Capitolo 37

634 40 7
                                    

Uno dei giorni dell'anno che più odiavo era San Valentino. Non avevo mai capito il senso di quella festa. Non capivo perché festeggiare. Che differenza c'era rispetto a tutti gli altri giorni? Perché farsi stupidi regali e fare cene romantiche senza alcun reale motivo?
E non la pensavo così solo perché ero single. Anche l'anno prima, quando ero fidanzata con Darren, mi ero rifiutata di festeggiarlo e gli avevo categoricamente impedito di farmi regali.

Ovviamente ero l'unica dei miei amici a pensarla così. Prima, in realtà, Nancy era dalla mia parte ma quell'anno la sua ormai relazione con Cameron le aveva fatto cambiare idea.

Quindi mentre Katie era uscita con Chris, Nancy con Cameron e Holden e Charles non avevo ben capito che fine avessero fatto, io mi trovavo stesa sul divano di Harry con Destiny stesa sul pavimento accanto a me.

Chantal, che a differenza mia adorava San Valentino e tutte le cose sdolcinate che comportava, quella sera doveva lavorare e quindi non aveva potuto festeggiare con Harry. Quando qualche giorno prima mi aveva chiamata per dirmelo mi ero dovuta fingere dispiaciuta nonostante non riuscissi a non sentire un grande sollievo nel sapere che non sarebbero stati insieme quel giorno.

Harry, non avendo voglia di rimanere solo, mi aveva praticamente imposto di andare a casa sua. Non che ci fosse il rischio che protestassi.

«Cos'è che amate tanto di San Valentino, tutti voi?» gli chiesi prendendo un sorso dalla bottiglia di birra.

Mi sistemai meglio con la schiena contro il bracciolo del divano ed incrociai le caviglie poggiate sulle sue gambe.

«Potresti anche dirlo con una voce meno disgustata» mi punzecchiò lui.

«Non sono disgustata» precisai. «È solo che sul serio non capisco cosa ci sia di speciale in questo giorno. È esattamente come ogni altro, solo che tutte le coppiette si sentono in dovere di festeggiare, farsi regali senza alcun motivo e dimostrarsi il loro amore in maniera plateale e non capisco perché.»

Lui scosse la testa e ridacchiò.

«Non si tratta mica di festeggiare qualcosa, Belle» cominciò ad accarezzarmi piano una gamba. «È solo una scusa per passare del tempo con la persona che ami. Durante l'anno si è spesso impegnati per un motivo o per un altro e non si riesce a passare tutto il tempo che si vorrebbe con l'altra persona. A San Valentino invece puoi farlo, anzi sei obbligato praticamente, e...» si interruppe per qualche secondo «e per quanto mi riguarda adoro la parte dei regali perché adoro rendere la persona che amo felice. E lo stesso vale per le dimostrazioni d'affetto plateali. A tutti piace sentirsi amati. Anche a te, nonostante ti comporti da dura con il cuore di ghiaccio» mi puntò il dito contro.

«Hey» lo ripresi, realmente offesa da quella affermazione.

Ero stanca di sentirmi dire da tutti che ero incapace di provare sentimenti, perché ormai sapevo bene che ne provavo fin troppi.

Lui mi sorrise e mi afferrò entrambe le caviglie per tirarmi più vicina a lui. Piegai allora le gambe per farle entrare in quello spazio ristretto e lui non esitò e riportare le mani su di esse, però quella volta sulle mie cosce.

«Perché non mi ascolti mai quando parlo?» mi diede un colpetto sul naso. «Ho detto che ti comporti come se avessi un cuore di ghiaccio ma io so che, in fondo, anche tu sei una romanticona che sogna una proposta di matrimonio davanti alla torre eiffel.»

Io spalancai gli occhi e scoppiai a ridere.

Okay che avevo dei sentimenti ma non arrivavo a tanto.

«Ora non esageriamo» dissi, quando smisi di ridere. «Potrei anche avere un cuore meno di ghiaccio di quello che le persone pensano, ma una proposta di matrimonio davanti alla torre eiffel? Disgustoso.»

The things we don't sayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora