunghi capelli biondi.

-Per vostra fortuna oggi c'è stata meno affluenza del solito. Abbiamo appena riaperto due delle cinque sale. Preferite la numero quattro o la numero due e mezzo?-

Mud Brown aveva ormai smesso di porsi domande su tutte le circostanze che lo avevano portato in quel luogo assurdo, ma non poté fare a meno di sobbalzare di fronte a quella cifra, e non solo per la stranezza del fatto che tale numero potesse essere affibbiato ad una sala. Aveva già letto quel numero. Era nei cereali messaggeri di quella mattina. Infatti, Black Death non si era limitato ad ordinargli di trovare Sea Ocean, ma gli aveva pure rivelato che l'avrebbe dovuta cercata due volte e mezzo prima di poterla trovare. E così era stato.

Prima che Sea potesse anche solo recepire ed elaborare la domanda dell'uomo elegante, lui rispose di getto al suo posto - Vogliamo la due e mezzo!- Lei lo osservò curiosa, ma non disse nulla. Forse riservava le domande per dopo.

L'uomo fece segno di apprezzamento per la scelta, poi indicò i calici. - Benissimo. Mentre vado a comunicarlo, fareste bene a prendere un sorso delle nostre bevande. Per la signorina c'è la caraffa color lavanda, mentre per il signore quella blu nontiscordardimé. Tra cinque minuti dirigetevi dove il raggio di sole si incontra con la clessidra. Arrivederci, e che il ricordo sia con voi.- Subito dopo si era già volatilizzato nella penombra più fitta ai lati della stanza.

Sea Ocean si versò un po' della bevanda violacea e dopo averla bevuta si distese all'indietro sulla poltrona, aspettando che Mud la imitasse. Lui era troppo sconvolto per porle delle domande, così si versò il liquido amarognolo giù per la gola. Subito dopo la stanza iniziò a vorticare, per poi mettersi a fuoco e fuori fuoco in modo alternato e finire per apparirgli come se stesse guardando attraverso la sproporzione creata da un filtro particolare, come a volte lo possono essere le bolle di sapone o le lenti di ingrandimento.

-Ma che diavolo...- riuscì semplicemente ad articolare, osservandosi le mani.

- E non hai ancora visto niente- Rispose Sea Ocean criptica.

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