Capitolo 8

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Io adoravo il fine settimana perché potevo dormire fino a tardi. Non ero assolutamente un tipo mattiniero e sentire il rumore della sveglia al mattino mi metteva di cattivo umore.
Quella domenica mattina non mi svegliai però con la sveglia, ma con un pianto in lontananza ed allora mi ricordai di non trovarmi a casa mia.

Aprii gli occhi lentamente e sbattei le palpebre.
Allungai il braccio per prendere il cellulare e vidi che erano le dieci e mezza.

Mi stiracchiai e ci misi poi dieci minuti buoni decidere ad alzarmi dal letto e me ne pentii immediatamente quando le mie gambe nude vennero a contatto con l'aria fredda.

A piedi scalzi mi diressi poi verso la cucina dove trovai mia sorella, seduta al bancone, che allattava Jake.

«Hey, buongiorno dormigliona» mi disse sorridendo, nonostante le due evidenti due profonde e scure occhiaie sul suo viso. Doveva essere riuscita a dormire giusto qualche ora dopo essere tornata dall'ospedale quella mattina prima di essere svegliata dal piccolo.

Mi accorsi solo dopo di Harry che era seduto al bancone che leggeva qualcosa sullo schermo del computer.

«Buongiorno Belle» distolse l'attenzione per un attimo dal computer per sorridermi.

«'Giorno» risposi ad entrambi con voce ancora roca.

«Lì ci sono pancakes e spremuta d'arancia per te» Harry mi indicò il piatto ed il bicchiere poggiati vicino ai fornelli.

«È già la seconda volta che mi prepari la colazione da quando siete a New York, non è che mi stai viziando troppo?»

Andai a prendere la mia colazione per poi sedermi accanto a mia sorella e cominciare a mangiare.

«Come se prima non lo facessi mai» disse lui sbuffando una risata.

«Torna a dormire dopo Tal, sei distrutta» mi rivolsi a mia sorella mentre mi portavo la forchetta alla bocca, ignorando ciò che aveva detto Harry perché non sapevo come ribattere.

Lei scosse la testa «No, ormai è tardi. Andrò a dormire presto stasera.»

Mia sorella, così come me in fondo, aveva sempre passato ore ed ore sui libri a studiare quando era all'università e, da quando si era laureata e aveva cominciato la specializzazione, il suo senso del dovere era aumentato a dismisura. Non faceva altro che lavorare e lavorare.

«Sei diventata proprio una nonnina -la presi in giro cominciando a mangiare -fine settimana sul divano sotto le coperte e a letto presto.»

Lei cercò di darmi uno schiaffo ma riuscì solo a sfiorarmi visto i suoi movimenti limitati a causa di Jake tra le sue braccia.

«Prima o poi diventerai adulta anche tu. E comunque ricorda con chi è che passavi tutti i venerdì sera in discoteca qualche anno fa, stronza ingrata.»

«Questo non è un futuro affatto imminente per me» indicai il bambino tra le sue braccia.

No. Decisamente niente figli previsti per almeno i seguenti sette anni.

«Sei cinica.»

«Sono realista.»

«Magari incontri l'amore della tua vita e metti finalmente la testa apposto.»

«La vedo dura anche questa» sorrisi sapendo quanto le desse fastidio il mio non cercare disperatamente l'uomo della mia vita.

«Serve qualcuno di speciale per far sciogliere il tuo cuore di ghiaccio» Harry si intromise nel nostro battibecco.

Io lo guardai e vidi che mi stava sorridendo.

«Non ho un cuore di ghiaccio, semplicemente ho altre priorità» scrollai le spalle sperando che quella conversazione finisse velocemente.

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